Spunti per il trekking

Il Poggio alla Rocca

Scendendo da Volterra verso Colle Val d'Elsa, sulla sinistra, a circa tre chilometri, cioè all'altezza di Poggio San Martino, ci appare, in tutta la sua maestosa caratteristica, Monte Voltraio che, per la sua originale caratteristica, la si ritiene il Pan di Zucchero del Volterrano. Fa da sfondo a questo monticello, alto 458 metri, la catena montuosa del Cornocchio, che delimita il confine della provincia di Pisa con quelle di Firenze e di Siena.

Noi Volterrani conosciamo la collina di Monte Voltraio sotto il volgare nome di Poggio alla Rocca, denominazione attribuitali, senz'altro, per l'antica fortificazione che, nell'antico, si trovava sul suo vertice.

Il verde di Monte Voltraio è molto intenso, riposante e il clima della zona è quasi sempre mite e soddisfacente. Pertanto, trattandosi di una località così vicine alla città, ben si presta per scampagnate di fine settimana, maggiormente nella buona stagione.

Panorama infinito

Terrazza naturale per l'avvistamento tattico

Sulla sommità di Monte Voltraio risplende il balco. Un punto panoramico senza eguali che merita una visita. La funzione del balco era molto importante; oltre che per la difesa, era destinato all'avvistamento al fine di evitare di essere colti di sorpresa da attacchi nemici, con una visuale panoramica su tre lati. Non è da escludere che siano esistite anche delle torrette, per consentire riparo alle sentinelle che si avvicendavano in detto servizio.

L'origine della sua denominazione è germanica e si riferisce all'odierno balcone, cioè, per meglio intendersi, alla terrazza, dalla quale è possibile una migliore veduta che da una semplice finestra. Attualmente è costituito solo da un muro lungo una cinquantina di metri, che inizia dalla cosiddetta porta murata e si dilunga fino allo strapiombo rivolto a nord e su un terreno assai friabile tanto che, in vari punti di questa costa del colle, si verificano frane anche di bozzato e di acciottolato in genere.

> Scopri, Veduta dal Balco

Ultimi resti

Numerose rovine di una civiltà perduta

Tra la vegetazione, sono presenti numerose rovine di una civiltà andata ad esaurirsi alla fine del medioevo. Tra queste, la più affascinante è definita dal complesso difensivo dell'arce. L'arce, è un luogo fortificato che sta sulla parte più alta e quasi inaccessibile, situata sul vertice di un rilievo, naturalmente aspro.

La parte più importante dell'area era denominata cassero, cioè una fortezza dentro un'ampia fortificazione, come ulteriore ed ultimo baluardo di difesa, comprendente anche vani idonei a raccogliere e conservare le scorte di derrate, nonché la cisterna, dove venivano convogliate le acque piovane, al fine di costituire consistenti riserve di questa grande e gratuita ricchezza naturale, per poi utilizzarla al meglio, sia in tempo di pace che durante eventuali assedi. I ruderi di questa antica fortificazione fiancheggiano l'estremo limite della collina e i muri che ne delimitano la sua area furono costruiti sul masso, detto panchino, che, in alcuni punti delle varie coste del colle stesso, fuoriesce dal terreno anche per un'altezza di tre metri circa.

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Il Poggio alla Rocca

Scendendo da Volterra verso Colle Val d'Elsa, sulla sinistra, a circa tre chilometri, cioè all'altezza di Poggio San Martino, ci appare, in tutta la sua maestosa caratteristica, Monte Voltraio che, per la sua originale caratteristica, la si ritiene il Pan di Zucchero del Volterrano. Fa da sfondo a questo monticello, alto 458 metri, la catena montuosa del Cornocchio, che delimita il confine della provincia di Pisa con quelle di Firenze e di Siena.

Noi Volterrani conosciamo la collina di Monte Voltraio sotto il volgare nome di Poggio alla Rocca, denominazione attribuitali, senz'altro, per l'antica fortificazione che, nell'antico, si trovava sul suo vertice.

Il verde di Monte Voltraio è molto intenso, riposante e il clima della zona è quasi sempre mite e soddisfacente. Pertanto, trattandosi di una località così vicine alla città, ben si presta per scampagnate di fine settimana, maggiormente nella buona stagione.

Ultimi resti

Numerose rovine di una civiltà perduta

Tra la vegetazione, sono presenti numerose rovine di una civiltà andata ad esaurirsi alla fine del medioevo. Tra queste, la più affascinante è definita dal complesso difensivo dell'arce. L'arce, è un luogo fortificato che sta sulla parte più alta e quasi inaccessibile, situata sul vertice di un rilievo, naturalmente aspro.

La parte più importante dell'area era denominata cassero, cioè una fortezza dentro un'ampia fortificazione, come ulteriore ed ultimo baluardo di difesa, comprendente anche vani idonei a raccogliere e conservare le scorte di derrate, nonché la cisterna, dove venivano convogliate le acque piovane, al fine di costituire consistenti riserve di questa grande e gratuita ricchezza naturale, per poi utilizzarla al meglio, sia in tempo di pace che durante eventuali assedi. I ruderi di questa antica fortificazione fiancheggiano l'estremo limite della collina e i muri che ne delimitano la sua area furono costruiti sul masso, detto panchino, che, in alcuni punti delle varie coste del colle stesso, fuoriesce dal terreno anche per un'altezza di tre metri circa.

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Terrazza naturale per l'avvistamento tattico

Sulla sommità di Monte Voltraio risplende il balco. Un punto panoramico senza eguali che merita una visita. La funzione del balco era molto importante; oltre che per la difesa, era destinato all'avvistamento al fine di evitare di essere colti di sorpresa da attacchi nemici, con una visuale panoramica su tre lati. Non è da escludere che siano esistite anche delle torrette, per consentire riparo alle sentinelle che si avvicendavano in detto servizio.

L'origine della sua denominazione è germanica e si riferisce all'odierno balcone, cioè, per meglio intendersi, alla terrazza, dalla quale è possibile una migliore veduta che da una semplice finestra. Attualmente è costituito solo da un muro lungo una cinquantina di metri, che inizia dalla cosiddetta porta murata e si dilunga fino allo strapiombo rivolto a nord e su un terreno assai friabile tanto che, in vari punti di questa costa del colle, si verificano frane anche di bozzato e di acciottolato in genere.

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