Il più importante teatro di Pomarance

Teatro ottocentesco

Il Teatro dei Coraggiosi è il più importante teatro di Pomarance. Venne costruito alla metà dell'Ottocento fuori Porta Volterrana, sulla via provinciale, lungo la direttri­ce di crescita del paese. All’esterno l’edificio è abbellito da una facciata in pietra tufacea, articolata in due parti: la parte inferiore a bugnato con le tre porte d’accesso sormontate da un doppio cornicione, mentre quella superio­re, coronata da un cornicione più impor­tante, ha un ordine di tre finestroni e si distingue per un diverso trattamento del­l’apparato murario.

Dalla porta centrale di facciata si accede ad un atrio di ingresso, ampiamente de­corato. In questo spazio, dal lato sinistro si può accedere al caffè, che è a contat­to diretto con la strada, infatti per molti an­ni svolse la sua funzione anche nei gior­ni di chiusura del teatro. La biglietteria è posta alla destra dell’atrio d’ingresso, anch’essa ha l’accesso diretto dalla strada. Dall’atrio si passa successivamente al foyer e da questo superati pochi scalini, si entra nella platea.

Al seguito dello sviluppo industriale boracifero

Il fervore degli animi culturali

Al tempo Pomarance, così come i paesi e i comuni del circondario, stava attraversando il momento di maggiore sviluppo industriale boracifero promosso dallo spirito industriale del cavaliere Francesco De Larderel. Gli animi culturali scoppiavano e fervevano come un sintomo di una vita sempre più agiata e promettente.

Il teatro rifletteva una imma­gine di progresso e risulta facile immaginare i giorni luminosi dei primi anni di attività, la levatura intellettuale, l’eleganza del pubblico e il rumoroso chiacchericcio che precedeva sempre una rappresentazione teatrale, magari con un tono più alto per il clima di entusiastica scoperta di un pubblico non ancora av­vezzo a simili occasioni di ritrovo.

Fu voluto da un gruppo di facoltosi del paese amanti dell'arte che si faceva chiamare Accademia dei Coraggiosi; in riferimento a tale nome è comprensibile il motivo per cui il Teatro dei Coraggiosi si porta dietro una simile odonomastica.

Gruppo di facoltosi amanti dell'arte

L'Accademia dei Coraggiosi

Nel Settecento non vi era cittadina o pae­se in Italia che non avesse la propria Ac­cademia; a Pomarance esisteva l’Accademia dei Coraggiosi fondata poco prima dell'Ottocento, che al pari delle altre contemplava nel proprio programma la produzione tea­trale. Dietro il nome antico ed illustre di Ac­cademia si nascondevano istituzioni non sempre permanenti o con propri regola­menti interni che erano però di sovente l’anima culturale dei centri abitati grandi e piccoli.

L’istanza di rinnovamento arti­stico e sociale è spesso il motore di que­sti sodalizi che, nel caso dei centri mino­ri rappresentavano la sola opportunità di svago, con la partecipazione ad attività teatrali o l’organizzazione di feste da ballo. Sepolti, Astrusi, Georgofili, Accalorati, Intronati sono alcuni nomi di accademie esi­stenti in Toscana; appellativi bislacchi ed ironici, forse per segno di vera o falsa mo­destia, che sono il frutto del gusto di quei tempi. Le Accademie avevano anche l’u­sanza di fregiarsi di uno stemma che spesso riportava un motto ispirato dal no­me: nello stemma dei Coraggiosi è rap­presentato un leone rampante con la scritta “Germoglian frutti ai coraggiosi in seno”.

Due teatri di Pomarance

Teatro de Larderel

Nel territorio comunale di Pomarance esistono due teatri. Il primo, in ordine di tempo, inaugurato con una fe­sta solenne e con un banchetto imbandi­to a duecento conviviali, venne realizza­to nella corte del palazzo padronale di De Larderel come vera e propria attrezza­tura ricreativa aziendale, prevalentemen­te destinata alle rappresentazioni sceni­che ed alle esecuzioni musicali dei dipen­denti dello stabilimento. Si trova nell'antico terziere di borgo, nella attuale Via Roncalli e riveste il ruolo di casa-museo capace di descrivere egregiamente i modi e gli stili di vita di una famiglia borghese ottocentesca, religiosa e pia, che ha ricoperto nell'arco della sua esistenza incarichi di rilievo nell’amministrazione pubblica e amministrativa.

L’allestimento di questo spazio teatrale, come la progetta­zione di quasi tutti gli interventi edilizi commissionati da Francesco de Larderel va ascritta all’ebanista ed architetto livorne­se Ferdinando Magagnini. Lo stesso architetto che, in un secondo momento, rediresse il progetto del secondo teatro della città, ovvero il Teatro dei Coraggiosi.

> Scopri, Teatro de Larderel

Da teatro a cinema

Variazioni postbelliche

All'interno si possono ammirare eleganti forme neoclassiche. Superato un vestibolo ottagonale, si accede agli ambienti dei servizi e dell'accoglienza e quindi all'atrio che immette alla sala e alle scale verso i palchi. La sala, a ferro di cavallo, colpisce per la sua copertura ribassata e decorata a fresco con rosone a raggiera, con motivi floreali e festoncini di gusto tardo settecentesco. Il rosso predomina su tutto, è suggestivo.

Il Teatro dei Coraggiosi di oggi è molto simile al teatro originario progettato dall'architetto livornese Ferdinando Magagnini, ma non tutti sanno che nel corso dei secoli questi spazi vennero rivoluzionati modificandone l'aspetto. Le variazioni furono messe in pratica negli anni dopo la seconda guerra mondiale, quando il teatro, per stare al passo con i tempi, venne adattato a cinema. Per l'occasione il palcoscenico fu ridimensionato per ospitare lo schermo e il palco di mezzo fu tamponato per adibirlo a cabina di proiezione.

Dall'abbandono al recupero

Il declino e la ripresa

Prima dell'avvento del cinema il teatro aveva vissuto un'intensa e prestigiosa attività teatrale e musicale che ha visto avvicendarsi accanto a filodrammatiche locali anche compagnie di professionisti. Era persino dotato di una piccola orchestra stabile, ma si sa, le mode cambiano e gli interessi si spostano altrove. Dalla trasformazione postbellica iniziò un lento, ma inesorabile declino che divenne voraginoso negli anni Sessanta del Novecento quando si rese necessaria una ristrutturazione per dare alla struttura la sicurezza prevista dalle normative attuali. Purtroppo i soldi per un recupero non c'erano e il locale arrivò al triste destino dell'abbandono.

Vent'anni dopo, quando ormai le speranze di un suo utilizzo sembravano tramontate definitivamente, il teatro venne acquistato dal Comune con l'intento di portare a termine quell'importante processo di restauro con l'occasione golosa di rinverdire la memoria e la bellezza del vecchio teatro all’italia­na. Il progetto di recupero venne realizzato dall'architetto Bargelli che se ne assunse anche la direzione dei lavori.

Il teatro di oggi

Un nuovo spazio culturale

Il teatro di oggi conserva egregiamente il segno dello spettacolo del passato, ma ha portato avanti un ammodernamento tecnico per poter essere riutilizzato anche nelle espressioni più attuali. Il recupero del Bargelli aveva arricchito gli spazi di nuovi arredamenti e riportato in efficienza l'impianto della meccanica del palcoscenico. Furono rinnovati i camerini per gli artisti, ripresi gli stucchi e i decori originali. Oltre alla completa risistemazione dei quarantadue palchi e alla messa a norma di tutti i servizi, furono retrocesse tutte le modifiche cineaste postbelliche per un utilizzo esclusivamente teatrale.

Si gode di questo, di un teatro che non si è voluto arrendere e che nonostante le mille difficoltà del settore, riesce a portare avanti una programmazione locale e nazionale di tutto rispetto. Ospita una compagnia teatrale, si propone per convegni e spettacoli di tutti i tipi ed è tornato ad essere un punto di riferimento nella socialità del territorio. Spazzato via il concetto di spazio ricreativo per soli signori be­nestanti, il Teatro dei Coraggiosi è aperto a chiunque desideri parte­cipare.

Il più importante teatro di Pomarance

Teatro ottocentesco

Il Teatro dei Coraggiosi è il più importante teatro di Pomarance. Venne costruito alla metà dell'Ottocento fuori Porta Volterrana, sulla via provinciale, lungo la direttri­ce di crescita del paese. All’esterno l’edificio è abbellito da una facciata in pietra tufacea, articolata in due parti: la parte inferiore a bugnato con le tre porte d’accesso sormontate da un doppio cornicione, mentre quella superio­re, coronata da un cornicione più impor­tante, ha un ordine di tre finestroni e si distingue per un diverso trattamento del­l’apparato murario.

Dalla porta centrale di facciata si accede ad un atrio di ingresso, ampiamente de­corato. In questo spazio, dal lato sinistro si può accedere al caffè, che è a contat­to diretto con la strada, infatti per molti an­ni svolse la sua funzione anche nei gior­ni di chiusura del teatro. La biglietteria è posta alla destra dell’atrio d’ingresso, anch’essa ha l’accesso diretto dalla strada. Dall’atrio si passa successivamente al foyer e da questo superati pochi scalini, si entra nella platea.

Al seguito dello sviluppo industriale boracifero

Il fervore degli animi culturali

Al tempo Pomarance, così come i paesi e i comuni del circondario, stava attraversando il momento di maggiore sviluppo industriale boracifero promosso dallo spirito industriale del cavaliere Francesco De Larderel. Gli animi culturali scoppiavano e fervevano come un sintomo di una vita sempre più agiata e promettente.

Il teatro rifletteva una imma­gine di progresso e risulta facile immaginare i giorni luminosi dei primi anni di attività, la levatura intellettuale, l’eleganza del pubblico e il rumoroso chiacchericcio che precedeva sempre una rappresentazione teatrale, magari con un tono più alto per il clima di entusiastica scoperta di un pubblico non ancora av­vezzo a simili occasioni di ritrovo.

Fu voluto da un gruppo di facoltosi del paese amanti dell'arte che si faceva chiamare Accademia dei Coraggiosi; in riferimento a tale nome è comprensibile il motivo per cui il Teatro dei Coraggiosi si porta dietro una simile odonomastica.

Gruppo di facoltosi amanti dell'arte

L'Accademia dei Coraggiosi

Nel Settecento non vi era cittadina o pae­se in Italia che non avesse la propria Ac­cademia; a Pomarance esisteva l’Accademia dei Coraggiosi fondata poco prima dell'Ottocento, che al pari delle altre contemplava nel proprio programma la produzione tea­trale. Dietro il nome antico ed illustre di Ac­cademia si nascondevano istituzioni non sempre permanenti o con propri regola­menti interni che erano però di sovente l’anima culturale dei centri abitati grandi e piccoli.

L’istanza di rinnovamento arti­stico e sociale è spesso il motore di que­sti sodalizi che, nel caso dei centri mino­ri rappresentavano la sola opportunità di svago, con la partecipazione ad attività teatrali o l’organizzazione di feste da ballo. Sepolti, Astrusi, Georgofili, Accalorati, Intronati sono alcuni nomi di accademie esi­stenti in Toscana; appellativi bislacchi ed ironici, forse per segno di vera o falsa mo­destia, che sono il frutto del gusto di quei tempi. Le Accademie avevano anche l’u­sanza di fregiarsi di uno stemma che spesso riportava un motto ispirato dal no­me: nello stemma dei Coraggiosi è rap­presentato un leone rampante con la scritta “Germoglian frutti ai coraggiosi in seno”.

Due teatri di Pomarance

Teatro de Larderel

Nel territorio comunale di Pomarance esistono due teatri. Il primo, in ordine di tempo, inaugurato con una fe­sta solenne e con un banchetto imbandi­to a duecento conviviali, venne realizza­to nella corte del palazzo padronale di De Larderel come vera e propria attrezza­tura ricreativa aziendale, prevalentemen­te destinata alle rappresentazioni sceni­che ed alle esecuzioni musicali dei dipen­denti dello stabilimento. Si trova nell'antico terziere di borgo, nella attuale Via Roncalli e riveste il ruolo di casa-museo capace di descrivere egregiamente i modi e gli stili di vita di una famiglia borghese ottocentesca, religiosa e pia, che ha ricoperto nell'arco della sua esistenza incarichi di rilievo nell’amministrazione pubblica e amministrativa.

L’allestimento di questo spazio teatrale, come la progetta­zione di quasi tutti gli interventi edilizi commissionati da Francesco de Larderel va ascritta all’ebanista ed architetto livorne­se Ferdinando Magagnini. Lo stesso architetto che, in un secondo momento, rediresse il progetto del secondo teatro della città, ovvero il Teatro dei Coraggiosi.

> Scopri, Teatro de Larderel

Da teatro a cinema

Variazioni postbelliche

All'interno si possono ammirare eleganti forme neoclassiche. Superato un vestibolo ottagonale, si accede agli ambienti dei servizi e dell'accoglienza e quindi all'atrio che immette alla sala e alle scale verso i palchi. La sala, a ferro di cavallo, colpisce per la sua copertura ribassata e decorata a fresco con rosone a raggiera, con motivi floreali e festoncini di gusto tardo settecentesco. Il rosso predomina su tutto, è suggestivo.

Il Teatro dei Coraggiosi di oggi è molto simile al teatro originario progettato dall'architetto livornese Ferdinando Magagnini, ma non tutti sanno che nel corso dei secoli questi spazi vennero rivoluzionati modificandone l'aspetto. Le variazioni furono messe in pratica negli anni dopo la seconda guerra mondiale, quando il teatro, per stare al passo con i tempi, venne adattato a cinema. Per l'occasione il palcoscenico fu ridimensionato per ospitare lo schermo e il palco di mezzo fu tamponato per adibirlo a cabina di proiezione.

Dall'abbandono al recupero

Il declino e la ripresa

Prima dell'avvento del cinema il teatro aveva vissuto un'intensa e prestigiosa attività teatrale e musicale che ha visto avvicendarsi accanto a filodrammatiche locali anche compagnie di professionisti. Era persino dotato di una piccola orchestra stabile, ma si sa, le mode cambiano e gli interessi si spostano altrove. Dalla trasformazione postbellica iniziò un lento, ma inesorabile declino che divenne voraginoso negli anni Sessanta del Novecento quando si rese necessaria una ristrutturazione per dare alla struttura la sicurezza prevista dalle normative attuali. Purtroppo i soldi per un recupero non c'erano e il locale arrivò al triste destino dell'abbandono.

Vent'anni dopo, quando ormai le speranze di un suo utilizzo sembravano tramontate definitivamente, il teatro venne acquistato dal Comune con l'intento di portare a termine quell'importante processo di restauro con l'occasione golosa di rinverdire la memoria e la bellezza del vecchio teatro all’italia­na. Il progetto di recupero venne realizzato dall'architetto Bargelli che se ne assunse anche la direzione dei lavori.

Il teatro di oggi

Un nuovo spazio culturale

Il teatro di oggi conserva egregiamente il segno dello spettacolo del passato, ma ha portato avanti un ammodernamento tecnico per poter essere riutilizzato anche nelle espressioni più attuali. Il recupero del Bargelli aveva arricchito gli spazi di nuovi arredamenti e riportato in efficienza l'impianto della meccanica del palcoscenico. Furono rinnovati i camerini per gli artisti, ripresi gli stucchi e i decori originali. Oltre alla completa risistemazione dei quarantadue palchi e alla messa a norma di tutti i servizi, furono retrocesse tutte le modifiche cineaste postbelliche per un utilizzo esclusivamente teatrale.

Si gode di questo, di un teatro che non si è voluto arrendere e che nonostante le mille difficoltà del settore, riesce a portare avanti una programmazione locale e nazionale di tutto rispetto. Ospita una compagnia teatrale, si propone per convegni e spettacoli di tutti i tipi ed è tornato ad essere un punto di riferimento nella socialità del territorio. Spazzato via il concetto di spazio ricreativo per soli signori be­nestanti, il Teatro dei Coraggiosi è aperto a chiunque desideri parte­cipare.

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