Pieve premillenaria

Luogo di culto di divinità pagane

Di fronte al borgo incastellato di Sasso, lungo le pendici di Lunganaio, sorgeva un tempio dedicato al culto di divinità pagane, oggi chiamato Pieve di Commissano. Si tratta di una pieve premillenaria e, in quanto tale, fu anche chiesa matrice, alla quale dipendevano numerose chiese dei paesi circostanti, compresa la chiesa di San Lorenzo di Monterotondo al di fuori dalla giurisdizione della Valdicecina. Di gran lunga rinomata, memorabile fu la controversia avvenuta nel Duecento che vide opporsi per molto tempo le comunità di Castelnuovo, di Sasso e della Leccia.

L'edificio cominciò ad andare in rovina nel Trecento; nel Quattrocento, ormai inagibile, vennero trasferiti i suoi titoli alla chiesa dentro il castello di Sasso dedicata a San Bartolomeo. Mai più restaurata furono portati via anche i suoi arredi e le sue opere tra cui un prestigioso dipinto del Quattrocento di artista ignoto e la sua antichissima fonte battesimale ricavata da un manufatto di epoca etrusca. Oggi ne possiamo vedere le rovine, nei pressi del podere Pino di Sopra, sulla destra delle sorgenti del Cornia.

Pieve premillenaria

Luogo di culto di divinità pagane

Di fronte al borgo incastellato di Sasso, lungo le pendici di Lunganaio, sorgeva un tempio dedicato al culto di divinità pagane, oggi chiamato Pieve di Commissano. Si tratta di una pieve premillenaria e, in quanto tale, fu anche chiesa matrice, alla quale dipendevano numerose chiese dei paesi circostanti, compresa la chiesa di San Lorenzo di Monterotondo al di fuori dalla giurisdizione della Valdicecina. Di gran lunga rinomata, memorabile fu la controversia avvenuta nel Duecento che vide opporsi per molto tempo le comunità di Castelnuovo, di Sasso e della Leccia.

L'edificio cominciò ad andare in rovina nel Trecento; nel Quattrocento, ormai inagibile, vennero trasferiti i suoi titoli alla chiesa dentro il castello di Sasso dedicata a San Bartolomeo. Mai più restaurata furono portati via anche i suoi arredi e le sue opere tra cui un prestigioso dipinto del Quattrocento di artista ignoto e la sua antichissima fonte battesimale ricavata da un manufatto di epoca etrusca. Oggi ne possiamo vedere le rovine, nei pressi del podere Pino di Sopra, sulla destra delle sorgenti del Cornia.

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