La venerazione dei sassesi

Il redentore tra verità e leggenda

Ubicata all'inizio di Via Torre si trova l'Oratorio del Redentore. Fu costruito da Lorenzo Regoli nel Seicento; donata al Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Volterra, è gestita da una confraternita laicale locale.

Al suo interno ben conservata puoi vedere la statua in terracotta dipinta del Redentore; molto venerata dai sassesi, è protagonista di numerose leggende. La più famosa di queste racconta che fosse stata ritrovata nel bosco di Montalpruno da alcuni cacciatori che prontamente la staccarono dalla base di pietra su cui poggiava, portandola al vicino borgo di Casale.

Ma da lì, nella notte la statua sparì, per riprendere il suo posto nel bosco. Saputo del fatto gli abitanti della Sassa partirono in processione per recuperarla di nuovo, quindi la trasferirono al paese e la deposero con tutto il suo piedistallo di pietra nel piccolo oratorio. Si racconta che da allora si ebbero numerosi prodigi; gli abitanti si rivolgevano alla statua per ricevere grazie, ma soprattutto per invocare la pioggia in caso di siccità nei mesi di luglio, quando se ne celebra la festa, e di agosto.

Leggende cristiane

L'incontro tra Gesù e San Pietro

Il Cristo Redentore è associato a questo territorio perché una seconda leggenda narra di un incontro avvenuto tra lui e San Pietro, nei primi anni del Cristianesimo. Presso il Botro della Canonica, in località La Chiesa, dove oggi sono visibili alcune rovine parzialmente coperte dalla vegetazione, Pietro avrebbe trovato rifugio dalle persecuzioni dei Romani e lì gli sarebbe apparso il Signore al quale si sarebbe rivolto con la famosa frase "Quo vadis?".

Ricevuto l'invito di seguirlo a Roma e di accettare il martirio, Pietro avrebbe lasciato questi luoghi dove, a conferma dell'incontro, sarebbe rimasta l'impronta del piede di Cristo su una pietra, al margine della strada. Di questa impronta ovviamente non abbiamo traccia, ma piace pensare che sia lì da qualche parte ancora di riscoprire.

Vero o non vero, tuttavia la leggenda spiega il motivo per cui la statua della precedente storia potesse trovarsi qui, in onore di quell'incontro, e il particolare culto per il Cristo Redentore che da secoli è radicato alla Sassa.

La venerazione dei sassesi

Il redentore tra verità e leggenda

Ubicata all'inizio di Via Torre si trova l'Oratorio del Redentore. Fu costruito da Lorenzo Regoli nel Seicento; donata al Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Volterra, è gestita da una confraternita laicale locale.

Al suo interno ben conservata puoi vedere la statua in terracotta dipinta del Redentore; molto venerata dai sassesi, è protagonista di numerose leggende. La più famosa di queste racconta che fosse stata ritrovata nel bosco di Montalpruno da alcuni cacciatori che prontamente la staccarono dalla base di pietra su cui poggiava, portandola al vicino borgo di Casale.

Ma da lì, nella notte la statua sparì, per riprendere il suo posto nel bosco. Saputo del fatto gli abitanti della Sassa partirono in processione per recuperarla di nuovo, quindi la trasferirono al paese e la deposero con tutto il suo piedistallo di pietra nel piccolo oratorio. Si racconta che da allora si ebbero numerosi prodigi; gli abitanti si rivolgevano alla statua per ricevere grazie, ma soprattutto per invocare la pioggia in caso di siccità nei mesi di luglio, quando se ne celebra la festa, e di agosto.

Leggende cristiane

L'incontro tra Gesù e San Pietro

Il Cristo Redentore è associato a questo territorio perché una seconda leggenda narra di un incontro avvenuto tra lui e San Pietro, nei primi anni del Cristianesimo. Presso il Botro della Canonica, in località La Chiesa, dove oggi sono visibili alcune rovine parzialmente coperte dalla vegetazione, Pietro avrebbe trovato rifugio dalle persecuzioni dei Romani e lì gli sarebbe apparso il Signore al quale si sarebbe rivolto con la famosa frase "Quo vadis?".

Ricevuto l'invito di seguirlo a Roma e di accettare il martirio, Pietro avrebbe lasciato questi luoghi dove, a conferma dell'incontro, sarebbe rimasta l'impronta del piede di Cristo su una pietra, al margine della strada. Di questa impronta ovviamente non abbiamo traccia, ma piace pensare che sia lì da qualche parte ancora di riscoprire.

Vero o non vero, tuttavia la leggenda spiega il motivo per cui la statua della precedente storia potesse trovarsi qui, in onore di quell'incontro, e il particolare culto per il Cristo Redentore che da secoli è radicato alla Sassa.

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