Dall'alto del Maschio si gode una visione da favola, uno dei più vasti e mirabili orizzonti d'Italia; ai suoi piedi il Parco Fiumi, la città, i borghi, più in là le dolci colline e i castelli che l'abbracciano a perdita d'occhio, i fumi delle ciminiere e del vapore di Larderello, i monti innevati degli appennini e il mare. Nei giorni più chiari si possono scorgere l'isola d'Elba, la Capraia e la Corsica. Un panorama che difficilmente si dimentica.
Per arrivarci è necessario entrare nella Fortezza Medicea, dunque salire la ripida Rampa di Castello e costeggiare la piazzaforte tutto sulla destra fino a raggiungere il lato corto di essa. Oggi questo imponente complesso è parte di un carcere maschile di massima sicurezza e sebbene il Maschio si trovi nella parte dismessa dell'istituto, entrare comporta comunque superare un profilo di idoneità, rivelare la propria identità e rispettare tutti i protocolli di sicurezza. Dopodiché si viene scortati all'interno dell'edificio dove una guida turistica dall'altra parte è pronta ad illustrarvi il sito storico.
La Fortezza Medicea, voluta da Lorenzo il Magnifico per tenere a bada Volterra ormai sottomessa, fu costruita dopo la rovinosa guerra delle allumiere di fine Quattrocento. Sotto la direzione dell’architetto militare Francesco di Giovanni di Francesco, detto “Il Francione”, nel breve volgere di tre anni fu eretta la cosiddetta Rocca Nuova: un grande quadrato con agli angoli dei torrioni circolari e nel cui centro si innalza la possente torre del Maschio, che dà il nome a tutto l’edificio. Si provvide poi ad unire con due lunghi ballatoi fortificati la nuova costruzione con la Rocca Vecchia, l’altra grande fortificazione che si trova a ridosso della porta a Selci fatta edificare centotrenta anni prima da Gualtieri di Brienne detto il Duca d’Atene. Sorse così quella colossale piazzaforte che da allora domina la città e che dette all’intera zona un assetto rimasto immutato sino ai giorni nostri.
La Rocca del Duca d'Atene, denominata in contrapposizione del Maschio, Femmina, sporge verso levante con un torrione poligonale come la prora di un grande bastimento; non è visitabile, ma in occasioni speciali è possibile arrivare sotto di essa ammirandone il cortile esterno annesso.
E' evidente che la grande fortezza era stata costruita per scopi militari, ma, a dire il vero, in questo campo ebbe modo di essere utilizzata una sola volta. Nel resto degli anni della sua plurisecolare esistenza, la piazzaforte servì soprattutto come caserma alle truppe granducali, le quali tenevano in custodia nelle terribili segrete della torre del Maschio alcuni prigionieri “eccellenti”, non più però di una diecina per volta. Fino a che, con una legge granducale di inizio Ottocento, essa fu trasformata ufficialmente in penitenziario, ruolo che continua a svolgere a tutt’oggi.
Molti dunque sono i personaggi che, loro malgrado, hanno soggiornato nella fortezza. A cominciare dai superstiti della celeberrima congiura ordita dalla famiglia dei Pazzi contro Lorenzo il Magnifico, che hanno avuto l'onore di inaugurare questi nuovi spazi. Di nomi Illustri della cronaca nera ce ne sono stati e la lista arriva fino ai giorni nostri: banditi sardi e siciliani, mafiosi e camorristi, terroristi neri e brigatisti rossi. Ognuno con una storia grande o piccola alle sue spalle.
Il Maschio dunque, seppur con limitazioni, è l'unica parte della Fortezza che è visitabile con l'accompagnamento di una guida turistica. Essa serba nel suo seno l'orrore di carceri paurose, circondate da cupe leggende, per le quali le buie cripte furono sepolcro di viventi per anni.
La torre si rivela di forma cilindrica con scarpatura a tronco di cono, con muratura e coronamento superiore in beccatelli su mensole e archetti ogivali, costruito in conci in panchino di Volterra. La porta d’ingresso attuale a piano terra è situata sulla scarpa ed è al di sotto e in corrispondenza della “porta volante”, situato al piano secondo, di collegamento con il ponte levatoio. Esso collegava il piano secondo della torre con gli spalti del perimetro fortificato della fortezza quadrata, ma per mitigare in parte l'orridezza delle prigioni, il ponte levatoio fu infine tolto e praticata un'apertura dal piazzale.
I piani interni di calpestio oltre al piano terra sono quattro. Appena entrati dalla porta si trovano a sinistra e a destra due stretti e bassi corridoi a volta a botte per l’accesso a delle bombardiere, al lato sinistro invece si trova anche la scala a chiocciola di collegamento con i piani superiori fino all'ultimo.
Il piano terra così come il primo piano sono a forma cilindrica circolare con calotta emisferica ribassata. In questo vano intonacato, si trova un'apertura con spallette in muratura che collega questo piano con la cisterna sottostante. Al primo piano si possono notare inoltre tre piccole archibugiere che all’esterno sono riscontrabili come bocche di volata riconoscibili per la forma a chiave rovesciata per la posizione delle artiglierie.
Il secondo piano invece ha forma esagonale con una cupola emisferica a padiglione; si manterrà questa forma fino all'ultimo piano. Sul lato nord si trovava la porta armata poi murata che collegava questo piano con lo spalto della fortezza attraverso il ponte levatoio a doppia catena. Su due lati dell’esagono si trovano una nicchia rettangolare, forse sede di un caminetto, e un'altra nicchia dove era situato un lavabo in pietra serena. Si può ipotizzare che questo piano fosse adibito a residenza del comandante della fortezza.
Il terzo piano è curioso per le aperture adibite a bombardiere con vano strombato verso l’esterno situati su cinque lati del perimetro esagonale. Una apertura porta anche ad un gabinetto, ma è proseguendo sulla scala a chiocciola che troviamo il motivo che già da solo merita tutti i soldi del biglietto.
Il quarto piano è a forma esagonale e ha al centro un deposito circolare in muratura contenente acqua utile al carcere. Da due aperture, una a est e una a ovest, si accede al camminamento di ronda che si presenta diviso in alcuni vani con pareti a mattoni forati. Su questi vani si trovano otto finestre finestre e quattro finestrelle. Alcune sono ricavate dall’antica merlatura di perimetro ed è proprio da qui che Volterra si mostra piccola; il Maschio si posiziona sul punto più alto del colle.
Se mentre da una parte si scorgono i lineamenti della città e delle vallate circostanti, dall'alto è possibile ammirare la mole del corpo restante della fortezza e talvolta gli ergastolani intenti a fare attività sportiva nel cortile interno.
Dall'alto del Maschio si gode una visione da favola, uno dei più vasti e mirabili orizzonti d'Italia; ai suoi piedi il Parco Fiumi, la città, i borghi, più in là le dolci colline e i castelli che l'abbracciano a perdita d'occhio, i fumi delle ciminiere e del vapore di Larderello, i monti innevati degli appennini e il mare. Nei giorni più chiari si possono scorgere l'isola d'Elba, la Capraia e la Corsica. Un panorama che difficilmente si dimentica.
Per arrivarci è necessario entrare nella Fortezza Medicea, dunque salire la ripida Rampa di Castello e costeggiare la piazzaforte tutto sulla destra fino a raggiungere il lato corto di essa. Oggi questo imponente complesso è parte di un carcere maschile di massima sicurezza e sebbene il Maschio si trovi nella parte dismessa dell'istituto, entrare comporta comunque superare un profilo di idoneità, rivelare la propria identità e rispettare tutti i protocolli di sicurezza. Dopodiché si viene scortati all'interno dell'edificio dove una guida turistica dall'altra parte è pronta ad illustrarvi il sito storico.
La Fortezza Medicea, voluta da Lorenzo il Magnifico per tenere a bada Volterra ormai sottomessa, fu costruita dopo la rovinosa guerra delle allumiere di fine Quattrocento. Sotto la direzione dell’architetto militare Francesco di Giovanni di Francesco, detto “Il Francione”, nel breve volgere di tre anni fu eretta la cosiddetta Rocca Nuova: un grande quadrato con agli angoli dei torrioni circolari e nel cui centro si innalza la possente torre del Maschio, che dà il nome a tutto l’edificio. Si provvide poi ad unire con due lunghi ballatoi fortificati la nuova costruzione con la Rocca Vecchia, l’altra grande fortificazione che si trova a ridosso della porta a Selci fatta edificare centotrenta anni prima da Gualtieri di Brienne detto il Duca d’Atene. Sorse così quella colossale piazzaforte che da allora domina la città e che dette all’intera zona un assetto rimasto immutato sino ai giorni nostri.
La Rocca del Duca d'Atene, denominata in contrapposizione del Maschio, Femmina, sporge verso levante con un torrione poligonale come la prora di un grande bastimento; non è visitabile, ma in occasioni speciali è possibile arrivare sotto di essa ammirandone il cortile esterno annesso.
E' evidente che la grande fortezza era stata costruita per scopi militari, ma, a dire il vero, in questo campo ebbe modo di essere utilizzata una sola volta. Nel resto degli anni della sua plurisecolare esistenza, la piazzaforte servì soprattutto come caserma alle truppe granducali, le quali tenevano in custodia nelle terribili segrete della torre del Maschio alcuni prigionieri “eccellenti”, non più però di una diecina per volta. Fino a che, con una legge granducale di inizio Ottocento, essa fu trasformata ufficialmente in penitenziario, ruolo che continua a svolgere a tutt’oggi.
Molti dunque sono i personaggi che, loro malgrado, hanno soggiornato nella fortezza. A cominciare dai superstiti della celeberrima congiura ordita dalla famiglia dei Pazzi contro Lorenzo il Magnifico, che hanno avuto l'onore di inaugurare questi nuovi spazi. Di nomi Illustri della cronaca nera ce ne sono stati e la lista arriva fino ai giorni nostri: banditi sardi e siciliani, mafiosi e camorristi, terroristi neri e brigatisti rossi. Ognuno con una storia grande o piccola alle sue spalle.
Il Maschio dunque, seppur con limitazioni, è l'unica parte della Fortezza che è visitabile con l'accompagnamento di una guida turistica. Essa serba nel suo seno l'orrore di carceri paurose, circondate da cupe leggende, per le quali le buie cripte furono sepolcro di viventi per anni.
La torre si rivela di forma cilindrica con scarpatura a tronco di cono, con muratura e coronamento superiore in beccatelli su mensole e archetti ogivali, costruito in conci in panchino di Volterra. La porta d’ingresso attuale a piano terra è situata sulla scarpa ed è al di sotto e in corrispondenza della “porta volante”, situato al piano secondo, di collegamento con il ponte levatoio. Esso collegava il piano secondo della torre con gli spalti del perimetro fortificato della fortezza quadrata, ma per mitigare in parte l'orridezza delle prigioni, il ponte levatoio fu infine tolto e praticata un'apertura dal piazzale.
I piani interni di calpestio oltre al piano terra sono quattro. Appena entrati dalla porta si trovano a sinistra e a destra due stretti e bassi corridoi a volta a botte per l’accesso a delle bombardiere, al lato sinistro invece si trova anche la scala a chiocciola di collegamento con i piani superiori fino all'ultimo.
Il piano terra così come il primo piano sono a forma cilindrica circolare con calotta emisferica ribassata. In questo vano intonacato, si trova un'apertura con spallette in muratura che collega questo piano con la cisterna sottostante. Al primo piano si possono notare inoltre tre piccole archibugiere che all’esterno sono riscontrabili come bocche di volata riconoscibili per la forma a chiave rovesciata per la posizione delle artiglierie.
Il secondo piano invece ha forma esagonale con una cupola emisferica a padiglione; si manterrà questa forma fino all'ultimo piano. Sul lato nord si trovava la porta armata poi murata che collegava questo piano con lo spalto della fortezza attraverso il ponte levatoio a doppia catena. Su due lati dell’esagono si trovano una nicchia rettangolare, forse sede di un caminetto, e un'altra nicchia dove era situato un lavabo in pietra serena. Si può ipotizzare che questo piano fosse adibito a residenza del comandante della fortezza.
Il terzo piano è curioso per le aperture adibite a bombardiere con vano strombato verso l’esterno situati su cinque lati del perimetro esagonale. Una apertura porta anche ad un gabinetto, ma è proseguendo sulla scala a chiocciola che troviamo il motivo che già da solo merita tutti i soldi del biglietto.
Il quarto piano è a forma esagonale e ha al centro un deposito circolare in muratura contenente acqua utile al carcere. Da due aperture, una a est e una a ovest, si accede al camminamento di ronda che si presenta diviso in alcuni vani con pareti a mattoni forati. Su questi vani si trovano otto finestre finestre e quattro finestrelle. Alcune sono ricavate dall’antica merlatura di perimetro ed è proprio da qui che Volterra si mostra piccola; il Maschio si posiziona sul punto più alto del colle.
Se mentre da una parte si scorgono i lineamenti della città e delle vallate circostanti, dall'alto è possibile ammirare la mole del corpo restante della fortezza e talvolta gli ergastolani intenti a fare attività sportiva nel cortile interno.