Porte nascoste

Le bellezze di Monte Nibbio

Montebradoni, affascinante e caratteristica, è un piccolo nucleo abitato suburbano posto a Nord Ovest di Volterra sopra Monte Nibbio, a poche centinaia di metri dalle mura etrusche e a meno di un chilometro dall’abitato cittadino.

Nelle vicinanze sono stati scoperti numerosi resti antichi: nelle sue pendici Nord è stata trovata l’unica tomba preistorica; è databile all’eneolitico caratterizzandosi per la presenza anche di materiale in rame ed oggi è conservata al Museo Pigorini di Roma. Inoltre non si contano le numerosissime tombe villanoviane ed etrusche scavate nelle sue pendici, tanto che si è ipotizzato che la collina su cui è costruito l’abitato moderno fosse nell’antichità occupata da un villaggio villanoviano. Nel medioevo il borgo di Montebradoni era abitato da numerose famiglie: alla fine del Trecento vi erano contati 44 fuochi per un totale di 144 persone. Nel Cinquecento vi erano contati 28 fuochi e 113 abitanti. Oggi, in lento declino, è per la maggior parte disabitato e ad uso estivo per gli stranieri.

Luoghi di culto sulla via pisana

La chiesa di Sant'Andrea Zoreardo

All'inizio del Novecento nel villaggio venne fondata una storica trattoria della tradizione volterrana. Fu aperta da un tale Cecchelli che aveva in affitto un ristorante a Firenze, in Via dei Panzani; questo signore decise di ritirarsi in campagna e scelse per questo scopo il borgo di Montebradoni dove aprì un altro esercizio. In breve divenne il luogo preferito dagli alabastrai volterrani che ne fecero un posto dove recarsi in tutte le occasioni per mangiare (e bere) bene. Tale tradizione rimase per circa 60 anni fino a quando il figlio chiuse l’attività nel 1970.

Nell’abitato moderno sono comprese due ville: la Bertini e la Fulceri, la prima è stata ricavata di recente unendo resti di fienili e di vecchie costruzioni, mentre la seconda è un edificio forse settecentesco. Nel borgo si trova anche la chiesa di Sant’Andrea Zoerardo, uno dei compagni di San Romualdo fondatore dei camaldolesi; fu costruita nel XV-XVI secolo ed ha pianta ad aula con tetto a capanna. La facciata è in cattivo stato di conservazione, nella parte superiore, al di sopra e ai lati della porta, vi sono tre aperture rotonde.

> Scopri, Oratorio del Pianuccio

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Le bellezze di Monte Nibbio

Montebradoni, affascinante e caratteristica, è un piccolo nucleo abitato suburbano posto a Nord Ovest di Volterra sopra Monte Nibbio, a poche centinaia di metri dalle mura etrusche e a meno di un chilometro dall’abitato cittadino.

Nelle vicinanze sono stati scoperti numerosi resti antichi: nelle sue pendici Nord è stata trovata l’unica tomba preistorica; è databile all’eneolitico caratterizzandosi per la presenza anche di materiale in rame ed oggi è conservata al Museo Pigorini di Roma. Inoltre non si contano le numerosissime tombe villanoviane ed etrusche scavate nelle sue pendici, tanto che si è ipotizzato che la collina su cui è costruito l’abitato moderno fosse nell’antichità occupata da un villaggio villanoviano. Nel medioevo il borgo di Montebradoni era abitato da numerose famiglie: alla fine del Trecento vi erano contati 44 fuochi per un totale di 144 persone. Nel Cinquecento vi erano contati 28 fuochi e 113 abitanti. Oggi, in lento declino, è per la maggior parte disabitato e ad uso estivo per gli stranieri.

Luoghi di culto sulla via pisana

La chiesa di Sant'Andrea Zoreardo

All'inizio del Novecento nel villaggio venne fondata una storica trattoria della tradizione volterrana. Fu aperta da un tale Cecchelli che aveva in affitto un ristorante a Firenze, in Via dei Panzani; questo signore decise di ritirarsi in campagna e scelse per questo scopo il borgo di Montebradoni dove aprì un altro esercizio. In breve divenne il luogo preferito dagli alabastrai volterrani che ne fecero un posto dove recarsi in tutte le occasioni per mangiare (e bere) bene. Tale tradizione rimase per circa 60 anni fino a quando il figlio chiuse l’attività nel 1970.

Nell’abitato moderno sono comprese due ville: la Bertini e la Fulceri, la prima è stata ricavata di recente unendo resti di fienili e di vecchie costruzioni, mentre la seconda è un edificio forse settecentesco. Nel borgo si trova anche la chiesa di Sant’Andrea Zoerardo, uno dei compagni di San Romualdo fondatore dei camaldolesi; fu costruita nel XV-XVI secolo ed ha pianta ad aula con tetto a capanna. La facciata è in cattivo stato di conservazione, nella parte superiore, al di sopra e ai lati della porta, vi sono tre aperture rotonde.

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