Sugli eremi del pomarancino

Il borgo incastellato

Anche solo a dargli una fugace occhiata è evidente quanto questo borgo sia assai ricco di storia e di testimonianze alquanto significative. Chi si reca a San Dalmazio viene subito colpito dalla struttura ancora medievale dell'abitato. Lo scempio fatto nell'Ottocento, con trasformazioni, ampliamenti e sopraelevazioni eseguite sulle costruzioni che congestionano uno stile antico, fra nuove opere di discutibile gusto architettonico, è innegabile, ma in questi ultimi anni, a favore di una politica sempre più legata al turismo, si sta in qualche modo ponendo rimedio.

II paese, arroccato com'è sulla collina lambita dai torrenti Possera e Pavone, è molto scosceso e le sue strette viuzze si snodano verso la parte più alta con un intreccio grazioso e originale, sopraffatto talvolta da vicoli ciechi inaspettati. La corte e le pertinenze del castello sorgevano sulla parte più alta del versante: vari muri che affiorano qua e là lo testimoniano. Scendendo invece più a valle si può fare visita alla chiesa di San Dalmazio, mentre al di sotto del livello della strada provinciale, si può ammirare una romanica costruzione, dalla quale prende avvio anche un antico monastero.

I luoghi più caratteristici

San Donnino e gli altri quartieri

La parte del paese che guarda la valle del Possera è denominata San Donnino, perché presso una famiglia, forse i Serafini, si conservava un ferro donato dal Santo, che, arroventato si diceva fosse miracoloso per la cura degli effetti di rabbia generati dai morsi dei cani. Il quartiere di San Donnino è senz'altro il più caratteristico del borgo e ruota tutto intorno alla tradizione di questo chiodo magico ora conservato all'interno dell'oratorio dedicato al medesimo santo, tuttavia non mancano alcuni particolari avvistati anche nelle zone più moderne, anche loro ricche di strane storie da raccontare: avete mai sentito parlare della Bestia di San Dalmazio?

> Scopri, La Bestia di San Dalmazio

Se si è nel giusto feeling esplorativo vi è una piccola curiosità che impreziosisce il piccolo paese: è una collezione di minerali, prevalentemente reperiti nella zona e una raccolta di giocattoli d’epoca, concesse dal signor Giuliano Ghilli, alla Pubblica Assistenza di San Dalmazio, che ha provveduto ad allestire un piccolo museo. Il museo, semplice nel suo contesto, è visitabile su richiesta al ristorante “La Rocca”. L’ingresso è gratuito, ma sono gradite offerte libere, per il mantenimento della struttura.

Il declino di San Dalmazio

Da Comune indipendente a frazione

Il borgo venne fondato all'inizio del secondo millennio intorno a un monastero di monache benedettine dedicato a San Dalmazio. Fu infatti Ildebrando V degli Aldobrandeschi, detto il Mancino, allora proprietario della Rocca Sillana, che fece edificare il monastero proprio perché sua figlia Abigaille, come religiosa, trovasse protezione tra quelle mura, al sicuro dalle scorribande dei capitani di ventura. Nella sua storia, però, il monastero fu più volte saccheggiato; un incendio addirittura lo distrusse, costringendo le monache a ritirarsi a Volterra. Da quel momento, il borgo orfano della sua istituzione madre, prese la forma di un piccolo comune indipendente.

> Scopri, Monastero di San Dalmazio

Dopo secoli di aspre contese legate anche alla Rocca Sillana e alla Pieve San Giovanni, alla fine del Settecento San Dalmazio venne soppresso per passare come frazione sotto il Comune di Pomarance. Nonostante ne sia stato ridimensionato il suo potere, nel periodo dell’Unità d’Italia ebbe un piccolo ma importante ruolo, ospitando il generale Giuseppe Garibaldi, durante una delle rocambolesche tappe per sfuggire agli austriaci, in seguito alla capitolazione della Repubblica Romana.

Sugli eremi del pomarancino

Il borgo incastellato

Anche solo a dargli una fugace occhiata è evidente quanto questo borgo sia assai ricco di storia e di testimonianze alquanto significative. Chi si reca a San Dalmazio viene subito colpito dalla struttura ancora medievale dell'abitato. Lo scempio fatto nell'Ottocento, con trasformazioni, ampliamenti e sopraelevazioni eseguite sulle costruzioni che congestionano uno stile antico, fra nuove opere di discutibile gusto architettonico, è innegabile, ma in questi ultimi anni, a favore di una politica sempre più legata al turismo, si sta in qualche modo ponendo rimedio.

II paese, arroccato com'è sulla collina lambita dai torrenti Possera e Pavone, è molto scosceso e le sue strette viuzze si snodano verso la parte più alta con un intreccio grazioso e originale, sopraffatto talvolta da vicoli ciechi inaspettati. La corte e le pertinenze del castello sorgevano sulla parte più alta del versante: vari muri che affiorano qua e là lo testimoniano. Scendendo invece più a valle si può fare visita alla chiesa di San Dalmazio, mentre al di sotto del livello della strada provinciale, si può ammirare una romanica costruzione, dalla quale prende avvio anche un antico monastero.

I luoghi più caratteristici

San Donnino e gli altri quartieri

La parte del paese che guarda la valle del Possera è denominata San Donnino, perché presso una famiglia, forse i Serafini, si conservava un ferro donato dal Santo, che, arroventato si diceva fosse miracoloso per la cura degli effetti di rabbia generati dai morsi dei cani. Il quartiere di San Donnino è senz'altro il più caratteristico del borgo e ruota tutto intorno alla tradizione di questo chiodo magico ora conservato all'interno dell'oratorio dedicato al medesimo santo, tuttavia non mancano alcuni particolari avvistati anche nelle zone più moderne, anche loro ricche di strane storie da raccontare: avete mai sentito parlare della Bestia di San Dalmazio?

> Scopri, La Bestia di San Dalmazio

Se si è nel giusto feeling esplorativo vi è una piccola curiosità che impreziosisce il piccolo paese: è una collezione di minerali, prevalentemente reperiti nella zona e una raccolta di giocattoli d’epoca, concesse dal signor Giuliano Ghilli, alla Pubblica Assistenza di San Dalmazio, che ha provveduto ad allestire un piccolo museo. Il museo, semplice nel suo contesto, è visitabile su richiesta al ristorante “La Rocca”. L’ingresso è gratuito, ma sono gradite offerte libere, per il mantenimento della struttura.

Il declino di San Dalmazio

Da Comune indipendente a frazione

Il borgo venne fondato all'inizio del secondo millennio intorno a un monastero di monache benedettine dedicato a San Dalmazio. Fu infatti Ildebrando V degli Aldobrandeschi, detto il Mancino, allora proprietario della Rocca Sillana, che fece edificare il monastero proprio perché sua figlia Abigaille, come religiosa, trovasse protezione tra quelle mura, al sicuro dalle scorribande dei capitani di ventura. Nella sua storia, però, il monastero fu più volte saccheggiato; un incendio addirittura lo distrusse, costringendo le monache a ritirarsi a Volterra. Da quel momento, il borgo orfano della sua istituzione madre, prese la forma di un piccolo comune indipendente.

> Scopri, Monastero di San Dalmazio

Dopo secoli di aspre contese legate anche alla Rocca Sillana e alla Pieve San Giovanni, alla fine del Settecento San Dalmazio venne soppresso per passare come frazione sotto il Comune di Pomarance. Nonostante ne sia stato ridimensionato il suo potere, nel periodo dell’Unità d’Italia ebbe un piccolo ma importante ruolo, ospitando il generale Giuseppe Garibaldi, durante una delle rocambolesche tappe per sfuggire agli austriaci, in seguito alla capitolazione della Repubblica Romana.

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  • Marzo 28, 2024 17:36 local time