Dimore dell'alta borghesia

A immagine del palazzo di Livorno

Francesco de Larderel fu un mirabile imprenditore francese a cui dobbiamo l'inizio vincente dello sfruttamento industriale dei soffioni boraciferi dell'alta Valdicecina. Agli albori dell'Ottocento a seguito della rivoluzione francese si trasferì nel cuore della Toscana, e come lui altre famiglie benestanti, cambiando radicalmente l'aspetto urbano di interi territori rurali. La sua ascesa nel panorama imprenditoriale del Granducato di Toscana coincise con la costruzione di grande aree industriali, paesi ex-novo ad uso dei dipendenti delle sua azienda, chiese e alcuni palazzi nobiliari.

Tra quest'ultimi spicca senz'altro il Palazzo de Larderel, grande dimora residenziale di famiglia, visibile lungo la via dei Condotti Nuovi di Livorno. Trattasi forse del più imponente e sontuoso palazzo livornese dell'Ottocento, dal cui progetto architettonica Francesco volle costruire un ulteriore simile palazzo trasposto nell'antico centro storico di Pomarance. Prendendo il medesimo nome di Palazzo de Larderel e la sua enorme stazza strutturale da far sminuire la maggior parte degli edifici del paese, quello di Pomarance diventò la dimora autunnale della famiglia.

Acquisito dal Comune di Pomarance

Al cospetto di Porta Massetana

Negli anni Sessanta del Novecento i Ginori Conti, eredi dei De Larderel, cedettero il palazzo all'amministrazione comunale di Pomarance che da allora ha iniziato il suo recupero. Palazzo de Larderel distribuisce all’inizio del paese tra Via Massetana e Via Roncalli, nell’antica contrada di borgo al cospetto della Porta Massetana; alcuni dei suoi spazi, che ormai hanno perso quasi tutti gli arredi originari, sono stati offerti al servizio del paese, collocandovi l'Ufficio Tecnico comunale e la sede della Comunità Montana della Val di Cecina.

Così riconvertito agli usi più moderni, del suo antico passato e del suo stile neoclassico possiamo ammirare ben poco, se non le sue affascinanti decorazioni esterne, il prezioso saloncino nell'ala sud-ovest adibita a teatro privato e lo scalone d'onore, quello che dal giardino degli aranci ed annesse scuderie portava ai piani nobiliari, incontrando sulle rampe lapidi in marmo che ricordano il passaggio di personalità regali.

Un quartiere completamente nuovo

Radicale cambio urbanistico

Per la realizzazione del grandioso pro­getto firmato dall'architetto livornese Ferdinando Magagnino, Francesco acquistò la pro­prietà del Cav. Giovanni Falconcini, a cui si ag­giunse la casa di Metani Donato addossata all’antico ba­luardo di Porta Massetana, la casa del Cav. Giuseppe Bardini, l’abita­zione di Francesco Funaioli insieme ad una cantina dei fratelli Mi­chele e Giuseppe Bicocchi e un terreno ad uso lavorativo dal sig. Beliucci Ermogasto, che era quella porzione di suolo al di fuori delle vecchie mura castellane denominate il Tribbietto.

La situazione urbanistica di quest'area cambiò radicalmente nel giro di una decina di anni. A seguito degli acquisti demolì il baluardo di Por­ta Massetana e la casa del Melani; occu­pò una piccola piazzetta chiamata Padella e abbatté i resti delle mura castellane. Il lotto centrale del Palazzo, che avrebbe dovuto avere lo stesso impo­nente prospetto del palazzo di Livorno, venne ampliato chiedendo alle Magistrature la fabbrica adiacente della Cancelleria in cambio di una nuova Can­celleria costruita a spese dei Larderel tra la via Provinciale Massetana e via dei Boschetti.

Dal teatro al giardino

I segni dell'architettura ottocentesca

Purtroppo Francesco De Larderel non riuscì mai a vedere ultimata la sua grande dimora. Pensate che la costruzione dell'edificio fu terminata dal figlio Federigo, venti anni dopo dalla posa della prima pietra, con l’ampliamento dell’ala del palazzo verso Porta Massetana, la costruzione del Teatro del Larderel, l'acquisizione della casa con orto di Cammillo Fantacci ad uso di scuderia e la composizione di un lunghissimo giardino di aranci con vista sulla retrostante Valdicecina.

Su Via Massetana, davanti l'attuale caserma dei carabinieri, si erge imponente l'androne delle rimesse. Era adibita anche a coppaia dove venivano depositati enormi coppi in terracotta per la conservazione dell'olio della fattoria De Larderel. A fianco dell'androne un cancello di ferro, culminato dallo stemma di famiglia, permette l'ingresso al giardino retrostante che si distende lungo la facciata più bella di Palazzo de Larderel; il lato migliore da dove poter ammirare il segno distintivo dell'architettura ottocentesca e neoclassica.

Da Via Massetana a Via Roncalli

Il vecchio e il nuovo

Su Via Garibaldi Palazzo de Larderel è delimitato da una alta cinta muraria che impedisce la vista completa della sua bella facciata, ma il disagio è facilmente sopperibile accedendo nel giardino. Degni di nota sono il portale centrale con bugnato laterale, le numerose finestre con marca davanzale, pannelli di basamento e cimasa, il balconcino e il timpano centrale con il grande stemma in cotto della famiglia De Larderel, in cui si legge: “Raffaello Agresti fece all’lmpruneta nel 1871”.

Su Via Roncalli la facciata si presenta più anonima, tuttavia la moderna piazzetta prospicente le addossa tutta l'attenzione del turista di passaggio. La piazzetta rimarca una parte dei confini dell'antica piazza Padella di origine medievale, dove al tempo, in posizione centrale si trovava una cisterna pubblica di notevoli dimensioni e che provvedeva al fabbisogno d'acqua della popolazione del centro storico. Nell'Ottocento Piazza Padella fu inglobata nell'ala sud di Palazzo de Larderel, poi minata e rasa al suolo dai tedeschi in ritirata durante la seconda guerra mondiale.

Dimore dell'alta borghesia

A immagine del palazzo di Livorno

Francesco de Larderel fu un mirabile imprenditore francese a cui dobbiamo l'inizio vincente dello sfruttamento industriale dei soffioni boraciferi dell'alta Valdicecina. Agli albori dell'Ottocento a seguito della rivoluzione francese si trasferì nel cuore della Toscana, e come lui altre famiglie benestanti, cambiando radicalmente l'aspetto urbano di interi territori rurali. La sua ascesa nel panorama imprenditoriale del Granducato di Toscana coincise con la costruzione di grande aree industriali, paesi ex-novo ad uso dei dipendenti delle sua azienda, chiese e alcuni palazzi nobiliari.

Tra quest'ultimi spicca senz'altro il Palazzo de Larderel, grande dimora residenziale di famiglia, visibile lungo la via dei Condotti Nuovi di Livorno. Trattasi forse del più imponente e sontuoso palazzo livornese dell'Ottocento, dal cui progetto architettonica Francesco volle costruire un ulteriore simile palazzo trasposto nell'antico centro storico di Pomarance. Prendendo il medesimo nome di Palazzo de Larderel e la sua enorme stazza strutturale da far sminuire la maggior parte degli edifici del paese, quello di Pomarance diventò la dimora autunnale della famiglia.

Acquisito dal Comune di Pomarance

Al cospetto di Porta Massetana

Negli anni Sessanta del Novecento i Ginori Conti, eredi dei De Larderel, cedettero il palazzo all'amministrazione comunale di Pomarance che da allora ha iniziato il suo recupero. Palazzo de Larderel distribuisce all’inizio del paese tra Via Massetana e Via Roncalli, nell’antica contrada di borgo al cospetto della Porta Massetana; alcuni dei suoi spazi, che ormai hanno perso quasi tutti gli arredi originari, sono stati offerti al servizio del paese, collocandovi l'Ufficio Tecnico comunale e la sede della Comunità Montana della Val di Cecina.

Così riconvertito agli usi più moderni, del suo antico passato e del suo stile neoclassico possiamo ammirare ben poco, se non le sue affascinanti decorazioni esterne, il prezioso saloncino nell'ala sud-ovest adibita a teatro privato e lo scalone d'onore, quello che dal giardino degli aranci ed annesse scuderie portava ai piani nobiliari, incontrando sulle rampe lapidi in marmo che ricordano il passaggio di personalità regali.

Un quartiere completamente nuovo

Radicale cambio urbanistico

Per la realizzazione del grandioso pro­getto firmato dall'architetto livornese Ferdinando Magagnino, Francesco acquistò la pro­prietà del Cav. Giovanni Falconcini, a cui si ag­giunse la casa di Metani Donato addossata all’antico ba­luardo di Porta Massetana, la casa del Cav. Giuseppe Bardini, l’abita­zione di Francesco Funaioli insieme ad una cantina dei fratelli Mi­chele e Giuseppe Bicocchi e un terreno ad uso lavorativo dal sig. Beliucci Ermogasto, che era quella porzione di suolo al di fuori delle vecchie mura castellane denominate il Tribbietto.

La situazione urbanistica di quest'area cambiò radicalmente nel giro di una decina di anni. A seguito degli acquisti demolì il baluardo di Por­ta Massetana e la casa del Melani; occu­pò una piccola piazzetta chiamata Padella e abbatté i resti delle mura castellane. Il lotto centrale del Palazzo, che avrebbe dovuto avere lo stesso impo­nente prospetto del palazzo di Livorno, venne ampliato chiedendo alle Magistrature la fabbrica adiacente della Cancelleria in cambio di una nuova Can­celleria costruita a spese dei Larderel tra la via Provinciale Massetana e via dei Boschetti.

Dal teatro al giardino

I segni dell'architettura ottocentesca

Purtroppo Francesco De Larderel non riuscì mai a vedere ultimata la sua grande dimora. Pensate che la costruzione dell'edificio fu terminata dal figlio Federigo, venti anni dopo dalla posa della prima pietra, con l’ampliamento dell’ala del palazzo verso Porta Massetana, la costruzione del Teatro del Larderel, l'acquisizione della casa con orto di Cammillo Fantacci ad uso di scuderia e la composizione di un lunghissimo giardino di aranci con vista sulla retrostante Valdicecina.

Su Via Massetana, davanti l'attuale caserma dei carabinieri, si erge imponente l'androne delle rimesse. Era adibita anche a coppaia dove venivano depositati enormi coppi in terracotta per la conservazione dell'olio della fattoria De Larderel. A fianco dell'androne un cancello di ferro, culminato dallo stemma di famiglia, permette l'ingresso al giardino retrostante che si distende lungo la facciata più bella di Palazzo de Larderel; il lato migliore da dove poter ammirare il segno distintivo dell'architettura ottocentesca e neoclassica.

Da Via Massetana a Via Roncalli

Il vecchio e il nuovo

Su Via Garibaldi Palazzo de Larderel è delimitato da una alta cinta muraria che impedisce la vista completa della sua bella facciata, ma il disagio è facilmente sopperibile accedendo nel giardino. Degni di nota sono il portale centrale con bugnato laterale, le numerose finestre con marca davanzale, pannelli di basamento e cimasa, il balconcino e il timpano centrale con il grande stemma in cotto della famiglia De Larderel, in cui si legge: “Raffaello Agresti fece all’lmpruneta nel 1871”.

Su Via Roncalli la facciata si presenta più anonima, tuttavia la moderna piazzetta prospicente le addossa tutta l'attenzione del turista di passaggio. La piazzetta rimarca una parte dei confini dell'antica piazza Padella di origine medievale, dove al tempo, in posizione centrale si trovava una cisterna pubblica di notevoli dimensioni e che provvedeva al fabbisogno d'acqua della popolazione del centro storico. Nell'Ottocento Piazza Padella fu inglobata nell'ala sud di Palazzo de Larderel, poi minata e rasa al suolo dai tedeschi in ritirata durante la seconda guerra mondiale.

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