Scendendo da Castellina Marittima verso la costa la strada affianca una piccola frazione chiamata Le Badie. Il nome della località suggerisce bene, poiché qui in epoca alto medievale sorsero due abbazie di cui oggi però troviamo ben poche tracce. Una era dedicata a San Salvatore e l'altra a Santa Maria, San Quirico e San Torpé.
Quest'ultimo lo troviamo abbreviato anche come San Quirico a Moxi, in riferimento al territorio su cui sorgevano i due complessi monastici che portava, appunto, il nome di Moxi. Attualmente di tale sito storico ne rimane soltanto il nome, emergono solo alcuni ruderi, poco visibili sepolti dalla vegetazione. Il complesso monastico fu eretto nell'anno Mille e mantenne la sua indipendenza fino al Trecento. Dopodiché l'abbazia perse di importanza e venne sottomessa all'altra badia, rette entrambe da un unico abate.
Rispettando ordini dall'alto vennero entrambe subordinate nella podesteria di San Donnino di Pisa, fino al loro abbandono avvenuto alla fine del Cinquecento.
Nel Trecento, grazie alla sua posizione favorevole in comunicazione con l'antica via Aemilia Scauri, intorno alle due badie si sviluppò un paese nel nome di Badie di San Donnino: il nome faceva riferimento al passaggio di proprietà delle due badie sotto la giurisdizione della influente Badia di San Donnino di Pisa. Quando la Badia di San Donnino venne meno, nell'Ottocento il nome fu variato in Badie dell'Arcidiaconato, in quanto il patrimonio passò direttamente in mano al clero pisano.
In tempi più moderni la vicinanza all'autostrada A12, portò questo paese ad evolversi fino ad arrivare a quello che oggi chiamiamo Le Badie. Un gruppo di case e poche anime ad abitarle. Una scuola elementare, un distributore, un gommista, un albergo, un ristorante, un paio di bar, una sala da ballo e un night. Nel raggio di pochi chilometri un lago della Lipu e un grande monastero buddista. Una piccola frazione come tante, ma con una identità a metà: con un passo si trova nella provincia di Livorno, con l'altro in quella di Pisa.
Le grandi aree boschive e collinari della Valdicecina, a metà tra la costa e l'entroterra, hanno designato questo luogo ideale per la vita cenobitica e spirituale. Il contesto bucolico e ameno dell'ambiente toscano favorisce la cura dell'anima e della propria mente; pace e spensieratezza: nel periodo medievale doveva essere un concetto particolarmente sentito se consideriamo che intorno all'anno Mille ci fu una straordinaria fioritura monastica. In tutta la Toscana vennero istituite quasi centoventi fondazioni e rifondazioni private con netta prevalenza di monasteri maschili, rimasti indipendenti fino alla fine del Duecento.
Se di San Quirico a Moxi rimane ben poco, con la badia di San Salvatore si è più fortunati. Sul poggio della Dispensa, a otto chilometri dal suo capoluogo, si conserva una parte della sua chiesa; la facciata spartita a pilastri e a strisce di marmo bianco e di serpentino con capitelli scolpiti, e parti di mura a blocchi di pietra sbrecciate dall'incuria. Qui doveva trovarsi il fronte dell'altare con Redentore Simboli degli Evangelisti e Agnus Dei, oggi conservato presso il Museo Nazionale di San Matteo a Pisa.
Scendendo da Castellina Marittima verso la costa la strada affianca una piccola frazione chiamata Le Badie. Il nome della località suggerisce bene, poiché qui in epoca alto medievale sorsero due abbazie di cui oggi però troviamo ben poche tracce. Una era dedicata a San Salvatore e l'altra a Santa Maria, San Quirico e San Torpé.
Quest'ultimo lo troviamo abbreviato anche come San Quirico a Moxi, in riferimento al territorio su cui sorgevano i due complessi monastici che portava, appunto, il nome di Moxi. Attualmente di tale sito storico ne rimane soltanto il nome, emergono solo alcuni ruderi, poco visibili sepolti dalla vegetazione. Il complesso monastico fu eretto nell'anno Mille e mantenne la sua indipendenza fino al Trecento. Dopodiché l'abbazia perse di importanza e venne sottomessa all'altra badia, rette entrambe da un unico abate.
Rispettando ordini dall'alto vennero entrambe subordinate nella podesteria di San Donnino di Pisa, fino al loro abbandono avvenuto alla fine del Cinquecento.
Nel Trecento, grazie alla sua posizione favorevole in comunicazione con l'antica via Aemilia Scauri, intorno alle due badie si sviluppò un paese nel nome di Badie di San Donnino: il nome faceva riferimento al passaggio di proprietà delle due badie sotto la giurisdizione della influente Badia di San Donnino di Pisa. Quando la Badia di San Donnino venne meno, nell'Ottocento il nome fu variato in Badie dell'Arcidiaconato, in quanto il patrimonio passò direttamente in mano al clero pisano.
In tempi più moderni la vicinanza all'autostrada A12, portò questo paese ad evolversi fino ad arrivare a quello che oggi chiamiamo Le Badie. Un gruppo di case e poche anime ad abitarle. Una scuola elementare, un distributore, un gommista, un albergo, un ristorante, un paio di bar, una sala da ballo e un night. Nel raggio di pochi chilometri un lago della Lipu e un grande monastero buddista. Una piccola frazione come tante, ma con una identità a metà: con un passo si trova nella provincia di Livorno, con l'altro in quella di Pisa.
Le grandi aree boschive e collinari della Valdicecina, a metà tra la costa e l'entroterra, hanno designato questo luogo ideale per la vita cenobitica e spirituale. Il contesto bucolico e ameno dell'ambiente toscano favorisce la cura dell'anima e della propria mente; pace e spensieratezza: nel periodo medievale doveva essere un concetto particolarmente sentito se consideriamo che intorno all'anno Mille ci fu una straordinaria fioritura monastica. In tutta la Toscana vennero istituite quasi centoventi fondazioni e rifondazioni private con netta prevalenza di monasteri maschili, rimasti indipendenti fino alla fine del Duecento.
Se di San Quirico a Moxi rimane ben poco, con la badia di San Salvatore si è più fortunati. Sul poggio della Dispensa, a otto chilometri dal suo capoluogo, si conserva una parte della sua chiesa; la facciata spartita a pilastri e a strisce di marmo bianco e di serpentino con capitelli scolpiti, e parti di mura a blocchi di pietra sbrecciate dall'incuria. Qui doveva trovarsi il fronte dell'altare con Redentore Simboli degli Evangelisti e Agnus Dei, oggi conservato presso il Museo Nazionale di San Matteo a Pisa.
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Settembre 19, 2024 18:30 local time