Archeologia industriale dell'Ottocento

Una diga dimenticata nei boschi

La diga detta Il Muraglione, censita al Registro Italiano Dighe (R.I.D.) col n. 1810, fu realizzata e messa in esercizio nell'anno 1884 quale riserva idrica per il lavaggio del rame delle miniere di Montecatini portato in superficie dal vicino Pozzo Alfredo. Si trova in una zona boschiva alle pendici del monte Massi, a circa 500m di quota sul livello del mare e a circa 500m di distanza dall’insediamento minerario di Camporciano.

Le tecnologie esistenti all'epoca non permisero di valutare esattamente la particolarità del terreno che doveva servire da invaso ed infatti, per la sua permeabilità, esso non consentì la tenuta delle acque che qui si volevano accumulare. Per tale motivo l'invaso non fu praticamente mai utilizzato ed a valle dello stesso fu quindi realizzato un altro invaso denominato il Margone che, posto in terreno argilloso ed impermeabile consentì l'accumulo di acque piovane provenienti dal bacino sovrastante.

Abbandonata alla mercé del bosco che, nei decenni, la ha completamente inghiottita, regala scenari fortemente post apocalittici.

Scenari Post Apocalittici

Invaso per la pulizia del rame

Il Muraglione, inutilizzato da sempre, mai denunciato agli organi competenti dalle proprietà succedutesi nella gestione della miniera, rappresenta oggi un'importante struttura storico architettonica di archeologia industriale e, per tali aspetti è in corso la progettazione per il suo recupero in modo da inserirla nel contesto dei fabbricati e delle strutture del costituendo Museo delle Miniere.

La diga fu acquisita da parte del Comune di Montecatini nel Duemila, unitamente all'intera area mineraria, dalla Società Immobiliare "La Miniera" la quale, a sua volta, l'aveva acquistata dalla Montedison S.p.A. negli anni Settanta del secolo scorso a seguito della dismissione che, quest'ultima, effettuò dei siti industriali in Toscana.

La diga è stata costruita come una diga in muratura, con i due paramenti esterni di spessore decrescente dal basso verso l’alto, ed un nucleo centrale “a sacco” in muratura di pietrame mista a terra e risulta fondata direttamente sul substrato roccioso, estesamente affiorante nella zona.

Archeologia industriale dell'Ottocento

Una diga dimenticata nei boschi

La diga detta Il Muraglione, censita al Registro Italiano Dighe (R.I.D.) col n. 1810, fu realizzata e messa in esercizio nell'anno 1884 quale riserva idrica per il lavaggio del rame delle miniere di Montecatini portato in superficie dal vicino Pozzo Alfredo. Si trova in una zona boschiva alle pendici del monte Massi, a circa 500m di quota sul livello del mare e a circa 500m di distanza dall’insediamento minerario di Camporciano.

Le tecnologie esistenti all'epoca non permisero di valutare esattamente la particolarità del terreno che doveva servire da invaso ed infatti, per la sua permeabilità, esso non consentì la tenuta delle acque che qui si volevano accumulare. Per tale motivo l'invaso non fu praticamente mai utilizzato ed a valle dello stesso fu quindi realizzato un altro invaso denominato il Margone che, posto in terreno argilloso ed impermeabile consentì l'accumulo di acque piovane provenienti dal bacino sovrastante.

Abbandonata alla mercé del bosco che, nei decenni, la ha completamente inghiottita, regala scenari fortemente post apocalittici.

Scenari Post Apocalittici

Invaso per la pulizia del rame

Il Muraglione, inutilizzato da sempre, mai denunciato agli organi competenti dalle proprietà succedutesi nella gestione della miniera, rappresenta oggi un'importante struttura storico architettonica di archeologia industriale e, per tali aspetti è in corso la progettazione per il suo recupero in modo da inserirla nel contesto dei fabbricati e delle strutture del costituendo Museo delle Miniere.

La diga fu acquisita da parte del Comune di Montecatini nel Duemila, unitamente all'intera area mineraria, dalla Società Immobiliare "La Miniera" la quale, a sua volta, l'aveva acquistata dalla Montedison S.p.A. negli anni Settanta del secolo scorso a seguito della dismissione che, quest'ultima, effettuò dei siti industriali in Toscana.

La diga è stata costruita come una diga in muratura, con i due paramenti esterni di spessore decrescente dal basso verso l’alto, ed un nucleo centrale “a sacco” in muratura di pietrame mista a terra e risulta fondata direttamente sul substrato roccioso, estesamente affiorante nella zona.

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  • Marzo 28, 2024 14:10 local time