Anticamente questo borgo si chiamava Roncunula. Esso si adagia ai piedi di Monte Ridolfo ed è una frazione che è sempre stata abbastanza popolata. Nel Duecento lo troviamo iscritto fra le ville sotto la giurisdizione di Monte Voltraio e a quel tempo vi esisteva anche un antico castelletto del quale oggi non si trova traccia alcuna, perché, sui suoi cadenti resti, fu costruita la chiesa di San Martino.
La costruzione della chiesa terminò alla fine del Settecento e, con essa, furono costruite la canonica e una abitazione per il Monsignor Guarnacci, proprietario della tenuta. L’idea di edificare la chiesa nel borgo venne proprio al Guarnacci per distinguere la proprietà ecclesiastica da quella familiare e in sostituzione a quella vecchia, oramai decadente, eretta sopra Monte Ridolfo. La chiesa di San Martino è l’edificio ecclesiale del borgo. Ha una sola navata con facciata in pietra squadrata, portale centrale con sovrastante stemma gentilizio e campanile a vela in mattoni. La sacrestia, a pianta ottagonale, sembra esser stata costruita con intervento successivo, tanta è l’incoerenza con l’impianto della comunicante chiesa.
Sulla facciata della chiesa in pietra volterrana si apre il portale con sovrastante stemma gentilizio della famiglia Guarnacci; nella lunetta è inserita una lastra con nastri e nodi intrecciati, di gusto preromanico. Questo stile riflette in parte sull'abitato, ma sopratutto sul centrale palazzo Campani, oggi Inghirami.
Palazzo Campani si staglia maestoso su tutta la figura del borgo che si distribuisce su un unica via e termina proprio con la dimora, una villa padronale delimitata da un cancello e preceduta da una ampia piazza con peschiera circolare al centro. Tale costruzione risale agli inizi dell'Ottocento e avvenne in occasione del matrimonio dell'ing. Luigi Campani, l'architetto che costruì il Teatro Persia FIacco, con Barbara, ultima discendente della casata Riccobaldi Del Bava Arrighi; nella facciata sono riprodotti gli stemmi delle due nobili famiglie. Sembra però che non, sia stata una nuova costruzione, ma un riadattamento del preesistente palazzo di Mons. Mario Guarnacci. II palazzo Campani è stato alla base della trama del romanzo televisivo «Ritratto di donna velata», anche se limitatamente ai soli esterni.
L'altura sopra Roncolla
Il primitivo nome della collina che si vede sopra Roncolla in direzione di Volterra era stato chiamato Monte Secondo, poi Monte Ridolfo o Rodulfo: oggi è conosciuto come Poggio San Martino. Questo poggio, ricoperto di vegetazione, nella quale primeggiano soprattutto i pini, delimitava ad est il confine fra il comune di Volterra e quello di Monte Voltraio e, come Monte Voltraio appunto, fu testimone dei forti contrasti e delle aspre guerre avvenute fra il vescovo e Volterra. Anzi Monte Ridolfo faceva parte del territorio in cui tali vicende avvennero, presentandosi ai volterrani come primo baluardo difensivo avversario da espugnare.
Monte Ridolfo come già accennato disponeva di una chiesa, ma nel Settecento, quando tale territorio, compreso l'attuale borgo di Roncolla, era proprietà dei Guarnacci, veniva evidenziata come un rudere fatiscente. Per questo motivo Mario Guarnacci trasferì la chiesa nel borgo di Roncolla impiegando i ruderi rimanenti della vecchia chiesa nella nuova costruzione.
Anticamente questo borgo si chiamava Roncunula. Esso si adagia ai piedi di Monte Ridolfo ed è una frazione che è sempre stata abbastanza popolata. Nel Duecento lo troviamo iscritto fra le ville sotto la giurisdizione di Monte Voltraio e a quel tempo vi esisteva anche un antico castelletto del quale oggi non si trova traccia alcuna, perché, sui suoi cadenti resti, fu costruita la chiesa di San Martino.
La costruzione della chiesa terminò alla fine del Settecento e, con essa, furono costruite la canonica e una abitazione per il Monsignor Guarnacci, proprietario della tenuta. L’idea di edificare la chiesa nel borgo venne proprio al Guarnacci per distinguere la proprietà ecclesiastica da quella familiare e in sostituzione a quella vecchia, oramai decadente, eretta sopra Monte Ridolfo. La chiesa di San Martino è l’edificio ecclesiale del borgo. Ha una sola navata con facciata in pietra squadrata, portale centrale con sovrastante stemma gentilizio e campanile a vela in mattoni. La sacrestia, a pianta ottagonale, sembra esser stata costruita con intervento successivo, tanta è l’incoerenza con l’impianto della comunicante chiesa.
Sulla facciata della chiesa in pietra volterrana si apre il portale con sovrastante stemma gentilizio della famiglia Guarnacci; nella lunetta è inserita una lastra con nastri e nodi intrecciati, di gusto preromanico. Questo stile riflette in parte sull'abitato, ma sopratutto sul centrale palazzo Campani, oggi Inghirami.
Palazzo Campani si staglia maestoso su tutta la figura del borgo che si distribuisce su un unica via e termina proprio con la dimora, una villa padronale delimitata da un cancello e preceduta da una ampia piazza con peschiera circolare al centro. Tale costruzione risale agli inizi dell'Ottocento e avvenne in occasione del matrimonio dell'ing. Luigi Campani, l'architetto che costruì il Teatro Persia FIacco, con Barbara, ultima discendente della casata Riccobaldi Del Bava Arrighi; nella facciata sono riprodotti gli stemmi delle due nobili famiglie. Sembra però che non, sia stata una nuova costruzione, ma un riadattamento del preesistente palazzo di Mons. Mario Guarnacci. II palazzo Campani è stato alla base della trama del romanzo televisivo «Ritratto di donna velata», anche se limitatamente ai soli esterni.
L'altura sopra Roncolla
Il primitivo nome della collina che si vede sopra Roncolla in direzione di Volterra era stato chiamato Monte Secondo, poi Monte Ridolfo o Rodulfo: oggi è conosciuto come Poggio San Martino. Questo poggio, ricoperto di vegetazione, nella quale primeggiano soprattutto i pini, delimitava ad est il confine fra il comune di Volterra e quello di Monte Voltraio e, come Monte Voltraio appunto, fu testimone dei forti contrasti e delle aspre guerre avvenute fra il vescovo e Volterra. Anzi Monte Ridolfo faceva parte del territorio in cui tali vicende avvennero, presentandosi ai volterrani come primo baluardo difensivo avversario da espugnare.
Monte Ridolfo come già accennato disponeva di una chiesa, ma nel Settecento, quando tale territorio, compreso l'attuale borgo di Roncolla, era proprietà dei Guarnacci, veniva evidenziata come un rudere fatiscente. Per questo motivo Mario Guarnacci trasferì la chiesa nel borgo di Roncolla impiegando i ruderi rimanenti della vecchia chiesa nella nuova costruzione.
Monday
Closed
Tuesday
Closed
Wednesday
Closed
Thursday
Closed
Friday
Closed
Saturday
Closed
Sunday
Closed
Novembre 4, 2024 11:58 local time