All'ingresso di Volterra

L'abbeveratoio dei cavalli

Sulla strada che si appresta ad essere scoscesa e serpentina da Volterra verso Saline di Volterra si scorge sulla destra una fonte molto stretta e larga incavata nel muro: è la Fontanella. La Fontanella aveva dato il nome omonimo anche al podere di fronte, al di là della strada sulla sinistra, proprio perché fungeva da stazione di servizio a tutti i mezzi trainati da animali che si fermavano per l'abbeverata, cioè per il rifornimento di carburante di allora. Erano gli inizi del Novecento, una vita fa, ma la fonte rimane ancora lì a testimonianza delle nostre usanze del passato. Nel mezzo al muro che sorregge il terreno soprastante la fonte, vi doveva essere un tabernacolo, ma è ignoto a quale santo fosse dedicato.

Nei momenti di maggiore notorietà ed utilità, Fontanella, era sempre ben fornita d'acqua, con i bordi della capace vasca ornati di fresca borraccina e di piante acquatiche. Quando le sere d'estate le ranocchie vi tenevano grandi concerti vocali, si rivelava utile anche per le persone comuni che arrivavano fin qui dopo lunghe scampagnate da valle.

Tradizioni del secolo scorso

La filastrocca delle nonne

La filastrocca è ormai desueta, ma un tempo la tiritera che nonne e mamme, migliaia di volte, hanno canterellato faceva così:

Andai a Fontanella/ mi ci lavai le mani/ mi ci cascò l'anello/
pesca e ripesca/ pescai un pesciolino/ vestito di turchino/
lo portai al buon signore/ il buon signore non c'era/
c'era la cameriera/ che faceva le frittelle/ me ne diede una/
la misi sul banco/ il banco era rotto/ e sotto c’era un pozzo/
il pozzo era vecchio/ e sotto c’era un letto/
letto rifatto/ e sotto c’era un gatto/
gatto in camicia/ che scoppiava dalle risa.
Lasciamolo scoppiare/ quel brutto gattone/ che stava in cornicione.

Cambiamenti generazionali

Sostituita dalla Fonte del Pino

Una volta raggiunta Fontanella, il viandante assaporava già il gusto della fine della lunga camminata, una bevuta, magari una rinfrescatina alla faccia e poi, l'ultimo strappo verso Volterra passando dalla scorciatoria, poco più avanti, che porta alle Quattro Strade o Balano come dir si voglia da chi proviene da Saline o da Citerna.

Oggi la comodità della fonte soddisfa tutte le esigenze della stalla, ma non è più adatta come acqua per bere e per tutte le altre incombenze familiari. Questa variazione d'uso, a suo tempo, portò i cittadini a dissetarsi altrove, preferendo la Fonte del Pino, che si trova nella zona dell'attuale stadio a circa un chilometro di distanza da Fontanella. La vecchia Fontanella perciò è sola, a nessuno interessa più il fascino della fresca fontana, nè tanto meno la sua filastrocca che un tempo andava molto.

L'acqua del Pino, molto limpida, era di sorgente, ma oggi il suo doccio è assai diminuito e, a seguito dell'avvenuta costruzione delle case sul soprastante terreno, l'uso dell'acqua è poco consigliabile. Rimane perciò un abbellimento urbano di un periodo in cui le esigenze erano altre.

> Scopri, Fonte del Pino

Una installazione permanente

Onore a Giusto Landini

In adiacenza alla fonte, sulla ripida scorciatoia pedonale, è stata posta un’installazione permanente per rendere omaggio a Giusto Landini. E’ quella voluta dal Comune di Volterra nella via che porta il nome dell’eroe del popolo volterrano, simbolo dell'orgoglio civico e di quella volontà di perseguire senza paura il bene per la propria comunità.

Agli inizi del Quattrocento Firenze ordinò la tassazione al contado. Il provvedimento riguardò anche i volterrani e il malcontento fece scoppiare la ribellione. Ne prese la guida Giusto Landini, ma fu eliminato con una defenestrazione da Palazzo dei Priori. Solo allora i fiorentini ebbero di nuovo pieno potere sulla città.

L'opera racconta tutto questo; è stata realizzata in ferro battuto da Stefi Salvadori, per quanto riguarda la scena del tradimento a Palazzo dei Priori, e da Giorgio Scarselli in panchino, per quanto attiene la bifora che fa da sfondo alla scena. A calar del sole l'installazione prende luce, appositamente illuminata da luci strutturali, in modo da poter essere visibile anche di notte.

> Scopri, Defenestrazione di Giusto Landini

All'ingresso di Volterra

L'abbeveratoio dei cavalli

Sulla strada che si appresta ad essere scoscesa e serpentina da Volterra verso Saline di Volterra si scorge sulla destra una fonte molto stretta e larga incavata nel muro: è la Fontanella. La Fontanella aveva dato il nome omonimo anche al podere di fronte, al di là della strada sulla sinistra, proprio perché fungeva da stazione di servizio a tutti i mezzi trainati da animali che si fermavano per l'abbeverata, cioè per il rifornimento di carburante di allora. Erano gli inizi del Novecento, una vita fa, ma la fonte rimane ancora lì a testimonianza delle nostre usanze del passato. Nel mezzo al muro che sorregge il terreno soprastante la fonte, vi doveva essere un tabernacolo, ma è ignoto a quale santo fosse dedicato.

Nei momenti di maggiore notorietà ed utilità, Fontanella, era sempre ben fornita d'acqua, con i bordi della capace vasca ornati di fresca borraccina e di piante acquatiche. Quando le sere d'estate le ranocchie vi tenevano grandi concerti vocali, si rivelava utile anche per le persone comuni che arrivavano fin qui dopo lunghe scampagnate da valle.

Tradizioni del secolo scorso

La filastrocca delle nonne

La filastrocca è ormai desueta, ma un tempo la tiritera che nonne e mamme, migliaia di volte, hanno canterellato faceva così:

Andai a Fontanella/ mi ci lavai le mani/ mi ci cascò l'anello/
pesca e ripesca/ pescai un pesciolino/ vestito di turchino/
lo portai al buon signore/ il buon signore non c'era/
c'era la cameriera/ che faceva le frittelle/ me ne diede una/
la misi sul banco/ il banco era rotto/ e sotto c’era un pozzo/
il pozzo era vecchio/ e sotto c’era un letto/
letto rifatto/ e sotto c’era un gatto/
gatto in camicia/ che scoppiava dalle risa.
Lasciamolo scoppiare/ quel brutto gattone/ che stava in cornicione.

Cambiamenti generazionali

Sostituita dalla Fonte del Pino

Una volta raggiunta Fontanella, il viandante assaporava già il gusto della fine della lunga camminata, una bevuta, magari una rinfrescatina alla faccia e poi, l'ultimo strappo verso Volterra passando dalla scorciatoria, poco più avanti, che porta alle Quattro Strade o Balano come dir si voglia da chi proviene da Saline o da Citerna.

Oggi la comodità della fonte soddisfa tutte le esigenze della stalla, ma non è più adatta come acqua per bere e per tutte le altre incombenze familiari. Questa variazione d'uso, a suo tempo, portò i cittadini a dissetarsi altrove, preferendo la Fonte del Pino, che si trova nella zona dell'attuale stadio a circa un chilometro di distanza da Fontanella. La vecchia Fontanella perciò è sola, a nessuno interessa più il fascino della fresca fontana, nè tanto meno la sua filastrocca che un tempo andava molto.

L'acqua del Pino, molto limpida, era di sorgente, ma oggi il suo doccio è assai diminuito e, a seguito dell'avvenuta costruzione delle case sul soprastante terreno, l'uso dell'acqua è poco consigliabile. Rimane perciò un abbellimento urbano di un periodo in cui le esigenze erano altre.

> Scopri, Fonte del Pino

Una installazione permanente

Onore a Giusto Landini

In adiacenza alla fonte, sulla ripida scorciatoia pedonale, è stata posta un’installazione permanente per rendere omaggio a Giusto Landini. E’ quella voluta dal Comune di Volterra nella via che porta il nome dell’eroe del popolo volterrano, simbolo dell'orgoglio civico e di quella volontà di perseguire senza paura il bene per la propria comunità.

Agli inizi del Quattrocento Firenze ordinò la tassazione al contado. Il provvedimento riguardò anche i volterrani e il malcontento fece scoppiare la ribellione. Ne prese la guida Giusto Landini, ma fu eliminato con una defenestrazione da Palazzo dei Priori. Solo allora i fiorentini ebbero di nuovo pieno potere sulla città.

L'opera racconta tutto questo; è stata realizzata in ferro battuto da Stefi Salvadori, per quanto riguarda la scena del tradimento a Palazzo dei Priori, e da Giorgio Scarselli in panchino, per quanto attiene la bifora che fa da sfondo alla scena. A calar del sole l'installazione prende luce, appositamente illuminata da luci strutturali, in modo da poter essere visibile anche di notte.

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