I Bagni a Morba fanno parte di un suggestivo territorio ricco di sorgenti naturali, tradizionalmente votato allo sfruttamento della geotermia. Assieme alle più famose terme di Bagnone e di Spartaciano, si identifica come uno dei luoghi termali più frequentati sin dall'antichità; ce lo attesta la Tabula Peutingeriana, la famosa carta militare romana, di copia medievale, che mostra le vie e le terme più importanti dell'Impero. I Bagni a Morba sono identificati sotto la legenda delle Aquae Volaterrae, ovvero sotto la giurisdizione delle terme volterrane.
Sono acque solforose che hanno proprietà antinfiammatorie nelle patologie croniche, di stimolazione del sistema immunitario e di rinnovamento cellulare della cute e delle mucose. E’ proprio in virtù delle capacità curative di queste acque che tutta la località assunse il nome curioso di Morba, nome da ricollegare, probabilmente, all’attestazione latina "Balnea ad Morba pellenda", ossia Bagni scaccia malanni.
Firenze conosceva da tempo le potenzialità di questo luogo; nel medioevo lo presero in affitto dal Comune di Volterra, che lo lasciava in stato di abbandono, e lo protessero con un castello munito di mura merlate, proprio per potervi trascorrere periodi di cura senza pericolo di aggressioni. I Bagni a Morba però raggiunsero l'apice della rinomanza quando Lorenzo dei Medici e la sua famiglia li scelsero come bagno personale.
Alla fine del Cinquecento queste terme trovarono di nuovo l'abbandono a causa del calo demografico inesorabile delle campagne ma, dopo un'inerzia di due secoli e mezzo, fu il signor Lamotte a rivedere le sue potenzialità. Francesco Lamotte divenne proprietario, direttore, e albergatore dei Bagni a Morba, che prese l'impostazione di una struttura ricettiva con terme di lusso. Ospite illustre fu Giuseppe Garibaldi, capitato durante la lunga fuga dal Sud e ricercato per la caduta della Repubblica Romana. Attualmente i Bagni a Morba, come del resto tutta la zona, sono abbandonati: resta un'unica fonte, dalla quale sgorga un'acqua acidula a 22°C, su cui è affissa una lapide in memoria di questo luogo.
I Bagni a Morba fanno parte di un suggestivo territorio ricco di sorgenti naturali, tradizionalmente votato allo sfruttamento della geotermia. Assieme alle più famose terme di Bagnone e di Spartaciano, si identifica come uno dei luoghi termali più frequentati sin dall'antichità; ce lo attesta la Tabula Peutingeriana, la famosa carta militare romana, di copia medievale, che mostra le vie e le terme più importanti dell'Impero. I Bagni a Morba sono identificati sotto la legenda delle Aquae Volaterrae, ovvero sotto la giurisdizione delle terme volterrane.
Sono acque solforose che hanno proprietà antinfiammatorie nelle patologie croniche, di stimolazione del sistema immunitario e di rinnovamento cellulare della cute e delle mucose. E’ proprio in virtù delle capacità curative di queste acque che tutta la località assunse il nome curioso di Morba, nome da ricollegare, probabilmente, all’attestazione latina "Balnea ad Morba pellenda", ossia Bagni scaccia malanni.
Firenze conosceva da tempo le potenzialità di questo luogo; nel medioevo lo presero in affitto dal Comune di Volterra, che lo lasciava in stato di abbandono, e lo protessero con un castello munito di mura merlate, proprio per potervi trascorrere periodi di cura senza pericolo di aggressioni. I Bagni a Morba però raggiunsero l'apice della rinomanza quando Lorenzo dei Medici e la sua famiglia li scelsero come bagno personale.
Alla fine del Cinquecento queste terme trovarono di nuovo l'abbandono a causa del calo demografico inesorabile delle campagne ma, dopo un'inerzia di due secoli e mezzo, fu il signor Lamotte a rivedere le sue potenzialità. Francesco Lamotte divenne proprietario, direttore, e albergatore dei Bagni a Morba, che prese l'impostazione di una struttura ricettiva con terme di lusso. Ospite illustre fu Giuseppe Garibaldi, capitato durante la lunga fuga dal Sud e ricercato per la caduta della Repubblica Romana. Attualmente i Bagni a Morba, come del resto tutta la zona, sono abbandonati: resta un'unica fonte, dalla quale sgorga un'acqua acidula a 22°C, su cui è affissa una lapide in memoria di questo luogo.
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Ottobre 11, 2024 00:18 local time