In riva del torrente Possera

Pieve dei SS. Giovanni e Alessandro

In riva del torrente Possera, nel vasto comprensorio dell'alta Valdicecina, esiste un piccolo agglomerato di edifici risalenti all'Ottocento situato proprio sul confine dei comuni di Pomarance e Castelnuovo, tant'è vero che un appartamento aveva la cucina in un comune e la camera da letto nell'altro.

Le case sono abbandonate a sé stesse da anni; il motivo di questo declino è attribuibile proprio alla divisione comunale che, come è facile immaginare, creava non pochi problemi nelle questioni burocratiche di ogni residente. Un disagio che ha raggiunto il suo culmine con lo sviluppo degli impianti geotermici di Larderello, i quali sovrastano il cielo con invadenza e impregnano l'aria con acido solfidrico, responsabile del caratteristico odore di uova marce. La situazione, su più fronti disdicevole, ha alimentato un disinteresse generale del luogo, trascurando di conseguenza l'unico vero edificio degno di nota di questa zona che si identifica nella medievale Pieve di Morba.

Antica chiesa in rovina

A capo del sesto di Montagna

La Pieve a Morba, così volgarmente conosciuta, è una chiesa romanica a capo del sesto di Montagna della Diocesi di Volterra. Il suo prestigio si interruppe bruscamente alla metà del Quattrocento, quando il Vescovo di Volterra trasferì tutti i suoi titoli e gli arredi alla Chiesa di San Cerbone a Montecerboli. Questo trasferimento fu determinato dalle calamità del periodo che avevano portato ad uno spopolamento considerevole della zona; la pieve si trovò così ben presto isolata, lontana dalle linee della civiltà da divenire inutile.

La pieve era dedicata ai San Giovanni Battista e Sant'Alessandro ed oggi è in rovina costante: si salva giusto l'abside semicircolare interno con basamento in chiara pietra calcarea e la parte restante in mattoni. Le poche rimanenze sono state determinate dalla sconsacrazione dell'edificio che ne permise una conversione ad uso abitativo. Una casa colonica ingloba parte della navata e dell'abside, compromettendo irreversibilmente l'intera struttura del sito storico.

Acquae Volaterrae

Bagni scaccia malanni

Il nome della Pieve di Morba fa riferimento alle terme omonime qui esistenti sin dal periodo romano. E’ proprio in virtù delle capacità curative di queste acque che tutta la località assunse il nome curioso di Morba, nome da ricollegare, probabilmente, all’attestazione latina "Balnea ad Morba pellenda", ossia Bagni scaccia malanni. Sono acque solforose che hanno proprietà antinfiammatorie nelle patologie croniche, di stimolazione del sistema immunitario e di rinnovamento cellulare della cute e delle mucose.

I Bagni a Morba fanno parte di un suggestivo territorio ricco di sorgenti naturali, tradizionalmente votato allo sfruttamento della geotermia. Assieme alle più famose terme di Bagnone e di Spartaciano, si identifica come uno dei luoghi termali più frequentati sin dall'antichità; ce lo attesta la Tabula Peutingeriana, la famosa carta militare romana, di copia medievale, che mostra le vie e le terme più importanti dell'Impero. I Bagni a Morba sono identificati sotto la legenda delle Aquae Volaterrae, ovvero sotto la giurisdizione delle terme volterrane.

In riva del torrente Possera

Pieve dei SS. Giovanni e Alessandro

In riva del torrente Possera, nel vasto comprensorio dell'alta Valdicecina, esiste un piccolo agglomerato di edifici risalenti all'Ottocento situato proprio sul confine dei comuni di Pomarance e Castelnuovo, tant'è vero che un appartamento aveva la cucina in un comune e la camera da letto nell'altro.

Le case sono abbandonate a sé stesse da anni; il motivo di questo declino è attribuibile proprio alla divisione comunale che, come è facile immaginare, creava non pochi problemi nelle questioni burocratiche di ogni residente. Un disagio che ha raggiunto il suo culmine con lo sviluppo degli impianti geotermici di Larderello, i quali sovrastano il cielo con invadenza e impregnano l'aria con acido solfidrico, responsabile del caratteristico odore di uova marce. La situazione, su più fronti disdicevole, ha alimentato un disinteresse generale del luogo, trascurando di conseguenza l'unico vero edificio degno di nota di questa zona che si identifica nella medievale Pieve di Morba.

Antica chiesa in rovina

A capo del sesto di Montagna

La Pieve a Morba, così volgarmente conosciuta, è una chiesa romanica a capo del sesto di Montagna della Diocesi di Volterra. Il suo prestigio si interruppe bruscamente alla metà del Quattrocento, quando il Vescovo di Volterra trasferì tutti i suoi titoli e gli arredi alla Chiesa di San Cerbone a Montecerboli. Questo trasferimento fu determinato dalle calamità del periodo che avevano portato ad uno spopolamento considerevole della zona; la pieve si trovò così ben presto isolata, lontana dalle linee della civiltà da divenire inutile.

La pieve era dedicata ai San Giovanni Battista e Sant'Alessandro ed oggi è in rovina costante: si salva giusto l'abside semicircolare interno con basamento in chiara pietra calcarea e la parte restante in mattoni. Le poche rimanenze sono state determinate dalla sconsacrazione dell'edificio che ne permise una conversione ad uso abitativo. Una casa colonica ingloba parte della navata e dell'abside, compromettendo irreversibilmente l'intera struttura del sito storico.

Acquae Volaterrae

Bagni scaccia malanni

Il nome della Pieve di Morba fa riferimento alle terme omonime qui esistenti sin dal periodo romano. E’ proprio in virtù delle capacità curative di queste acque che tutta la località assunse il nome curioso di Morba, nome da ricollegare, probabilmente, all’attestazione latina "Balnea ad Morba pellenda", ossia Bagni scaccia malanni. Sono acque solforose che hanno proprietà antinfiammatorie nelle patologie croniche, di stimolazione del sistema immunitario e di rinnovamento cellulare della cute e delle mucose.

I Bagni a Morba fanno parte di un suggestivo territorio ricco di sorgenti naturali, tradizionalmente votato allo sfruttamento della geotermia. Assieme alle più famose terme di Bagnone e di Spartaciano, si identifica come uno dei luoghi termali più frequentati sin dall'antichità; ce lo attesta la Tabula Peutingeriana, la famosa carta militare romana, di copia medievale, che mostra le vie e le terme più importanti dell'Impero. I Bagni a Morba sono identificati sotto la legenda delle Aquae Volaterrae, ovvero sotto la giurisdizione delle terme volterrane.

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