La sede degli Agostiniani

Le sepolture nobiliari nei luoghi di culto

La costruzione della chiesa di Sant'Agostino e del convento degli agostiniani iniziò quando gli agostiniani arrivarono processionalmente in città. Portavano le sacre reliquie delle SS. Spine, qui ancora conservate. Oggi è sede del Museo Diocesano di Arte Sacra.

Sembra che la chiesa e il convento con l'annesso orto esistessero prima della metà del Trecento. Molte furono in seguito le elargizioni che contribuirono alla crescita ed abbellimento del convento e della chiesa e tanti furono i personaggi illustri volterrani che vollero essere sepolti in Sant'Agostino. Fra questi sono da ricordare i Falconcini, i Riccobaldi del Bava, i Lisci, i Della Gherardesca e i Turazza. Un particolare personaggio, sepolto all'altare dei Turazza, fu Francesco Bibboni che, nel Cinquecento, insieme a Gabriello Ricci e in pieno giorno in Piazza San Paolo a Venezia, uccise Lorenzino de Medici e Alessandro Soderini, riuscendo poi a mettersi in salvo.

Una bellissima chiesa piena di sorprese.

Cambiamenti nei secoli

Chiesa a tre navate con volte ribassate

Inizialmente la chiesa di Sant'Agostino presentava una sola navata con copertura a capriate. Tra il Seicento e il Settecento a Volterra, dopo la ristrutturazione del Duomo, si assisté ad una revisione più o meno marcata delle altre chiese della città. Se alcune limitarono gli interventi al solo aspetto decorativo-figurativo, altre ripensarono sia l'interno che l'esterno, determinando una nuova struttura dell'edificio religioso. In Sant'Agostino l'intervento è andato ad interessare la ridefinizione non solo decorativa, ma l'intera volumetria interna.

Così la chiesa duecentesca a capanna si era trasformata in uno spazio a tre navate coperte con volte ribassate. L'impianto comunque, diversamente dalle decorazioni, di tendenze più tardo-barocche, rimane impiantato ad una linea neo cinquecentesca. La facciata, per metà romanica e per l'altra metà settecentesca, venne sormontata da quattro busti in pietra raffiguranti i Santi Agostino, Tommaso da Villanova, Nicola e Monica. Lungo le navate laterali ci sono cinque altari per parte, mentre due cappelle si aprono nella navata destra e due ai lati del coro.

La sede degli Agostiniani

Le sepolture nobiliari nei luoghi di culto

La costruzione della chiesa di Sant'Agostino e del convento degli agostiniani iniziò quando gli agostiniani arrivarono processionalmente in città. Portavano le sacre reliquie delle SS. Spine, qui ancora conservate. Oggi è sede del Museo Diocesano di Arte Sacra.

Sembra che la chiesa e il convento con l'annesso orto esistessero prima della metà del Trecento. Molte furono in seguito le elargizioni che contribuirono alla crescita ed abbellimento del convento e della chiesa e tanti furono i personaggi illustri volterrani che vollero essere sepolti in Sant'Agostino. Fra questi sono da ricordare i Falconcini, i Riccobaldi del Bava, i Lisci, i Della Gherardesca e i Turazza. Un particolare personaggio, sepolto all'altare dei Turazza, fu Francesco Bibboni che, nel Cinquecento, insieme a Gabriello Ricci e in pieno giorno in Piazza San Paolo a Venezia, uccise Lorenzino de Medici e Alessandro Soderini, riuscendo poi a mettersi in salvo.

Una bellissima chiesa piena di sorprese.

Cambiamenti nei secoli

Chiesa a tre navate con volte ribassate

Inizialmente la chiesa di Sant'Agostino presentava una sola navata con copertura a capriate. Tra il Seicento e il Settecento a Volterra, dopo la ristrutturazione del Duomo, si assisté ad una revisione più o meno marcata delle altre chiese della città. Se alcune limitarono gli interventi al solo aspetto decorativo-figurativo, altre ripensarono sia l'interno che l'esterno, determinando una nuova struttura dell'edificio religioso. In Sant'Agostino l'intervento è andato ad interessare la ridefinizione non solo decorativa, ma l'intera volumetria interna.

Così la chiesa duecentesca a capanna si era trasformata in uno spazio a tre navate coperte con volte ribassate. L'impianto comunque, diversamente dalle decorazioni, di tendenze più tardo-barocche, rimane impiantato ad una linea neo cinquecentesca. La facciata, per metà romanica e per l'altra metà settecentesca, venne sormontata da quattro busti in pietra raffiguranti i Santi Agostino, Tommaso da Villanova, Nicola e Monica. Lungo le navate laterali ci sono cinque altari per parte, mentre due cappelle si aprono nella navata destra e due ai lati del coro.

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  • Aprile 25, 2024 16:37 local time