Dalla predicazione di San Bernardino

Chiesa di Santa Margherita

Alla piccola chiesa dedicata a Santa Margherita ci si arriva salendo prima degli scalogni e poi un viottolo ripido. La struttura muraria è in pietra con grossi conci inglobati e pregevole portale sormontato da una lunetta. Sopra l'ingresso è stata aperta, in epoca recente, una finestra ad arco. Sul retro vi è il campanile a vela.

Facendo un giro all'esterno, tutto giro giro la chiesa, possiamo notare centinaia di nomi incisi sulle pareti. Senza alcuna certezza pare siano i nomi di molti soldati della Seconda Guerra Mondiale che si erano rifugiati lì, dei quali alcuni vennero uccisi e sepolti in loco, e dissepolti in seguito. La realtà di questi graffiti e di quello che si racconta, meriterebbe davvero approfondimenti e verifiche.

Essendo il culto della santa antichissimo e di origine orientale, la chiesa potrebbe pertanto essere una delle prime costruite nella zona, forse in epoca tardoantica. Datata al Millecento, i suoi anni sulle spalle si fanno davvero sentire: il suo interno ad un unica aula è molto malridotta.

Sotto collina

Il territorio di Casazano

Nel medioevo la zona intorno a questa chiesa era chiamata Casazano, oggi sostituita con il nome di Santa Margherita che non intende solo la chiesa, ma tutto il territorio intorno, dove vi sono numerose belle ville padronali e poderi.

Questa vasta area è oggi occupata da numerose abitazioni e da coltivazioni di tipo intensivo (orti, vigne, oliveti). Anche nel medioevo Casazano era destinata a questo tipo di coltivazioni, ma probabilmente l'insediamento differiva in qualche misura; sappiamo che vi esisteva una villa, ma il numero di documenti che citano abitazioni stabili è molto basso. Tutto questo ci induce a credere che chi possedeva o lavorava questi terreni risiedeva in città recandovisi solo per lavorare; un comportamento favorito dall'estrema vicinanza con Volterra, circa mezz'ora di cammino. Questa forma di pendolarismo deve essere cambiata a partir dalla metà del Duecento, negli statuti comunali compare infatti un capitolo che consentiva sgravi fiscali e agevolazioni a chi vi andava ad abitare.

Dalla predicazione di San Bernardino

Chiesa di Santa Margherita

Alla piccola chiesa dedicata a Santa Margherita ci si arriva salendo prima degli scalogni e poi un viottolo ripido. La struttura muraria è in pietra con grossi conci inglobati e pregevole portale sormontato da una lunetta. Sopra l'ingresso è stata aperta, in epoca recente, una finestra ad arco. Sul retro vi è il campanile a vela.

Facendo un giro all'esterno, tutto giro giro la chiesa, possiamo notare centinaia di nomi incisi sulle pareti. Senza alcuna certezza pare siano i nomi di molti soldati della Seconda Guerra Mondiale che si erano rifugiati lì, dei quali alcuni vennero uccisi e sepolti in loco, e dissepolti in seguito. La realtà di questi graffiti e di quello che si racconta, meriterebbe davvero approfondimenti e verifiche.

Essendo il culto della santa antichissimo e di origine orientale, la chiesa potrebbe pertanto essere una delle prime costruite nella zona, forse in epoca tardoantica. Datata al Millecento, i suoi anni sulle spalle si fanno davvero sentire: il suo interno ad un unica aula è molto malridotta.

Sotto collina

Il territorio di Casazano

Nel medioevo la zona intorno a questa chiesa era chiamata Casazano, oggi sostituita con il nome di Santa Margherita che non intende solo la chiesa, ma tutto il territorio intorno, dove vi sono numerose belle ville padronali e poderi.

Questa vasta area è oggi occupata da numerose abitazioni e da coltivazioni di tipo intensivo (orti, vigne, oliveti). Anche nel medioevo Casazano era destinata a questo tipo di coltivazioni, ma probabilmente l'insediamento differiva in qualche misura; sappiamo che vi esisteva una villa, ma il numero di documenti che citano abitazioni stabili è molto basso. Tutto questo ci induce a credere che chi possedeva o lavorava questi terreni risiedeva in città recandovisi solo per lavorare; un comportamento favorito dall'estrema vicinanza con Volterra, circa mezz'ora di cammino. Questa forma di pendolarismo deve essere cambiata a partir dalla metà del Duecento, negli statuti comunali compare infatti un capitolo che consentiva sgravi fiscali e agevolazioni a chi vi andava ad abitare.

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