Il centro storico di Montecastelli è sovrastato dalla Torre dei Pannocchieschi. Lo si vede da lontano, fuori dal centro storico, lo si vede da vicino passeggiando dentro le mura del paese. Una figura iconica, emblema del borgo stesso. Si presenta in pietra a faccia vista come un grande parallelepipedo con base quadrata lievemente inclinata. L'ingresso si pone al livello del primo piano e sulla parte superiore si individuano i resti di una bella finestra con arco a tutto sesto. La conformazione delle finestre in tal modo ovviamente poco si prestano per l'uso militare a cui doveva adempiere, è probabile che nel corso dei secoli venne adottata anche come nucleo abitativo, nella definizione di casa-torre. E' una proprietà privata chiusa al pubblico con una grande storia di resistenza sulle spalle.
La casa-torre è sinonimo di resistenza perché fu costruita agli inizi del Duecento dal Vescovo di Volterra Pagano dei Pannocchieschi con lo scopo di difendere la chiesa adiacente dei Santi Filippo e Jacopo contesa dal Comune di Volterra.
Fu un periodo di grandi tensioni, scaramucce senza tregua per moltissimi anni per il controllo delle vie minerarie, al che tra colpire e difendere, ferire e proteggere la strategia offensiva a favore delle milizia del Comune di Volterra portarono a distruggerla completamente. La demolizione di fine Duecento sembrò poter definire un vantaggio dell'uno sull'altro, ma il successore Vescovo Felice Belforti la ricostruì a metà del Trecento con gli stessi obiettivi di difesa. Da allora non è stata più attaccata, rimanendo in piedi fino ai giorni nostri.
La contese terminarono un secolo dopo quando i Volterrani riuscirono a conquistare Montecastelli, approfittando di un periodo di debolezza temporale della Chiesa. Per tale evento i Volterrani organizzarono particolari festeggiamenti mentre il vescovo Ranieri dei Belforti, assai amareggiato per tale perdita, ricorse al cardinale portuense, il quale, scomunicò il potestà, i dodici governatori di Volterra e i sei deputati responsabili della guerra, sottoponendo poi l'intera città di Volterra all'interdetto e privandola dell'esercizio degli offizi divini.
> Scopri, Montecastelli Pisano
Il centro storico di Montecastelli è sovrastato dalla Torre dei Pannocchieschi. Lo si vede da lontano, fuori dal centro storico, lo si vede da vicino passeggiando dentro le mura del paese. Una figura iconica, emblema del borgo stesso. Si presenta in pietra a faccia vista come un grande parallelepipedo con base quadrata lievemente inclinata. L'ingresso si pone al livello del primo piano e sulla parte superiore si individuano i resti di una bella finestra con arco a tutto sesto. La conformazione delle finestre in tal modo ovviamente poco si prestano per l'uso militare a cui doveva adempiere, è probabile che nel corso dei secoli venne adottata anche come nucleo abitativo, nella definizione di casa-torre. E' una proprietà privata chiusa al pubblico con una grande storia di resistenza sulle spalle.
La casa-torre è sinonimo di resistenza perché fu costruita agli inizi del Duecento dal Vescovo di Volterra Pagano dei Pannocchieschi con lo scopo di difendere la chiesa adiacente dei Santi Filippo e Jacopo contesa dal Comune di Volterra.
Fu un periodo di grandi tensioni, scaramucce senza tregua per moltissimi anni per il controllo delle vie minerarie, al che tra colpire e difendere, ferire e proteggere la strategia offensiva a favore delle milizia del Comune di Volterra portarono a distruggerla completamente. La demolizione di fine Duecento sembrò poter definire un vantaggio dell'uno sull'altro, ma il successore Vescovo Felice Belforti la ricostruì a metà del Trecento con gli stessi obiettivi di difesa. Da allora non è stata più attaccata, rimanendo in piedi fino ai giorni nostri.
La contese terminarono un secolo dopo quando i Volterrani riuscirono a conquistare Montecastelli, approfittando di un periodo di debolezza temporale della Chiesa. Per tale evento i Volterrani organizzarono particolari festeggiamenti mentre il vescovo Ranieri dei Belforti, assai amareggiato per tale perdita, ricorse al cardinale portuense, il quale, scomunicò il potestà, i dodici governatori di Volterra e i sei deputati responsabili della guerra, sottoponendo poi l'intera città di Volterra all'interdetto e privandola dell'esercizio degli offizi divini.
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Novembre 4, 2024 11:06 local time