Medievale con uno spirito ottocentesco

Chiesa di Lustignano

La chiesa di Lustignano si fa notare subito: il borgo spicca proprio per la sua torre campanaria ottocentesca, così alta da rendersi visibile anche da lontano. Le campane installate su di essa, che di tanto in tanto suonano come l'ora comanda, richiamano all'attenzione e invitano alla sua scoperta.

La chiesa di San Martino si trova all'interno del borgo di Lustignano, ma nel medioevo svolgeva la funzione di pieve di campagna, eretta fuori dalle murate, come una sentinella sulle strade di passaggio più frequentate della zona. Abbracciava, a settentrione il territorio e la cappella di Sant'Andrea a Monte Ruffoli, e a levante la bandita della distrutta parrocchia di Vecchiena. Seppur di origini antiche oggi possiamo vedere ben poco del suo glorioso passato; nell'Ottocento, a causa dell'avvento dell'industria chimica di Larderello e il conseguente aumento demografico del paese, si volle restaurare la chiesa per darle un aspetto e una funzione più moderna e al passo con il progresso che permeava l'intero territorio.

Un non-santo protettore di Lustignano

Nuova chiesa di San Potente

La Chiesa di San Martino è da molti secoli associata alla figura di San Potente, speciale protettore di Lustignano. Di questa figura, rappresentata da un busto di terracotta in una nicchia sopra l'altare che da lui prende il nome, non sappiamo molto. Doveva trattarsi di un monaco del Duecento che, scampato al mare, si ritirò eremita in un romitorio nei pressi di Lustignano. Nel necrologio dei Santi, tuttavia, non esiste alcun San Potente quindi nasce il dubbio che la parola Potente sia più un aggettivo che un vero e proprio nome; così potente, dunque, da acquisire una venerazione dai suoi abitanti.

Nella metà del Trecento il suo culto accrebbe al punto da spingere i fedeli ad erigere, a fianco del romitorio, un oratorio in suo onore. Un tempo le solennità a lui dedicate, che cadono tutt'oggi il giorno dopo la Pentecoste, venivano tutelate civilmente precettandovi i vessilli comunali di tutta la Montagna Volterrana. Per l'occasione, dinanzi all'oratorio, venivano installate le giostre e organizzate delle danze sacre. A fine Ottocento, quando l'oratorio andò in rovina, la festa venne trasferita dinanzi all'Oratorio di San Giovanni, festeggiandovi ininterrottamente almeno fino alla metà del Novecento.

Medievale con uno spirito ottocentesco

Chiesa di Lustignano

La chiesa di Lustignano si fa notare subito: il borgo spicca proprio per la sua torre campanaria ottocentesca, così alta da rendersi visibile anche da lontano. Le campane installate su di essa, che di tanto in tanto suonano come l'ora comanda, richiamano all'attenzione e invitano alla sua scoperta.

La chiesa di San Martino si trova all'interno del borgo di Lustignano, ma nel medioevo svolgeva la funzione di pieve di campagna, eretta fuori dalle murate, come una sentinella sulle strade di passaggio più frequentate della zona. Abbracciava, a settentrione il territorio e la cappella di Sant'Andrea a Monte Ruffoli, e a levante la bandita della distrutta parrocchia di Vecchiena. Seppur di origini antiche oggi possiamo vedere ben poco del suo glorioso passato; nell'Ottocento, a causa dell'avvento dell'industria chimica di Larderello e il conseguente aumento demografico del paese, si volle restaurare la chiesa per darle un aspetto e una funzione più moderna e al passo con il progresso che permeava l'intero territorio.

Un non-santo protettore di Lustignano

Nuova chiesa di San Potente

La Chiesa di San Martino è da molti secoli associata alla figura di San Potente, speciale protettore di Lustignano. Di questa figura, rappresentata da un busto di terracotta in una nicchia sopra l'altare che da lui prende il nome, non sappiamo molto. Doveva trattarsi di un monaco del Duecento che, scampato al mare, si ritirò eremita in un romitorio nei pressi di Lustignano. Nel necrologio dei Santi, tuttavia, non esiste alcun San Potente quindi nasce il dubbio che la parola Potente sia più un aggettivo che un vero e proprio nome; così potente, dunque, da acquisire una venerazione dai suoi abitanti.

Nella metà del Trecento il suo culto accrebbe al punto da spingere i fedeli ad erigere, a fianco del romitorio, un oratorio in suo onore. Un tempo le solennità a lui dedicate, che cadono tutt'oggi il giorno dopo la Pentecoste, venivano tutelate civilmente precettandovi i vessilli comunali di tutta la Montagna Volterrana. Per l'occasione, dinanzi all'oratorio, venivano installate le giostre e organizzate delle danze sacre. A fine Ottocento, quando l'oratorio andò in rovina, la festa venne trasferita dinanzi all'Oratorio di San Giovanni, festeggiandovi ininterrottamente almeno fino alla metà del Novecento.