Ai confini di Volterra

Terre di Ulignano

Ai confini del territorio comunale di Volterra, proseguendo verso Siena, sorge un antico villaggio con chiesa parrocchiale, intitolata a San Pietro, nel piviere della Nera. Si tratta di Ulignano, situato su colline cretose tra le sorgenti di Era Viva e il botro Strolla.

Prima dell'anno Mille questo territorio era ricordato come Uligneto, quando il vescovo di Volterra Benedetto allivellò alcune terre in Flabiano, al confine con esso. Si dice che vi fosse un castello, di cui però non rimane traccia.

Nella metà del Duecento si sottopose a San Gimignano; il castello vescovile di Ulignano fu occupato dai sangimignanesi durante il conflitto tra il vescovo Pagano e il Comune di San Gimignano e i nobili e il popolo di Ulignano, pur sottostando al vescovo di Volterra, si sottomisero al comune di San Gimignano, giurando di custodire il loro castello. Successivamente i volterrani riuscirono a riaverne il possesso, confermato dallo stesso Carlo IV.

Ai giorni nostri

La villa padronale e il borgo

Ai primi del Seicento, la località diventò possesso della famiglia Inghirami e Iacopo, l’ammiraglio della flotta granducale dei Cavalieri di Santo Stefano, vi fece costruire una villa con l’aiuto di numerosi prigionieri barbareschi, catturati durante le sue spedizioni. Forse è per questo che i resti di due muraglie intorno alla villa si chiamano ancora ”galera” o “galerino”.

Negli anni a venire la proprietà fu lasciata ai conti Zucchini-Solimei, i quali in seguito la cedettero alla famiglia Campani; divenuto poi un bene del Corpo Forestale, negli anni Sessanta del secolo scorso, la villa fu acquistata dall’industriale cinematografico Franco Cristaldi e della celebre attrice Claudia Cardinale. Il resto del borgo invece passò alla Fondazione Leo Amici.

La villa, restaurata e ricondotta all’antico splendore, dopo la morte di Cristaldi, è passata agli eredi Cristaldi ed è stata dimora della moglie del produttore cinematografico: l’attrice africana Zuedi Arawia. Quando ancora era vivo il regista, la villa, soprattutto nel periodo natalizio, raccoglieva i più famosi personaggi del cinema e della televisione.

Chiesa duecentesca

La chiesa di San Pietro

In questa zona, particolare importanza ebbe la parrocchia di San Pietro. La chiesa fu edificata nei primi del Duecento e faceva parte della Pieve de La Nera. Più volte rimodificata, dell’originale chiesa romanica restano visibili i muri perimetrali e il campanile a vela con tre fori.

Un tempo nella chiesa di Ulignano si trovava una delle pregevoli opere di Daniele Ricciarelli; oggi è custodita nel Museo Diocesano di Arte Sacra a Volterra, a fronte dell'incuria che in tempi più recenti la chiesa stava subendo, abbandonata a sé stessa nello stato di degrado avanzato e devastata dal corso della natura.

La chiesa, fu restaurata da Carlo Tedeschi e dai volontari dell’Associazione Dare, affinchè insieme al borgo, esclusa la villa padronale, divennisse proprietà della Fondazione Leo Amici. Tedeschi, pittore stimato, ha affrescato personalmente le mura interne di questo luogo di culto con le sue tipiche immagini pittoriche, usando la tecnica tattoo wall.

L'estrazione degli ovuli

​Cave di alabastro pregiato

Le colline di Ulignano dettero ai volterrani una pietra di alabastro detta Cotognino, conosciuta meglio come «Pietra della Colombina», dal nome di colei che la vendeva. Cessata la sua estrazione, quando rischiava di far franare le fondamenta della villa, la pietra molto bella si può ammirare nell’ornamento delle pareti della Cappella di San Paolo nella Cattedrale di Santa Maria Assunta, fatta costruire da Iacopo Inghirami agli inizi del Seicento. Sempre sulle colline di Ulignano vi si scavava anche un’altra pietra di alabastro detta Agatato, cioè con macchie cipollate ed occhi di vari colori, visibile nei quattro candelieri che ornano l’altare della Cappella di San Paolo.

L’alabastro viene rinvenuto in masse dalla conformazione generalmente ovoidale, con peso variante da pochi chilogrammi ad alcuni quintali. Sono didatticamente chiamati “arnioni”, ma nel parlare quotidiano “ovuli” e riposano in giacimenti aggredibili a cielo aperto con scarse difficoltà, oppure in aggregazioni sotterranee, chiamate cave, in cui occorre scavare le gallerie.

> Scopri, L'estrazione dell'alabastro

Civiltà perdute

L'antico borgo di Monte Nero

Da sempre bramate, queste colline, sono state importanti anche perché ospitavano templi etruschi, dedicati a divinità della campagna e dei boschi, confermati da alcuni ritrovamenti di bronzetti votivi proprio nello scosceso letto della Strolla.

Purtroppo oggi di quello che era l’originario borgo, costituitosi attorno al castello, non rimane quasi traccia. Solo alcune delle antiche strutture murarie si possono ancora notare nella costruzione della seicentesca villa, e dunque, solo dopo una breve sosta alla chiesa, che sia per una passeggiata a piedi, in bici o a cavallo, si può visitare l'adiacente Riserva della Nera. Già alzando lo sguardo si scorgono all'orizzonte; sono il Monte Nero e il Monte Nerino, due colline scoscese e formate di pietra di gabbro e di serpentino, di colore tra il verde e il nero, scrigni di antiche testimonianze storiche e panorami mozzafiato. All'interno della sua macchia, si celano anche delle suggestive cascatelle: nel periodo estivo sono tipicamente frequentate dai volterrani in cerca di un bagni ristoratori.

> Scopri, Anello di Monte Nero

Ai confini di Volterra

Terre di Ulignano

Ai confini del territorio comunale di Volterra, proseguendo verso Siena, sorge un antico villaggio con chiesa parrocchiale, intitolata a San Pietro, nel piviere della Nera. Si tratta di Ulignano, situato su colline cretose tra le sorgenti di Era Viva e il botro Strolla.

Prima dell'anno Mille questo territorio era ricordato come Uligneto, quando il vescovo di Volterra Benedetto allivellò alcune terre in Flabiano, al confine con esso. Si dice che vi fosse un castello, di cui però non rimane traccia.

Nella metà del Duecento si sottopose a San Gimignano; il castello vescovile di Ulignano fu occupato dai sangimignanesi durante il conflitto tra il vescovo Pagano e il Comune di San Gimignano e i nobili e il popolo di Ulignano, pur sottostando al vescovo di Volterra, si sottomisero al comune di San Gimignano, giurando di custodire il loro castello. Successivamente i volterrani riuscirono a riaverne il possesso, confermato dallo stesso Carlo IV.

Chiesa duecentesca

La chiesa di San Pietro

In questa zona, particolare importanza ebbe la parrocchia di San Pietro. La chiesa fu edificata nei primi del Duecento e faceva parte della Pieve de La Nera. Più volte rimodificata, dell’originale chiesa romanica restano visibili i muri perimetrali e il campanile a vela con tre fori.

Un tempo nella chiesa di Ulignano si trovava una delle pregevoli opere di Daniele Ricciarelli; oggi è custodita nel Museo Diocesano di Arte Sacra a Volterra, a fronte dell'incuria che in tempi più recenti la chiesa stava subendo, abbandonata a sé stessa nello stato di degrado avanzato e devastata dal corso della natura.

La chiesa, fu restaurata da Carlo Tedeschi e dai volontari dell’Associazione Dare, affinchè insieme al borgo, esclusa la villa padronale, divennisse proprietà della Fondazione Leo Amici. Tedeschi, pittore stimato, ha affrescato personalmente le mura interne di questo luogo di culto con le sue tipiche immagini pittoriche, usando la tecnica tattoo wall.

Ai giorni nostri

La villa padronale e il borgo

Ai primi del Seicento, la località diventò possesso della famiglia Inghirami e Iacopo, l’ammiraglio della flotta granducale dei Cavalieri di Santo Stefano, vi fece costruire una villa con l’aiuto di numerosi prigionieri barbareschi, catturati durante le sue spedizioni. Forse è per questo che i resti di due muraglie intorno alla villa si chiamano ancora ”galera” o “galerino”.

Negli anni a venire la proprietà fu lasciata ai conti Zucchini-Solimei, i quali in seguito la cedettero alla famiglia Campani; divenuto poi un bene del Corpo Forestale, negli anni Sessanta del secolo scorso, la villa fu acquistata dall’industriale cinematografico Franco Cristaldi e della celebre attrice Claudia Cardinale. Il resto del borgo invece passò alla Fondazione Leo Amici.

La villa, restaurata e ricondotta all’antico splendore, dopo la morte di Cristaldi, è passata agli eredi Cristaldi ed è stata dimora della moglie del produttore cinematografico: l’attrice africana Zuedi Arawia. Quando ancora era vivo il regista, la villa, soprattutto nel periodo natalizio, raccoglieva i più famosi personaggi del cinema e della televisione.

L'estrazione degli ovuli

​Cave di alabastro pregiato

Le colline di Ulignano dettero ai volterrani una pietra di alabastro detta Cotognino, conosciuta meglio come «Pietra della Colombina», dal nome di colei che la vendeva. Cessata la sua estrazione, quando rischiava di far franare le fondamenta della villa, la pietra molto bella si può ammirare nell’ornamento delle pareti della Cappella di San Paolo nella Cattedrale di Santa Maria Assunta, fatta costruire da Iacopo Inghirami agli inizi del Seicento. Sempre sulle colline di Ulignano vi si scavava anche un’altra pietra di alabastro detta Agatato, cioè con macchie cipollate ed occhi di vari colori, visibile nei quattro candelieri che ornano l’altare della Cappella di San Paolo.

L’alabastro viene rinvenuto in masse dalla conformazione generalmente ovoidale, con peso variante da pochi chilogrammi ad alcuni quintali. Sono didatticamente chiamati “arnioni”, ma nel parlare quotidiano “ovuli” e riposano in giacimenti aggredibili a cielo aperto con scarse difficoltà, oppure in aggregazioni sotterranee, chiamate cave, in cui occorre scavare le gallerie.

> Scopri, L'estrazione dell'alabastro

Civiltà perdute

L'antico borgo di Monte Nero

Da sempre bramate, queste colline, sono state importanti anche perché ospitavano templi etruschi, dedicati a divinità della campagna e dei boschi, confermati da alcuni ritrovamenti di bronzetti votivi proprio nello scosceso letto della Strolla.

Purtroppo oggi di quello che era l’originario borgo, costituitosi attorno al castello, non rimane quasi traccia. Solo alcune delle antiche strutture murarie si possono ancora notare nella costruzione della seicentesca villa, e dunque, solo dopo una breve sosta alla chiesa, che sia per una passeggiata a piedi, in bici o a cavallo, si può visitare l'adiacente Riserva della Nera. Già alzando lo sguardo si scorgono all'orizzonte; sono il Monte Nero e il Monte Nerino, due colline scoscese e formate di pietra di gabbro e di serpentino, di colore tra il verde e il nero, scrigni di antiche testimonianze storiche e panorami mozzafiato. All'interno della sua macchia, si celano anche delle suggestive cascatelle: nel periodo estivo sono tipicamente frequentate dai volterrani in cerca di un bagni ristoratori.

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