Resti Archeologici

Torre di avvistamento per il controllo del territorio

Il sito prende nome dalla torre che è ancora in gran parte conservata, nella sua ultima forma di epoca medievale. La torre è collocata su uno sperone roccioso naturale, regolarizzato in epoca etrusca con una camicia in opera poligonale, in uno dei pochi punti che consentivano il controllo del territorio verso la Val d’Era.

La torre aveva anzitutto una funzione di avvistamento: era possibile vedere tutta la vallata a Nord di Volterra, il che consentiva un importante controllo del territorio circostante la città.

L’edificio medievale probabilmente ricalca una torre di epoca etrusca realizzata in legno su un basamento in pietra di cui si conservano ancora alcuni grossi blocchi sul lato nord. I recenti lavori di restauro e di scavo archeologico hanno confermato la permanenza sul sito di strutture riferibili a contesti storici molto lontani fra loro. Sono stati, infatti, ritrovati elementi riferibili ad alcune sepolture dell’VIII sec. a.C. che datano la più antica frequentazione dell’area.

Spaccata a metà

L'ultima delle diciannove torri di controllo

Il sito, sicuramente frequentato anche in epoca arcaica ed ellenistica, ha vissuto fasi alterne di abbandono e riutilizzo fino all’ultima, intorno alla fine del 1500 – inizi del 1600, attestata dal rinvenimento di quattro deposizioni funerarie poste lungo i lati interni della torre e di un gruzzolo di monete in bronzo del XVI secolo. Lo scavo nella Torre medievale ha inoltre messo in luce una soglia di ingresso in mattoni, probabilmente relativa alla sua fase d’uso più tarda, con una conseguente riorganizzazione distributiva interna.

Ruotando dietro la Torre e ritrovandosi nel pianoro sottostante è possibile vedere un tratto di mura. Questo tratto di mura è fra i più monumentali tra quelli conservati. Visitabili, ad oggi, solo per una porzione, le mura etrusche qui si prolungano ben oltre il percorso di visita. La Torricella doveva essere parte, con il circuito murario etrusco, della prima linea di difesa della ristretta cinta muraria medievale, composta di diciannove torri, come attesta un disegno del XV secolo, di cui questa è l’unica conservata. Alcune tracce d’intonaco sono ancora visibili sui paramenti interni ed esterni della torre.

Troncone di Torre

La lingua di fuoco tra San Gimignano e Volterra

Di torri spaccate a metà ce ne sono altre in questo territorio, una, forse la più interessante, si trova al limitare del Comune di Volterra, nel borgo agricolo di Montemiccioli. Da qui si gode uno stupendo panorama: San Gimignano, Volterra, Pomarance e le armoniose Colline Metallifere con i pennacchi fumanti di Larderello; nelle giornate di sereno si riesce a scorgere in lontananza la catena del Pratomagno. Entrando nel gruppetto di case ci si trova in una specie di minuscola ma suggestiva piazzetta che conserva, in parte, l'aspetto medioevale.

Al lato opposto invece spicca un bellissimo troncone di torre; quelle mura pericolanti che sembrano star ritte per miracolo, sono gli unici avanzi di un antico castello che le guerre, le intemperie e le devastazioni degli uomini, che si servirono delle pietre per costruire, hanno a poco a poco ridotto ad un rudere. Eppure queste rovine, che sono tanto pittoresche e che emanano un fascino ed un richiamo ancestrale, hanno un passato glorioso.

> Leggi, Torre di Montemiccioli

Resti Archeologici

Torre di avvistamento per il controllo del territorio

Il sito prende nome dalla torre che è ancora in gran parte conservata, nella sua ultima forma di epoca medievale. La torre è collocata su uno sperone roccioso naturale, regolarizzato in epoca etrusca con una camicia in opera poligonale, in uno dei pochi punti che consentivano il controllo del territorio verso la Val d’Era.

La torre aveva anzitutto una funzione di avvistamento: era possibile vedere tutta la vallata a Nord di Volterra, il che consentiva un importante controllo del territorio circostante la città.

L’edificio medievale probabilmente ricalca una torre di epoca etrusca realizzata in legno su un basamento in pietra di cui si conservano ancora alcuni grossi blocchi sul lato nord. I recenti lavori di restauro e di scavo archeologico hanno confermato la permanenza sul sito di strutture riferibili a contesti storici molto lontani fra loro. Sono stati, infatti, ritrovati elementi riferibili ad alcune sepolture dell’VIII sec. a.C. che datano la più antica frequentazione dell’area.

Spaccata a metà

L'ultima delle diciannove torri di controllo

Il sito, sicuramente frequentato anche in epoca arcaica ed ellenistica, ha vissuto fasi alterne di abbandono e riutilizzo fino all’ultima, intorno alla fine del 1500 – inizi del 1600, attestata dal rinvenimento di quattro deposizioni funerarie poste lungo i lati interni della torre e di un gruzzolo di monete in bronzo del XVI secolo. Lo scavo nella Torre medievale ha inoltre messo in luce una soglia di ingresso in mattoni, probabilmente relativa alla sua fase d’uso più tarda, con una conseguente riorganizzazione distributiva interna.

Ruotando dietro la Torre e ritrovandosi nel pianoro sottostante è possibile vedere un tratto di mura. Questo tratto di mura è fra i più monumentali tra quelli conservati. Visitabili, ad oggi, solo per una porzione, le mura etrusche qui si prolungano ben oltre il percorso di visita. La Torricella doveva essere parte, con il circuito murario etrusco, della prima linea di difesa della ristretta cinta muraria medievale, composta di diciannove torri, come attesta un disegno del XV secolo, di cui questa è l’unica conservata. Alcune tracce d’intonaco sono ancora visibili sui paramenti interni ed esterni della torre.

Troncone di Torre

La lingua di fuoco tra San Gimignano e Volterra

Di torri spaccate a metà ce ne sono altre in questo territorio, una, forse la più interessante, si trova al limitare del Comune di Volterra, nel borgo agricolo di Montemiccioli. Da qui si gode uno stupendo panorama: San Gimignano, Volterra, Pomarance e le armoniose Colline Metallifere con i pennacchi fumanti di Larderello; nelle giornate di sereno si riesce a scorgere in lontananza la catena del Pratomagno. Entrando nel gruppetto di case ci si trova in una specie di minuscola ma suggestiva piazzetta che conserva, in parte, l'aspetto medioevale.

Al lato opposto invece spicca un bellissimo troncone di torre; quelle mura pericolanti che sembrano star ritte per miracolo, sono gli unici avanzi di un antico castello che le guerre, le intemperie e le devastazioni degli uomini, che si servirono delle pietre per costruire, hanno a poco a poco ridotto ad un rudere. Eppure queste rovine, che sono tanto pittoresche e che emanano un fascino ed un richiamo ancestrale, hanno un passato glorioso.

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