Porta medievale

Il suggestivo particolare effetto a cannocchiale

Dinanzi alla famosa fonte di Docciola si erge una bellissima porta, alla quale gli si attribuisce un nome medesimo; fu costruita insieme al tratto di mura che chiude la vallata, poco dopo la metà del Duecento.

La collocazione della porta è tale che, quando essa è aperta, è possibile vedere dall'esterno anche la fonte; la disposizione dei due monumenti favorisce un particolare effetto ottico "a cannocchiale", che fa sì che lo spiazzo che c'è fra di essi sembri più grande di quanto non sia in realtà. Questa caratteristica scenografica è molto simile a quella che possiamo notare nel caso, ben più famoso, della piazza principale di Pienza.

La porta venne murata nel corso del XV secolo a causa del calo demografico della città che rendeva impossibile mantenere guardie a tutte le porte cittadine. Fu riaperta solo nella metà dell'Ottocento. Una bellezza impareggiabile!

Gioelli mantenuti

La nuova fonte di Docciola

La fonte menzionata è formata da due archi a ogiva in pietra, costruiti nella prima metà del Duecento, e sorreggono la copertura del lavatoio, che prende acqua da una bocca sulla destra, dalla quale viene alimentato anche un abbeveratoio, e da una bocca posta al centro del muro che si appoggia alla collina. Ai lati e al centro della facciata ci sono tre croci. Sempre sulla facciata è murata un'epigrafe che ci informa quando e da chi è stata realizzata quest'opera. Un canale, scavato nella pavimentazione dello spiazzo antistante, portava ad una bocca di spurgo che si apriva nelle mura; tramite essa l'acqua in eccesso usciva al di fuori della cinta alimentando un ulteriore bacino da cui si poteva attingere acqua anche quando la porta era chiusa o murata.

Una lapide ci ricorda anche di Gabriele D’Annunzio, che nel Forse che si forse che no, racconta questo luogo dedicandogli alcuni versi: "Chi sciacqua le lenzuola / alla Docciola, convien che l’acqua attinga / alla Mandringa".

> Scopri, Fonti di Docciola

Porta medievale

Il suggestivo particolare effetto a cannocchiale

Dinanzi alla famosa fonte di Docciola si erge una bellissima porta, alla quale gli si attribuisce un nome medesimo; fu costruita insieme al tratto di mura che chiude la vallata, poco dopo la metà del Duecento.

La collocazione della porta è tale che, quando essa è aperta, è possibile vedere dall'esterno anche la fonte; la disposizione dei due monumenti favorisce un particolare effetto ottico "a cannocchiale", che fa sì che lo spiazzo che c'è fra di essi sembri più grande di quanto non sia in realtà. Questa caratteristica scenografica è molto simile a quella che possiamo notare nel caso, ben più famoso, della piazza principale di Pienza.

La porta venne murata nel corso del XV secolo a causa del calo demografico della città che rendeva impossibile mantenere guardie a tutte le porte cittadine. Fu riaperta solo nella metà dell'Ottocento. Una bellezza impareggiabile!

Gioelli mantenuti

La nuova fonte di Docciola

La fonte menzionata è formata da due archi a ogiva in pietra, costruiti nella prima metà del Duecento, e sorreggono la copertura del lavatoio, che prende acqua da una bocca sulla destra, dalla quale viene alimentato anche un abbeveratoio, e da una bocca posta al centro del muro che si appoggia alla collina. Ai lati e al centro della facciata ci sono tre croci. Sempre sulla facciata è murata un'epigrafe che ci informa quando e da chi è stata realizzata quest'opera. Un canale, scavato nella pavimentazione dello spiazzo antistante, portava ad una bocca di spurgo che si apriva nelle mura; tramite essa l'acqua in eccesso usciva al di fuori della cinta alimentando un ulteriore bacino da cui si poteva attingere acqua anche quando la porta era chiusa o murata.

Una lapide ci ricorda anche di Gabriele D’Annunzio, che nel Forse che si forse che no, racconta questo luogo dedicandogli alcuni versi: "Chi sciacqua le lenzuola / alla Docciola, convien che l’acqua attinga / alla Mandringa".

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