Via della Pietraia

È questa la strada che collega Piazza dei Fornelli con la porta e le fonti di San Felice. Si tratta di una via assai ripida che costeggia le mura medievali e che forse prende il nome dalla stessa ripidezza della via.

II primo documento che la nomina è del Quattrocento. Sul finire del Cinquecento la strada veniva indicata anche come Via del Lacera, da un tal Piero di Bartolomeo Tamburino, detto il Lacera, che vi abitava. Sempre su questa
strada vi avevano le abitazioni le famiglie dei Sighieri e dei Villifranchi.

Quasi tutti gli edifici sono stati costruiti sul lato destro della strada, dato che quello sinistro è occupato dal parapetto delle mura medievali, solamente nel tratto finale, vicino alla porta di San Felice, vi sono alcune abitazioni di recente costruzione anche sul lato sinistro. La strada serviva nel medioevo anche come spazio di manovra retrostante alle mura, per questo le case erano costruite ad una certa distanza da esse. Comunque sono pochi gli edifici che si affacciano su questa strada e di cui si possa dire se siano antichi o costruiti su impianto antico, la maggior parte infatti sono posteriori al Settecento.

VISTA DELLA PIETRAIA

Nelle immediate vicinanze di Piazzetta dei Fornelli è presente un piccolo camminamento ad alta quota che ti permette di salire sopra le mura.

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VISTA DEL GABELLINO

In cima alla rampa di Via della Pietraia, Via San Felice si apre ed offre una visione sulle mura medievali, sui giardini sottostanti e sulla fonte medievale.


Dopo aver intersecato Via San Felice, Via della Pietraia si fa ancor più stretta e prosegue su di una rampa a margine della collina. La rampa ripida e acciottolata addolcisce la corsa su un ristretto pianoro dal quale si diramano tre scalinate più o meno ripide. Quella che seguita più o meno nella stessa direzione della rampa è il proseguo di Via Ripetta che confluisce in Via Borgonuovo. Gli altri due sentieri si diramano lateralmente, quella a sinistra in discesa che porta alla Fonte di San Felice, è l’ultimo tratto di Via della Pietraia. L’altra a destra in salita è parte di Piazzetta degli Avelli.

GIARDINO DEGLI AVELLI

La piazzetta degli Avelli mostra il lato B dei palazzi di Via San Felice; è accessibile anche da Vicolo Campani. Un giardino nascosto.

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Scendendo invece ci avviciniamo alle fonti medievali. L’area in cui è collocata la fonte medievale costituisce una piccola vallecola naturale aperta verso Sud e scavata dalle acque che defluivano dalla parte superiore della collina; in origine, appena al di là dello spartiacque settentrionale, si trovava un altra valletta aperta verso Nord e il canale naturale formato da queste due valli costituiva un facile percorso per valicare la collina in direzione Nord-Sud. Poiché il sito era dotato anche di sorgenti naturali è logico dedurre che sia stato sede di uno dei primi insediamenti umani della collina; questa ipotesi è stata confermata dal ritrovamento di alcuni fondi di capanne villanoviane avvenuto durante i lavori di ristrutturazione della fonte.

In epoca etrusca da questo punto partiva la strada che conduceva verso Montecatini e il mare; il ritrovamento di un bronzetto votivo databile al VI sec. a.C. ci informa che vi doveva esistere anche un sacello collegato alla sorgente e dedicato al culto delle acque. Poco prima del III sec. a.C. furono realizzate alcune opere di captazione dell’acqua; la più interessante delle quali consiste in un cunicolo con direzione Est-Ovest, che sboccava nel lato Est della valle e che verosimilmente raccoglieva l’acqua potabile per convogliarla verso una struttura che non è stata individuata dagli scavatori. Con la costruzione della grande cinta muraria etrusca, databile agli inizi del III sec. a.C., questo cunicolo venne abbandonato e al di sopra di esso, nel punto dove probabilmente sboccava l’acqua, fu costruita una grande fogna di drenaggio con direzione Nord-Sud che portava le acque sporche al di fuori delle mura.

FONTE INTERNA DI SAN FELICE

Dalla rampa che procede verso valle si raggiunge una fonte monumentale costituita da un bacino protetto tramite una copertura con due archi.

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LA PORTA INFERIORE DI SAN FELICE

A fianco della fonte si trova porta inferiore di San Felice, che a lungo è stata ritenuta romana; fu costruita agli del Millecento. Via della Pietraia termina qui.

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Piazza dei Fornelli

Via della Pietraia inizia la sua discesa da Piazza dei Fornelli. Questa piccola piazza costituisce uno spiazzo aperto collocato dietro alle mura difensive medievali, uno dei suoi lati è infatti delimitato dal parapetto delle mura.

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Lungomura dei Pratini

Appena dopo il costone di mura medievali visitabili da sopra, si apre una porticina. Tale accesso principia il Lungomura dei Pratini che consiste in una vialetto con scalinata diretto verso l’esterno di Porta all’Arco.


Vicolo dei Belladonna

Questo vicolo, che collega Via della Pietraia con Piazza San Cristoforo, prende il nome da quello di un’importante famiglia di mercanti che vi abitava nel Cinquecento e che possedeva anche botteghe in Piazza dei Priori. In precedenza, nel Quattrocento, era chiamato Vicolo del Giunco, dal nome di un certo Stefano di Giunco che vi abitava. Nel Seicento era chiamato anche Chiasso dell’Albiera, dal nome di una componente della famiglia Belladonna. Tutti gli edifici costituivano in origine l’ingresso posteriore di abitazioni la cui entrata principale si trovava in Vicolo dei Ciliegini o in Vicolo Chinzica; sono tutti databili dal Quattrocento al Seicento con ristrutturazioni ed ampliamenti riferibili a periodi successivi. Dalla loro osservazione è possibile stabilire che si basano su di uno schema urbanistico più antico, databile al Duecento, e che riutilizzano parte delle strutture murarie contemporanee a questo primo impianto.


Vicolo Ciliegini

Il vicolo inizia connette Via della Pietraia con Piazza San Cristoforo. Le più antiche tracce di questa strada risalgono al Quattrocento, quando era chiamata Chiasso della piazzetta di San Cristoforo. Nel Cinquecento cambiò nome in Chiasso della Morellina, dal nome di un certo Giuliano di Sandro Morellina; successivamente fu indicata come Chiasso dei Cagnazzi, dal nome di una famiglia che vi abitava. Il nome attuale probabilmente
deriva dalla presenza di un orto o giardino con piante di ciliegi.

La prima casa sul lato sinistro della strada costituiva in origine l’ala laterale di un imponente complesso che ha il fronte in Via Franceschini e che è stata aggiunta al corpo principale dopo la sua costruzione.

Il palazzo è una residenza gentilizia del Seicento costruita su impianto più antico; l’abitazione venne realizzata in un periodo non precisato separando quest’ala dal resto del palazzo, si crearono così due distinte unità edilizie, di cui questa destinata probabilmente ad essere affittata.

Di fronte si può notare un edificio databile al Settecento, edificato sopra altre costruzioni più antiche. A testimonianza di ciò sono rimasti, a destra della porta di ingresso, i resti di una scala in pietra murata nella parete, si tratta di due gradini che portavano al primo piano dell’abitazione preesistente.

Il resto della strada è occupato da edifici databili fra il Quattrocento ed il Seicento; sono stati costruiti su un impianto urbanistico precedente riutilizzando anche i resti delle costruzioni precedenti e mostrano i segni di numerose ristrutturazioni.

Da notare un bel portale in pietra del Settecento al n. 10.

Di fronte al portale un edificio del Quattrocento costruito su impianto più antico e rimaneggiato successivamente. Questa abitazione fu ottenuta unendo, nel Settecento, due unità abitative a schiera che originariamente costituivano due fabbricati distinti. La struttura muraria è in pietra disposta a corsi regolari con blocchi di notevoli dimensioni, evidente residuo dell’antico impianto edilizio del Duecento. Al pianterreno si può notare un bel portale in pietra del Settecento.

Anche la casa collocata ai nn. 21-25 è stata realizzata fondendo insieme due unità edilizie a schiera monocellulari del Quattrocento. L’accorpamento avvenne nel secolo scorso. Nel garage è stato trovato un mosaico romano pertinente ad una casa signorile e databile, probabilmente, al II sec. d. C.


Vicolo Chinzica

Il nome di questa strada è antico, risale infatti al 1354, non conosciamo la sua origine. è però al quanto improbabile che abbia a che fare con la famosa Chinzica de’ Sismondi eroina pisana, probabilmente apparteneva ad una donna con lo stesso nome.

Questa via, che collega Via San Lino con Via della Pietraia, ha mantenuto sempre lo stesso nome, tranne una variante nel Cinquecento quando era chiamata anche Chiasso del Ciabattino, dal mestiere esercitato da un abitante del luogo, Iacopo di Giovanni di Antonio da Villafranca, che fu anche il capostipite della nota famiglia volterrana dei Villifranchi.

Tutti gli edifici della strada sono databili fra il Cinquecento e il Seicento, con rimaneggiamenti successivi, e si basano su uno schema urbanistico più antico riutilizzando anche parti di edifici precedenti.

Da notare, al di sopra della porta del n. 19, uno stemma ecclesiastico in terracotta policroma smaltata, raffigurante il Sole di San Bernardino: un sole radiante con a1 centro inscritto il monogramma di Cristo.


Via San Felice

Questa strada collega l’asse viario principale di Via San Lino, con le fonti e la porta di San Felice, da cui prende il nome. Via della Pietraia la interseca all’altezza della porta di San Felice.

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Via Ripetta

Via Ripetta viene indicata per la prima volta nel Settecento con il nome di Via dei Gelsi, certo per la presenza di questo tipo di alberi. Successivamente fu chiamata Ripetta con riferimento alla ripidità della strada, che solo nella parte inferiore è leggermente smorzata da una breve gradinata.

CASA MIGLIORINI

Sulla facciata della Casa Cheloni-Migliorini, al n. 2-6, sono visibili raffigurazioni a graffito, rappresentanti sei figure femminili con fregi e festoni. Alcuni studiosi attribuiscono quest’opera a Daniele Ricciarelli, la cui famiglia possedeva case proprio in questa zona.


Via dei Lavatoi di San Felice

A valle, al termine di Via della Pietraia, oltre la Porta Inferiore di San Felice, si apre la strada esterna di Via dei Lavatoi di San Felice. Strada che conduce in Via Fonda, discesa interminabile per raggiungere la zona delle Colombaie. Appena a ridosso delle mura medievali una scalinata porta in Via Lorenzini, mentre a fianco di essa sorge una fonte moderna di San Felice.

LAVATOI DI SAN FELICE

Una parte dell’acqua della fonte veniva condotta fuori delle mura, dove venne costruita una nuova vasca. Oltre la Porta Inferiore di San Felice si trovano i resti di questi lavatoi.

> Scopri, Lavatoi di San Felice

BIBLIOGRAFIA
A. FURIESI, Via della Pietraia, in “Dizionario di Volterra / II, La città e il territorio : strade – piazze – palazzi – chiese – ville e opere d’arte del volterrano”, 1997, Pacini, pp. 460, 461