Nell'antico terziere di borgo, nella attuale Via Roncalli, si trova una dimora che fu venduta intorno ai primi anni dell'Ottocento a Marco di Giuseppe, di Domenico Bicocchi dal Nobile Filippo Biondi Perelli, Cavaliere Stefaniano, figlio del Consigliere Intimo di Stato Jacopo, di Pietro Guglielmo Biondi.
Nelle adiacenze di tale edificio i Bicocchi fecero costruire altri corpi di fabbrica tanto ad uso di abitazione, quanto ad uso di servizi, fra i quali la scuderia con accesso dalla Via Garibaldi, già Via delle Mura. Tale vasto complesso immobiliare restò nel patrimonio dei Bicocchi per oltre un secolo e mezzo. Maurizio Bicocchi, ultimo discendente della famiglia, unitamente alla consorte contessa Romana Pichi, cedette al Comune di Pomarance il Palazzo negli anni Ottanta del secolo scorso.
Da allora, in qualità di proprietà comunale, Casa Bicocchi riveste il ruolo di casa-museo capace di descrivere egregiamente i modi e gli stili di vita di una famiglia borghese ottocentesca, religiosa e pia, che ha ricoperto nell'arco della sua esistenza incarichi di rilievo nell’amministrazione pubblica e amministrativa.
L’arredamento imponente, la ricercatezza dei decori sui soffitti e la preziosità dei tessuti e delle carte da parati francese, conferiscono all’ambiente un generale tono di sontuosità e benessere e indicano modi e stili di vita diversi e irripetibili rispetto a quelli attuali. L’ingresso del palazzo si apre su un lungo corridoio arredato sobriamente; un’elegante porta a vetri separa l’ingresso dal corridoio illuminato da lampade in metallo e vetro. Sulla destra si palesa la cucina. Il guardaroba a fianco è arredato con una coppia di attaccapanni in legno decorato in oro e da due divanetti in noce, imbottiti e ricoperti di damasco giallo. Nella Saletta attigua vediamo una stufa in ghisa a carbone.
Si trova a questo piano la Sala da Pranzo, dove vi si individuano mobili e tendaggi di notevole prestigio, di mano artigianale e locale. Il mobile centrale ha un'apertura al centro che serviva da passa vivande. Il tavolo, che sdoppiato può accogliere trentacinque persone, è coperto da un drappo bianco che serviva da ornamento agli animali di grossa taglia. Il lampadario, in origine a petrolio, è stato adattato alla corrente elettrica e la stufa in terracotta proviene dall’Italia del Nord.
Si accede al piano superiore da una scalinata posta di fronte al guardaroba; una saletta con soffitto decorato con grottesche separa la sala d’ingresso dalla biblioteca. E’ interamente dedicata ai bambini di ieri e di oggi: vi si trovano giocattoli d’epoca in legno, una carrozzina ed un girello.
Poi è la volta della Camera della Fanciulla o Camerina di Bambù, così chiamata perché interamente arredata con mobili in bambù; ha il letto ad angolo, con il baldacchino ben conservato, completo di copriletto ed accessori d’epoca. Ci sono vari oggetti femminili: un busto, un ombrellino da passeggio ricamato a punto pisano e varie suppellettili; l’armadio a muro nasconde una stufa a legna in cotto.
La Camera Rossa si presenta imponente e suggestiva. I colori usati per le pitture del soffitto, dei tendaggi e della carta da parati la rendono sontuosa: era la camera del “padrone di casa”. L’armadio è in radica di noce e sulla toilette c’è una pinza in ferro per la piegatura dei capelli. Deliziosi i lumi dell'Ottocento con bulbi di opaline guarniti in metallo dorato. Di fronte alla Camera Rossa si trova un piccolo bagno rivestito in marmo con scaldabagno a legna e una piccola vasca per bambini.
Il Salottino Marrone si offre alla musica; arredato con un pianoforte austriaco di marca August Forester. L’ambiente è reso accogliente dal bel divano ottocentesco ad angoliera ricoperto in raso, dalle poltrone e dalla grande stufa caminetto in maiolica decorata. Il tavolino a treppiede del Settecento è particolarmente prezioso e si ritiene proveniente dalla corte di Pietroburgo.
Attraverso un corridoio arredato con una vetrina a tre piani con soprammobili in vetro e alabastro si raggiungono le ultime due camere. la Camera Rosa femminile: arredata con tessuti, dipinti e carte da parati di gusto; sul comodino due libricini di preghiera e un’acquasantiera. La Camera Verde maschile: sul cassettone un affila-lame per rasoi, il cappello, il piccolo soprammobile raffigurante un cane da caccia e le cartucce sono indizi certi.
Attraverso una porta a vetri e un’altra rampa di scale si raggiunge infine la Cappella del Palazzo. Piccola e curatissima, ha un altare in legno dipinto in rosso nero ad archi gotici, colonne e fregi. Il confessionale è intagliato e scolpito come le seggiole con inginocchiatoio che riprendono i motivi delle colonne dell’altare.
Nell'antico terziere di borgo, nella attuale Via Roncalli, si trova una dimora che fu venduta intorno ai primi anni dell'Ottocento a Marco di Giuseppe, di Domenico Bicocchi dal Nobile Filippo Biondi Perelli, Cavaliere Stefaniano, figlio del Consigliere Intimo di Stato Jacopo, di Pietro Guglielmo Biondi.
Nelle adiacenze di tale edificio i Bicocchi fecero costruire altri corpi di fabbrica tanto ad uso di abitazione, quanto ad uso di servizi, fra i quali la scuderia con accesso dalla Via Garibaldi, già Via delle Mura. Tale vasto complesso immobiliare restò nel patrimonio dei Bicocchi per oltre un secolo e mezzo. Maurizio Bicocchi, ultimo discendente della famiglia, unitamente alla consorte contessa Romana Pichi, cedette al Comune di Pomarance il Palazzo negli anni Ottanta del secolo scorso.
Da allora, in qualità di proprietà comunale, Casa Bicocchi riveste il ruolo di casa-museo capace di descrivere egregiamente i modi e gli stili di vita di una famiglia borghese ottocentesca, religiosa e pia, che ha ricoperto nell'arco della sua esistenza incarichi di rilievo nell’amministrazione pubblica e amministrativa.
L’arredamento imponente, la ricercatezza dei decori sui soffitti e la preziosità dei tessuti e delle carte da parati francese, conferiscono all’ambiente un generale tono di sontuosità e benessere e indicano modi e stili di vita diversi e irripetibili rispetto a quelli attuali. L’ingresso del palazzo si apre su un lungo corridoio arredato sobriamente; un’elegante porta a vetri separa l’ingresso dal corridoio illuminato da lampade in metallo e vetro. Sulla destra si palesa la cucina. Il guardaroba a fianco è arredato con una coppia di attaccapanni in legno decorato in oro e da due divanetti in noce, imbottiti e ricoperti di damasco giallo. Nella Saletta attigua vediamo una stufa in ghisa a carbone.
Si trova a questo piano la Sala da Pranzo, dove vi si individuano mobili e tendaggi di notevole prestigio, di mano artigianale e locale. Il mobile centrale ha un'apertura al centro che serviva da passa vivande. Il tavolo, che sdoppiato può accogliere trentacinque persone, è coperto da un drappo bianco che serviva da ornamento agli animali di grossa taglia. Il lampadario, in origine a petrolio, è stato adattato alla corrente elettrica e la stufa in terracotta proviene dall’Italia del Nord.
Si accede al piano superiore da una scalinata posta di fronte al guardaroba; una saletta con soffitto decorato con grottesche separa la sala d’ingresso dalla biblioteca. E’ interamente dedicata ai bambini di ieri e di oggi: vi si trovano giocattoli d’epoca in legno, una carrozzina ed un girello.
Poi è la volta della Camera della Fanciulla o Camerina di Bambù, così chiamata perché interamente arredata con mobili in bambù; ha il letto ad angolo, con il baldacchino ben conservato, completo di copriletto ed accessori d’epoca. Ci sono vari oggetti femminili: un busto, un ombrellino da passeggio ricamato a punto pisano e varie suppellettili; l’armadio a muro nasconde una stufa a legna in cotto.
La Camera Rossa si presenta imponente e suggestiva. I colori usati per le pitture del soffitto, dei tendaggi e della carta da parati la rendono sontuosa: era la camera del “padrone di casa”. L’armadio è in radica di noce e sulla toilette c’è una pinza in ferro per la piegatura dei capelli. Deliziosi i lumi dell'Ottocento con bulbi di opaline guarniti in metallo dorato. Di fronte alla Camera Rossa si trova un piccolo bagno rivestito in marmo con scaldabagno a legna e una piccola vasca per bambini.
Il Salottino Marrone si offre alla musica; arredato con un pianoforte austriaco di marca August Forester. L’ambiente è reso accogliente dal bel divano ottocentesco ad angoliera ricoperto in raso, dalle poltrone e dalla grande stufa caminetto in maiolica decorata. Il tavolino a treppiede del Settecento è particolarmente prezioso e si ritiene proveniente dalla corte di Pietroburgo.
Attraverso un corridoio arredato con una vetrina a tre piani con soprammobili in vetro e alabastro si raggiungono le ultime due camere. la Camera Rosa femminile: arredata con tessuti, dipinti e carte da parati di gusto; sul comodino due libricini di preghiera e un’acquasantiera. La Camera Verde maschile: sul cassettone un affila-lame per rasoi, il cappello, il piccolo soprammobile raffigurante un cane da caccia e le cartucce sono indizi certi.
Attraverso una porta a vetri e un’altra rampa di scale si raggiunge infine la Cappella del Palazzo. Piccola e curatissima, ha un altare in legno dipinto in rosso nero ad archi gotici, colonne e fregi. Il confessionale è intagliato e scolpito come le seggiole con inginocchiatoio che riprendono i motivi delle colonne dell’altare.