Ai limitari della foresta di Berignone

Tavolini e barbecue

Entrati in Berignone, la strada segnata per Monte Soldano spinge gli escursionisti ad affiancare tutta una serie di casali presenti lungo il percorso. Il più identificativo è il podere Il Capannone; nonostante questo edificio sia abbandonato a se stesso e versi in condizioni infelici, gode di un paesaggio idilliaco perfetto per un pic nic all'aria aperta. Negli anni Cinquanta del Novecento questo podere vedeva splendore come una remunerativa zona di spaccio; ritrovo di carbonai, boscaioli, che lo utilizzavano come magazzino di alimentari indispensabili alla dura vita del bosco. A quel tempo infatti, il Berignone era intensamente sfruttato per un uso agricolo e pastorale.

Oggi non si è più dello stesso avviso, anche perchè gli usi e le abitudini del volterrano sono cambiate preferendo la città alla campagna. Tuttavia, nei pressi del podere, è nata un’area di sosta attrezzata completamente accessibile, forse la più bella della riserva naturale. Un grande parco di terreno raso con numerose sedute e un utilissimo barbecue di mattoni. A fianco, un immenso viale alberato da vetusti cipressi permette di raggiungere torrente Sellate e il Castello dei Vescovi.

Rocca di Berignone

Castello dei Vescovi

In Berignone esistevano tre castelli: quello di Monte Soldano, quello di Frassineta e quello che oggi viene individuato sotto il nome di Castello dei Vescovi. Questi castelli erano tutti di proprietà vescovile e, mentre i primi due furono abbattuti dai volterrani verso il Duecento a seguito delle ricorrenti controversie fra il potere ecclesiastico e quello amministrativo, il Castello dei Vescovi ebbe vita più lunga perché la sua definitiva distruzione avvenne solo due secoli più tardi.

I suoi resti campeggiano su una modesta collina alla confluenza tra il torrente Sellate ed il Botro al Rio. La strada s'inerpica su per la scoscesa collina, per poi proseguire verso Monteguidi e Casole d'Elsa, con l'inalterato tracciato della via medievale. Del castello si individua bene la sua torre, anche se è in pessimo stato di conservazione. Il castello doveva essere una fortificazione molto ambita, sia per la sua posizione topografica, sia per la presenza davvero imponente. Infatti, ancora oggi, nonostante il suo pessimo stato di conservazione e il mutato aspetto della collinetta a seguito dell'allargamento della strada, non ha perso la sua austerità e il suo fascino.

> Scopri, Castello dei Vescovi

Ai limitari della foresta di Berignone

Tavolini e barbecue

Entrati in Berignone, la strada segnata per Monte Soldano spinge gli escursionisti ad affiancare tutta una serie di casali presenti lungo il percorso. Il più identificativo è il podere Il Capannone; nonostante questo edificio sia abbandonato a se stesso e versi in condizioni infelici, gode di un paesaggio idilliaco perfetto per un pic nic all'aria aperta. Negli anni Cinquanta del Novecento questo podere vedeva splendore come una remunerativa zona di spaccio; ritrovo di carbonai, boscaioli, che lo utilizzavano come magazzino di alimentari indispensabili alla dura vita del bosco. A quel tempo infatti, il Berignone era intensamente sfruttato per un uso agricolo e pastorale.

Oggi non si è più dello stesso avviso, anche perchè gli usi e le abitudini del volterrano sono cambiate preferendo la città alla campagna. Tuttavia, nei pressi del podere, è nata un’area di sosta attrezzata completamente accessibile, forse la più bella della riserva naturale. Un grande parco di terreno raso con numerose sedute e un utilissimo barbecue di mattoni. A fianco, un immenso viale alberato da vetusti cipressi permette di raggiungere torrente Sellate e il Castello dei Vescovi.

Rocca di Berignone

Castello dei Vescovi

In Berignone esistevano tre castelli: quello di Monte Soldano, quello di Frassineta e quello che oggi viene individuato sotto il nome di Castello dei Vescovi. Questi castelli erano tutti di proprietà vescovile e, mentre i primi due furono abbattuti dai volterrani verso il Duecento a seguito delle ricorrenti controversie fra il potere ecclesiastico e quello amministrativo, il Castello dei Vescovi ebbe vita più lunga perché la sua definitiva distruzione avvenne solo due secoli più tardi.

I suoi resti campeggiano su una modesta collina alla confluenza tra il torrente Sellate ed il Botro al Rio. La strada s'inerpica su per la scoscesa collina, per poi proseguire verso Monteguidi e Casole d'Elsa, con l'inalterato tracciato della via medievale. Del castello si individua bene la sua torre, anche se è in pessimo stato di conservazione. Il castello doveva essere una fortificazione molto ambita, sia per la sua posizione topografica, sia per la presenza davvero imponente. Infatti, ancora oggi, nonostante il suo pessimo stato di conservazione e il mutato aspetto della collinetta a seguito dell'allargamento della strada, non ha perso la sua austerità e il suo fascino.

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