Ai confini del Comune

A trenta chilometri da Volterra

Questa località dista da Volterra trenta chilometri circa. La sua storia, a parte la denominazione di origine romana della quale non esistono alcune tracce, ha certamente avuto inizio poco prima del Duecento, nel periodo in cui morì il vescovo Crescenzio e al quale successe Adimaro Adìmari, nobile fiorentino. Il Vescovo comprò per le chiese di Santa Maria, di Sant'Ottaviano e di San Vittore, dal conte Ranieri, detto Pannocchia, e da Sibilia, sua moglie, tutto il territorio che da Pignano, attraverso il torrente Fosci (confluente insieme alle Sellate nel Cecina), va fino al mare; sull'altro Iato, fino al confluimento dell'Elsa in Arno e poi, anche qui, fino al mare.

Il torrente Fosci è molto prossimo a Ponsano, ragion per cui viene da supporre che questa località fosse stata compresa nel territorio acquistato dal vescovo Adimari; si tratta però di una supposizione che non può trovare sicura conferma, anche perché il suddetto territorio, certamente vasto, è stato descritto troppo sommariamente.

Pianori di controllo

Le trincee di avvistamento

A metà del Duecento, a seguito dell'accordo stipulato fra il vescovo Ranieri e il Comune di Volterra, fu necessario procurare il denaro per far fronte alle spese che ne derivarono e fra i luoghi allirati a tale scopo, si trova anche Ponsano con le sue ville. Tale località si ritrova rammentata anche a seguito delle controversie sorte fra il Comune di Volterra e il vescovo Alberto degli Scolari. Questo prelato, infatti, ordì un tradimento nei confronti della città, ma fu scoperto per tempo e i fuoriusciti, che avrebbero dovuto occupare di sorpresa Volterra, furono affrontati e sconfitti proprio a Ponsano.

Alla fine del Duecento il Comune di Volterra volle che i castelli ad essa sottoposti, rinnovassero il giuramento di fedeltà e soggezione, e fra essi vi è anche quello di Ponsano.

Nel Trecento, in occasione della guerra fra Firenze e l'imperatore Enrico VII, essendosi quest'ultimo ritirato a Poggibonsi, i Volterrani, nell'ipotesi che truppe imperiali avessero invaso il loro territorio, decisero di difendere i passi del Castel del Popolo, cioè Montemiccioli, e di Ponsano, fortificando con trincee quei luoghi ed inviandovi dei rinforzi sotto la guida di Barone Allegretti e di Bardo Picchinesi.

Luoghi pagani

La fonte dell'Amore

Successivamente in occasione dei contrasti con i Senesi per Travale, i volterrani per premunirsi da possibilità di guerra disposero, fra l'altro, di circondare le mura della villa di Ponsano. I Senesi, sdegnati dal fatto che il Comune di Volterra aveva pure autorizzato il passo delle truppe Pisane sul suo territorio, al fine di favorirle nella guerra in atto fra queste due città, che non avevano confini tra loro, invasero terre volterrane dalla parte di Casale occupando così anche la zona di Ponsano, per arrivare poi ad impadronirsi perfino della Rocca di Monte Voltraio e ad incendiare l'intero borgo di San Lazzero.

Prima di arrivare a Ponsano vi sono la fonte e il podere dell'Amore. Non so se la prima ha dato nome al secondo o viceversa. Tuttavia, sembra che quell'acqua facesse insorgere un vivo e ardente desiderio; comunque, in questo caso, si rientra nel contesto delle antiche leggende che nel territorio volterrano, non mancano proprio.

Luogo di culto

La pieve di San Bartolomeo

La pieve di Ponsano è intitolata San Bartolomeo. Si tratta di una chiesa che presenta il suo originale paramento murario solo nella solida facciata in pietra. E' stata costruita su un masso che affiora dal terreno ai margini della strada di accesso. Ha un campanile a vela con due fori. La chiesa di Ponsano fu restaurata alla fine dell'Ottocento perché pericolante, su iniziativa di Illuminato Mascagni che raccolse i fondi occorrenti mediante una colletta indetta fra il popolo di Ponsano. La parte sinistra della chiesa, che fu interessata da questi lavori di restauro, è completamente intonacata.

La chiesa di Ponsano viene nominata in una pergamena di inizio Duecento a causa di una controversia sorta tra il Vescovo e il Comune di Volterra per la dogana del sale e per la giurisdizione su Pomarance. L'accordo che ne scaturì fu siglato in detta pieve. In altra pergamena si dice di un incontro avvenuto nella chiesa di Ponsano fra i delegati pontifici e il procuratore del Comune. Quest'ultimo, infatti, respinse la mediazione di detti delegati nella vertenza con la famiglia Belforti, proprietaria di Farneta, e si appellò direttamente al Papa.

> Scopri, Pieve di San Bartolomeo

Ai confini del Comune

A trenta chilometri da Volterra

Questa località dista da Volterra trenta chilometri circa. La sua storia, a parte la denominazione di origine romana della quale non esistono alcune tracce, ha certamente avuto inizio poco prima del Duecento, nel periodo in cui morì il vescovo Crescenzio e al quale successe Adimaro Adìmari, nobile fiorentino. Il Vescovo comprò per le chiese di Santa Maria, di Sant'Ottaviano e di San Vittore, dal conte Ranieri, detto Pannocchia, e da Sibilia, sua moglie, tutto il territorio che da Pignano, attraverso il torrente Fosci (confluente insieme alle Sellate nel Cecina), va fino al mare; sull'altro Iato, fino al confluimento dell'Elsa in Arno e poi, anche qui, fino al mare.

Il torrente Fosci è molto prossimo a Ponsano, ragion per cui viene da supporre che questa località fosse stata compresa nel territorio acquistato dal vescovo Adimari; si tratta però di una supposizione che non può trovare sicura conferma, anche perché il suddetto territorio, certamente vasto, è stato descritto troppo sommariamente.

Pianori di controllo

Le trincee di avvistamento

A metà del Duecento, a seguito dell'accordo stipulato fra il vescovo Ranieri e il Comune di Volterra, fu necessario procurare il denaro per far fronte alle spese che ne derivarono e fra i luoghi allirati a tale scopo, si trova anche Ponsano con le sue ville. Tale località si ritrova rammentata anche a seguito delle controversie sorte fra il Comune di Volterra e il vescovo Alberto degli Scolari. Questo prelato, infatti, ordì un tradimento nei confronti della città, ma fu scoperto per tempo e i fuoriusciti, che avrebbero dovuto occupare di sorpresa Volterra, furono affrontati e sconfitti proprio a Ponsano.

Alla fine del Duecento il Comune di Volterra volle che i castelli ad essa sottoposti, rinnovassero il giuramento di fedeltà e soggezione, e fra essi vi è anche quello di Ponsano.

Nel Trecento, in occasione della guerra fra Firenze e l'imperatore Enrico VII, essendosi quest'ultimo ritirato a Poggibonsi, i Volterrani, nell'ipotesi che truppe imperiali avessero invaso il loro territorio, decisero di difendere i passi del Castel del Popolo, cioè Montemiccioli, e di Ponsano, fortificando con trincee quei luoghi ed inviandovi dei rinforzi sotto la guida di Barone Allegretti e di Bardo Picchinesi.

Luoghi pagani

La fonte dell'Amore

Successivamente in occasione dei contrasti con i Senesi per Travale, i volterrani per premunirsi da possibilità di guerra disposero, fra l'altro, di circondare le mura della villa di Ponsano. I Senesi, sdegnati dal fatto che il Comune di Volterra aveva pure autorizzato il passo delle truppe Pisane sul suo territorio, al fine di favorirle nella guerra in atto fra queste due città, che non avevano confini tra loro, invasero terre volterrane dalla parte di Casale occupando così anche la zona di Ponsano, per arrivare poi ad impadronirsi perfino della Rocca di Monte Voltraio e ad incendiare l'intero borgo di San Lazzero.

Prima di arrivare a Ponsano vi sono la fonte e il podere dell'Amore. Non so se la prima ha dato nome al secondo o viceversa. Tuttavia, sembra che quell'acqua facesse insorgere un vivo e ardente desiderio; comunque, in questo caso, si rientra nel contesto delle antiche leggende che nel territorio volterrano, non mancano proprio.

Luogo di culto

La pieve di San Bartolomeo

La pieve di Ponsano è intitolata San Bartolomeo. Si tratta di una chiesa che presenta il suo originale paramento murario solo nella solida facciata in pietra. E' stata costruita su un masso che affiora dal terreno ai margini della strada di accesso. Ha un campanile a vela con due fori. La chiesa di Ponsano fu restaurata alla fine dell'Ottocento perché pericolante, su iniziativa di Illuminato Mascagni che raccolse i fondi occorrenti mediante una colletta indetta fra il popolo di Ponsano. La parte sinistra della chiesa, che fu interessata da questi lavori di restauro, è completamente intonacata.

La chiesa di Ponsano viene nominata in una pergamena di inizio Duecento a causa di una controversia sorta tra il Vescovo e il Comune di Volterra per la dogana del sale e per la giurisdizione su Pomarance. L'accordo che ne scaturì fu siglato in detta pieve. In altra pergamena si dice di un incontro avvenuto nella chiesa di Ponsano fra i delegati pontifici e il procuratore del Comune. Quest'ultimo, infatti, respinse la mediazione di detti delegati nella vertenza con la famiglia Belforti, proprietaria di Farneta, e si appellò direttamente al Papa.

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