Nel territorio di Marciliana, si trova un riferimento a una cappella dedicata a San Nicola già nel XII secolo. Nel XVIII secolo, un documento papale di Monsignor Luigi Buonamici ne conferma l'associazione permanente alla Propositura di Radicondoli. Nonostante alcune terre di Marciliana fossero state vendute al Canonico Gaetano Noferi per 150 lire all'anno, il mantenimento dell'Oratorio presente su quelle terre rimase sotto la responsabilità del Proposto pro tempore di Radicondoli, Giovacchino Gamucci. La piccola chiesa era dotata di tutto il necessario per il servizio religioso, come documentato negli inventari del XVII secolo compilati dai Rettori della Chiesa.
La struttura era realizzata in pietra concia, con una trave supportata da una mensola e un puntello a forma di saettone, che sosteneva l'intero tetto. All'interno, un antico quadro decorava la chiesa, con l'immagine centrale della Vergine Santissima, affiancata da San Giovanni Battista e San Gregorio sul lato dell'Evangelo, e da San Pietro Martire e San Niccolò sul lato dell'Epistola. Sopra ciascuno di questi Santi, vi erano rappresentazioni dei Serafini, mentre sopra l'immagine della Vergine trovava posto l'immagine del Padre Eterno.
A causa del cattivo stato dell'edificio, che si era ulteriormente deteriorato, e considerando che dopo il trasferimento degli obblighi alla Collegiata, l'Oratorio non serviva più alla comunità circostante ma rappresentava solo un onere inutile per la difficile manutenzione, il Proposto del XIX secolo Giovacchino Magrini propose la "profanazione" dell'Oratorio. Questa richiesta ottenne il decreto di Mons. Giuseppe Gaetano Incontri che autorizzò lo spostamento di tutti gli arredi con l'indicazione di collocare una Croce di Ferro sulla muraglia sopra l'ingresso dell'Oratorio, affinché la memoria del luogo sacro non andasse perduta.
Successivamente, la struttura dell'Oratorio spogliato fu venduta negli anni Quaranta del secolo scorso, e il ricavato fu destinato a finanziare la costruzione di un cancello di ferro che chiude l'area della Propositura. Dell'oratorio, il cui valore si ridusse a un cancello di ferro, rimane ben poco; in epoca recente è stata trasformata in fienile per i lavori agricoli del Podere Marcigliana.
Nel territorio di Marciliana, si trova un riferimento a una cappella dedicata a San Nicola già nel XII secolo. Nel XVIII secolo, un documento papale di Monsignor Luigi Buonamici ne conferma l'associazione permanente alla Propositura di Radicondoli. Nonostante alcune terre di Marciliana fossero state vendute al Canonico Gaetano Noferi per 150 lire all'anno, il mantenimento dell'Oratorio presente su quelle terre rimase sotto la responsabilità del Proposto pro tempore di Radicondoli, Giovacchino Gamucci. La piccola chiesa era dotata di tutto il necessario per il servizio religioso, come documentato negli inventari del XVII secolo compilati dai Rettori della Chiesa.
La struttura era realizzata in pietra concia, con una trave supportata da una mensola e un puntello a forma di saettone, che sosteneva l'intero tetto. All'interno, un antico quadro decorava la chiesa, con l'immagine centrale della Vergine Santissima, affiancata da San Giovanni Battista e San Gregorio sul lato dell'Evangelo, e da San Pietro Martire e San Niccolò sul lato dell'Epistola. Sopra ciascuno di questi Santi, vi erano rappresentazioni dei Serafini, mentre sopra l'immagine della Vergine trovava posto l'immagine del Padre Eterno.
A causa del cattivo stato dell'edificio, che si era ulteriormente deteriorato, e considerando che dopo il trasferimento degli obblighi alla Collegiata, l'Oratorio non serviva più alla comunità circostante ma rappresentava solo un onere inutile per la difficile manutenzione, il Proposto del XIX secolo Giovacchino Magrini propose la "profanazione" dell'Oratorio. Questa richiesta ottenne il decreto di Mons. Giuseppe Gaetano Incontri che autorizzò lo spostamento di tutti gli arredi con l'indicazione di collocare una Croce di Ferro sulla muraglia sopra l'ingresso dell'Oratorio, affinché la memoria del luogo sacro non andasse perduta.
Successivamente, la struttura dell'Oratorio spogliato fu venduta negli anni Quaranta del secolo scorso, e il ricavato fu destinato a finanziare la costruzione di un cancello di ferro che chiude l'area della Propositura. Dell'oratorio, il cui valore si ridusse a un cancello di ferro, rimane ben poco; in epoca recente è stata trasformata in fienile per i lavori agricoli del Podere Marcigliana.