Transistato per la Valdicecina

Le tracce di San Pietro

Nell'alto medioevo, sulle alture della Valdicecina, negli stessi luoghi in cui erano ubicate le primitive sedi cristiane, anche d’epoca apostolica, sorgevano importanti spedali, dove curavano i malati e ospitavano i romei, i pellegrini diretti a Roma. Tradizione vuole che anche San Pietro, come tanti altri, sarebbe transitato fisicamente per queste terre della Valdicecina più di una volta ed essendo lui uno stimato apostolo, lungo il suo percorso, i fedeli edificarono chiese a lui dedicate; laddove sostava più a lungo, nascevano invece chiese intitolate al SS. Salvatore, cioè a Gesù Cristo, da Pietro diffusamente predicato.

Nella toponomastica di Castelnuovo Val di Cecina si ravvisano un Fosso di San Pietro e una Chiesa di San Pietro, oggi purtroppo scomparsa. I due siti, proprio secondo la voce popolare accennata, lasciano chiaramente intendere che San Pietro sia passato anche di qui. La costruzione di una chiesa a nome del SS. Salvatore all'interno del borgo incastellato infine ne conferma in via assoluta la teoria. La chiesa del SS. Salvatore fu costruita all'alba del nuovo millennio in occasione di un ritorno di ammirazione verso questo santo.

A fianco della chiesa di SS. Salvatore

Cripta alla Porta Santa

La chiesa dedicata al SS. Salvatore, la cui festa si celebra il 9 novembre, è la parrocchiale di Castelnuovo Val di Cecina. L’arco in stile romanico che sovrasta il portale di accesso e i numerosi rifacimenti visibili sulla facciata, non lasciano dubbi sull’antica origine della Chiesa. Sul lato destro, l’edificio si appoggia alla Cripta alla Porta Santa, attraverso la quale si accede ad uno dei percorsi che conducono all’antico borgo. Con tutta probabilità, la Cripta era adibita in origine a luogo di sepoltura.

Numerosi resti umani venuti alla luce negli anni Ottanta del Novecento, durante i lavori di ripavimentazione, e un recipiente ceramico quasi integro usato come ossario, attualmente esposto in una nicchia sotto la volta della cripta, confermerebbero questa ipotesi. La copertura della Cripta si avvale di volte a vela, realizzate in mattoni, che scaricano il peso su mensole laterali in arenaria grigia, che recano scolpito alla sommità un motivo ornamentale ricorrente sui portali di certe Pievi del senese.

Nuovi titoli ecclesiastici

Da chiesa suffraganea a Pieve

Fino alla metà del Quattrocento la chiesa era suffraganea della Pieve a Morba risiedente nel Comune di Pomarance; questo implicava che la fonte battesimale prerogativa delle sole pievi, costringeva gli abitanti di Castelnuovo a percorrere a piedi circa due miglia di strada sconnessa, per poter battezzare i propri figli. Quando la Pieve a Morba fu abbandonata per inagibilità, il Vescovo di Volterra Ugolino de' Giugni, dispose che la Chiesa del SS. Salvatore acquisisse i titoli di Pieve, dotandosi di propria fonte battesimale.

Elevata a Pieve le furono sottoposte le Chiese di Sant’Andrea Apostolo, la Cappella di Loto situata al Castel Volterrano dedicata a Santa Maria Maddalena, Santa Maria di Bruciano, San Bartolomeo a Lama, San Michele al Piano, La Cappella di Betto dedicata a Santa Caterina delle Ruote, Santa Lucia situata oltre il Pavone, la Chiesa della Purificazione nel borgo, l’antica Chiesa di San Pietro al Canale e quella di San Filippo e Giacomo. Molte di queste chiese oggi sono scomparse, cadute in rovina o abbandonate.

Un episodio funesto

L'attacco dei fulmini

A metà del Settecento, un evento meteorologico del tutto eccezionale interessò il territorio di Castelnuovo Val di Cecina. Durante una nevicata straordinaria, alternata a grandine e pioggia, alcuni fulmini colpirono il campanile della chiesa del SS. Salvatore. Il 31 Dicembre a mezzogiorno in punto il campanile fu centrato da due fulmini: il primo colpì la croce scagliandola in aria, rompendo camini e sfondando tetti di case adiacenti. Il secondo investì in pieno la torre, aprendola in mezzo e facendo precipitare a terra una delle due campane.

Le pietre finirono sul tetto della chiesa frantumandolo. Si stava celebrando in quel momento una funzione religiosa di fine anno, a cui erano presenti numerose persone, dieci delle quali rimasero ferite, ma per fortuna solo due gravemente. Nonostante il panico dei fedeli e l’acqua che continuava a scendere dal tetto, il Parroco continuò a celebrare la messa. Il 6 Gennaio seguente, fu esposta l’antica Immagine del SS. Salvatore Gesù Crocifisso, per ringraziare la misericordia divina che aveva consentito che nessuno perisse in quel terribile frangente.

I particolari della parrocchiale

Gli arredi della chiesa

All’interno della chiesa possiamo ammirare l’imponente organo, restaurato alla fine del Novecento e che in precedenza era situato su un palco sovrastante la porta di accesso, sorretto da colonne, le cui tracce sono ancora presenti sul pavimento. L’organo, per le caratteristiche costruttive e la qualità del suono, è considerato dagli esperti uno strumento musicale molto pregevole. Di origine seicentesca, vi furono aggiunti alcuni registri dai fratelli Zanetti, organai in Volterra.

Nei suoi spazi esisteva, almeno fino alla metà del Quattrocento, una cappella dedicata a San Bernardino, come ricorda il trigramma IHS ancora presente sulla parete. All’interno della chiesa si può ammirare una pregevole Via Crucis, realizzata in formelle di ceramica dipinta, opera settecentesca di Francesco Fransini. Sopra l’altare maggiore è esposto il grande crocifisso del Trecento in legno di pero selvatico, considerato uno degli esempi più significativi della scultura lignea di scuola pisana. Infine una nicchia sul lato destro della chiesa accoglie una statua di legno policromato, raffigurante San Michele, secondo patrono della medesima Chiesa.

Transistato per la Valdicecina

Le tracce di San Pietro

Nell'alto medioevo, sulle alture della Valdicecina, negli stessi luoghi in cui erano ubicate le primitive sedi cristiane, anche d’epoca apostolica, sorgevano importanti spedali, dove curavano i malati e ospitavano i romei, i pellegrini diretti a Roma. Tradizione vuole che anche San Pietro, come tanti altri, sarebbe transitato fisicamente per queste terre della Valdicecina più di una volta ed essendo lui uno stimato apostolo, lungo il suo percorso, i fedeli edificarono chiese a lui dedicate; laddove sostava più a lungo, nascevano invece chiese intitolate al SS. Salvatore, cioè a Gesù Cristo, da Pietro diffusamente predicato.

Nella toponomastica di Castelnuovo Val di Cecina si ravvisano un Fosso di San Pietro e una Chiesa di San Pietro, oggi purtroppo scomparsa. I due siti, proprio secondo la voce popolare accennata, lasciano chiaramente intendere che San Pietro sia passato anche di qui. La costruzione di una chiesa a nome del SS. Salvatore all'interno del borgo incastellato infine ne conferma in via assoluta la teoria. La chiesa del SS. Salvatore fu costruita all'alba del nuovo millennio in occasione di un ritorno di ammirazione verso questo santo.

A fianco della chiesa di SS. Salvatore

Cripta alla Porta Santa

La chiesa dedicata al SS. Salvatore, la cui festa si celebra il 9 novembre, è la parrocchiale di Castelnuovo Val di Cecina. L’arco in stile romanico che sovrasta il portale di accesso e i numerosi rifacimenti visibili sulla facciata, non lasciano dubbi sull’antica origine della Chiesa. Sul lato destro, l’edificio si appoggia alla Cripta alla Porta Santa, attraverso la quale si accede ad uno dei percorsi che conducono all’antico borgo. Con tutta probabilità, la Cripta era adibita in origine a luogo di sepoltura.

Numerosi resti umani venuti alla luce negli anni Ottanta del Novecento, durante i lavori di ripavimentazione, e un recipiente ceramico quasi integro usato come ossario, attualmente esposto in una nicchia sotto la volta della cripta, confermerebbero questa ipotesi. La copertura della Cripta si avvale di volte a vela, realizzate in mattoni, che scaricano il peso su mensole laterali in arenaria grigia, che recano scolpito alla sommità un motivo ornamentale ricorrente sui portali di certe Pievi del senese.

Nuovi titoli ecclesiastici

Da chiesa suffraganea a Pieve

Fino alla metà del Quattrocento la chiesa era suffraganea della Pieve a Morba risiedente nel Comune di Pomarance; questo implicava che la fonte battesimale prerogativa delle sole pievi, costringeva gli abitanti di Castelnuovo a percorrere a piedi circa due miglia di strada sconnessa, per poter battezzare i propri figli. Quando la Pieve a Morba fu abbandonata per inagibilità, il Vescovo di Volterra Ugolino de' Giugni, dispose che la Chiesa del SS. Salvatore acquisisse i titoli di Pieve, dotandosi di propria fonte battesimale.

Elevata a Pieve le furono sottoposte le Chiese di Sant’Andrea Apostolo, la Cappella di Loto situata al Castel Volterrano dedicata a Santa Maria Maddalena, Santa Maria di Bruciano, San Bartolomeo a Lama, San Michele al Piano, La Cappella di Betto dedicata a Santa Caterina delle Ruote, Santa Lucia situata oltre il Pavone, la Chiesa della Purificazione nel borgo, l’antica Chiesa di San Pietro al Canale e quella di San Filippo e Giacomo. Molte di queste chiese oggi sono scomparse, cadute in rovina o abbandonate.

Un episodio funesto

L'attacco dei fulmini

A metà del Settecento, un evento meteorologico del tutto eccezionale interessò il territorio di Castelnuovo Val di Cecina. Durante una nevicata straordinaria, alternata a grandine e pioggia, alcuni fulmini colpirono il campanile della chiesa del SS. Salvatore. Il 31 Dicembre a mezzogiorno in punto il campanile fu centrato da due fulmini: il primo colpì la croce scagliandola in aria, rompendo camini e sfondando tetti di case adiacenti. Il secondo investì in pieno la torre, aprendola in mezzo e facendo precipitare a terra una delle due campane.

Le pietre finirono sul tetto della chiesa frantumandolo. Si stava celebrando in quel momento una funzione religiosa di fine anno, a cui erano presenti numerose persone, dieci delle quali rimasero ferite, ma per fortuna solo due gravemente. Nonostante il panico dei fedeli e l’acqua che continuava a scendere dal tetto, il Parroco continuò a celebrare la messa. Il 6 Gennaio seguente, fu esposta l’antica Immagine del SS. Salvatore Gesù Crocifisso, per ringraziare la misericordia divina che aveva consentito che nessuno perisse in quel terribile frangente.

I particolari della parrocchiale

Gli arredi della chiesa

All’interno della chiesa possiamo ammirare l’imponente organo, restaurato alla fine del Novecento e che in precedenza era situato su un palco sovrastante la porta di accesso, sorretto da colonne, le cui tracce sono ancora presenti sul pavimento. L’organo, per le caratteristiche costruttive e la qualità del suono, è considerato dagli esperti uno strumento musicale molto pregevole. Di origine seicentesca, vi furono aggiunti alcuni registri dai fratelli Zanetti, organai in Volterra.

Nei suoi spazi esisteva, almeno fino alla metà del Quattrocento, una cappella dedicata a San Bernardino, come ricorda il trigramma IHS ancora presente sulla parete. All’interno della chiesa si può ammirare una pregevole Via Crucis, realizzata in formelle di ceramica dipinta, opera settecentesca di Francesco Fransini. Sopra l’altare maggiore è esposto il grande crocifisso del Trecento in legno di pero selvatico, considerato uno degli esempi più significativi della scultura lignea di scuola pisana. Infine una nicchia sul lato destro della chiesa accoglie una statua di legno policromato, raffigurante San Michele, secondo patrono della medesima Chiesa.

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