Nel centro del borgo

La sede del Comune

In Via della Madonna, nel punto in cui il passaggio si allarga formando una simil piazzetta, ha sede il Municipio di Montescudaio. Qui risiedono gli uffici comunali ai quali i residenti si appellano per risolvere le proprie quotidianità, ma per un viaggio di piacere questo scorcio offre spunto anche per una sosta. Non mancano le panchine e i numerosi vasi floreali arredano lo spazio rendendolo piacevole e invitante. Qui vive l'anima di paese e un chiosco si offre come infopoint turistico.

Sulla facciata si trova un bel davanzale di muratura piena dove volteggiano le classiche bandiere di sodalizio; sopra di esso campeggia l'insegna del Municipio in ferro battuto in stile novecento e lo stemma marmoreo del Comune. Appena sulla sinistra della scritta una bellissima meridiana funzionante per chi chi vuole conoscere l’ora utilizzando il sole. La facciata presenta anche due targhe poste rispettivamente a sinistra e a destra dell'ingresso. Una manifesta con orgoglio gli oltre seicento anni di autonomia comunale intrapresa dal 1 marzo del 1408, con sotto una citazione tratta da Le Città Invisibili di Calvino. L'altra ricorda, con un aforisma di Salvatore Quasimodo, l'eccidio che la ferocia nazista eseguì a scapito di tante vittime compresi alcuni abitanti locali come Ciompi Guido, Biasci Angelo, Placidi Rizieri, Verani Carlino, Biasci Pierino, Vannini Pietro: nomi della resistenza, amici e sostenitori del gruppo partigiano "Guido Boscaglia".

La storia del borgo

Mezzo millennio in autonomia

Montescudaio è un borgo fortificato con una forte impronta medievale e settecentesca. La sua storia parte dalle civiltà degli antichi etruschi, ma è dopo l'anno Mille che si comincia a vedere con precisione il suo profilo. La crescita di questa località la si deve al monastero benedettino femminile, al castello e alle proprietà dei Conti della Gherardesca che dettero vita a un ramo indipendente della famiglia.

Dal Duecento fino al Quattrocento come tutta la Val di Cecina è sotto la turbolenta azione di predominio della Repubblica Pisana e successivamente Fiorentina, in una continua contesa altalenante. Con i pisani i Conti di Montescudaio si resero più volte protagonisti di atti di ribellione; gli usurpatori bramavano questo territorio per la sua posizione strategica: essenziale per il controllo del territorio circostante, dal quale la vista si porta fino al mare. Quando Montescudaio venne venduta a Firenze, i Conti riuscirono ad inserirsi nella corte dei nuovi signori, ottenendo così la nomina di vicari della Maremma, ma dall'altra parte, perdendo l'autorità del castello una volta divenuto Comune indipendente.

Nel centro del borgo

La sede del Comune

In Via della Madonna, nel punto in cui il passaggio si allarga formando una simil piazzetta, ha sede il Municipio di Montescudaio. Qui risiedono gli uffici comunali ai quali i residenti si appellano per risolvere le proprie quotidianità, ma per un viaggio di piacere questo scorcio offre spunto anche per una sosta. Non mancano le panchine e i numerosi vasi floreali arredano lo spazio rendendolo piacevole e invitante. Qui vive l'anima di paese e un chiosco si offre come infopoint turistico.

Sulla facciata si trova un bel davanzale di muratura piena dove volteggiano le classiche bandiere di sodalizio; sopra di esso campeggia l'insegna del Municipio in ferro battuto in stile novecento e lo stemma marmoreo del Comune. Appena sulla sinistra della scritta una bellissima meridiana funzionante per chi chi vuole conoscere l’ora utilizzando il sole. La facciata presenta anche due targhe poste rispettivamente a sinistra e a destra dell'ingresso. Una manifesta con orgoglio gli oltre seicento anni di autonomia comunale intrapresa dal 1 marzo del 1408, con sotto una citazione tratta da Le Città Invisibili di Calvino. L'altra ricorda, con un aforisma di Salvatore Quasimodo, l'eccidio che la ferocia nazista eseguì a scapito di tante vittime compresi alcuni abitanti locali come Ciompi Guido, Biasci Angelo, Placidi Rizieri, Verani Carlino, Biasci Pierino, Vannini Pietro: nomi della resistenza, amici e sostenitori del gruppo partigiano "Guido Boscaglia".

La storia del borgo

Mezzo millennio in autonomia

Montescudaio è un borgo fortificato con una forte impronta medievale e settecentesca. La sua storia parte dalle civiltà degli antichi etruschi, ma è dopo l'anno Mille che si comincia a vedere con precisione il suo profilo. La crescita di questa località la si deve al monastero benedettino femminile, al castello e alle proprietà dei Conti della Gherardesca che dettero vita a un ramo indipendente della famiglia.

Dal Duecento fino al Quattrocento come tutta la Val di Cecina è sotto la turbolenta azione di predominio della Repubblica Pisana e successivamente Fiorentina, in una continua contesa altalenante. Con i pisani i Conti di Montescudaio si resero più volte protagonisti di atti di ribellione; gli usurpatori bramavano questo territorio per la sua posizione strategica: essenziale per il controllo del territorio circostante, dal quale la vista si porta fino al mare. Quando Montescudaio venne venduta a Firenze, i Conti riuscirono ad inserirsi nella corte dei nuovi signori, ottenendo così la nomina di vicari della Maremma, ma dall'altra parte, perdendo l'autorità del castello una volta divenuto Comune indipendente.

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