Dalla figura dell’eroe, che spira tra le braccia della Gloria, sale un’onda di poesia che solleva lo spirito di reverenza, mentre dalla Gloria, che china sul corpo del morente sembra voglia proteggerlo con l’ampio arco delle sue ali, emana una tenerezza quasi materna che rappresenta con grande efficacia l’amore della terra natia verso i giovani martiri che per essa diedero la vita.
Quella che vediamo a lato di Piazza XX Settembre è un opera di Giulio Caluri commissionata in rappresentanza del fenomeno dei monumenti ai caduti, sorti e abbondantemente richiesti sia in epoca fascista che prefascista. La scultura ricorda il sacrificio dei caduti in quella che fu chiamata Guerra di Redenzione o, in altri termini, della Prima Guerra Mondiale.
Furono ben diciotto i bozzetti presentati al Concorso bandito dal Comitato pro-monumento di Volterra. Esposti al pubblico nelle Scuole di San Lino furono esaminati e selezionati da una apposita Commissione la quale constatò vincitore all'unanimità l'opera che adesso puoi vedere: Gloria.
VOLTERRA
AI SUOI PRODI FIGLI
CADUTI
IN TUTTE LE GUERRE
Questa opera interamente in marmo è composta da due blocchi: uno rosa per il basamento e uno bianco per la scultura. Fu inaugurato nel 1922, qualche mese prima della Marcia su Roma.
Giorgio Caluri fu un'artista di buona fama e si distinse soprattutto per la fervida attività monumentalistica. Specialista in questo genere di scultura, risulta essere stato uno degli autori più prolifici di monumenti ai caduti, almeno in ambito regionale. Originario di San Giuliano dei Bagni, si trasferì a Volterra, poiché dedito all’insegnamento di figure presso la Regia Scuola Artistico Industriale di Volterra, di cui tra l'altro ne divenne anche direttore.
Sembrerà disonorevole, ma l'installazione di questa opera identifica un concetto molto importante di lettura non facile. In quel viso angelico si legge la vertiginosa caduta del potere papale.
A metà dell'Ottocento Pio IX venne a Volterra per visitare il collegio degli Scolopi, dove aveva effettuato i suoi studi, e il Duomo dove aveva ricevuto gli ordini minori. In quell'occasione grandi festeggiamenti accolsero e seguirono l'evento, come dimostrano le lapidi collocate all'interno dell'ex collegio e nell'atrio del Conservatorio di San Pietro, e fu progettato un monumento a Pio IX, da collocare proprio nella piazza XX Settembre.
Dopo un modello in gesso, grande quanto l'originale, le vicende di Roma, sfavorevoli per il potere papale, cambiarono il corso della storia: il 20 settembre ci fu la liberazione di Roma, ma la piazza volterrana che, con il suo nome, voleva ricordare l'evento, al posto del monumento a Pio IX fece posto, in seguito, a quello dei Caduti della prima guerra mondiale che vediamo tutt'ora.
Dalla figura dell’eroe, che spira tra le braccia della Gloria, sale un’onda di poesia che solleva lo spirito di reverenza, mentre dalla Gloria, che china sul corpo del morente sembra voglia proteggerlo con l’ampio arco delle sue ali, emana una tenerezza quasi materna che rappresenta con grande efficacia l’amore della terra natia verso i giovani martiri che per essa diedero la vita.
Quella che vediamo a lato di Piazza XX Settembre è un opera di Giulio Caluri commissionata in rappresentanza del fenomeno dei monumenti ai caduti, sorti e abbondantemente richiesti sia in epoca fascista che prefascista. La scultura ricorda il sacrificio dei caduti in quella che fu chiamata Guerra di Redenzione o, in altri termini, della Prima Guerra Mondiale.
Furono ben diciotto i bozzetti presentati al Concorso bandito dal Comitato pro-monumento di Volterra. Esposti al pubblico nelle Scuole di San Lino furono esaminati e selezionati da una apposita Commissione la quale constatò vincitore all'unanimità l'opera che adesso puoi vedere: Gloria.
VOLTERRA
AI SUOI PRODI FIGLI
CADUTI
IN TUTTE LE GUERRE
Questa opera interamente in marmo è composta da due blocchi: uno rosa per il basamento e uno bianco per la scultura. Fu inaugurato nel 1922, qualche mese prima della Marcia su Roma.
Giorgio Caluri fu un'artista di buona fama e si distinse soprattutto per la fervida attività monumentalistica. Specialista in questo genere di scultura, risulta essere stato uno degli autori più prolifici di monumenti ai caduti, almeno in ambito regionale. Originario di San Giuliano dei Bagni, si trasferì a Volterra, poiché dedito all’insegnamento di figure presso la Regia Scuola Artistico Industriale di Volterra, di cui tra l'altro ne divenne anche direttore.
Sembrerà disonorevole, ma l'installazione di questa opera identifica un concetto molto importante di lettura non facile. In quel viso angelico si legge la vertiginosa caduta del potere papale.
A metà dell'Ottocento Pio IX venne a Volterra per visitare il collegio degli Scolopi, dove aveva effettuato i suoi studi, e il Duomo dove aveva ricevuto gli ordini minori. In quell'occasione grandi festeggiamenti accolsero e seguirono l'evento, come dimostrano le lapidi collocate all'interno dell'ex collegio e nell'atrio del Conservatorio di San Pietro, e fu progettato un monumento a Pio IX, da collocare proprio nella piazza XX Settembre.
Dopo un modello in gesso, grande quanto l'originale, le vicende di Roma, sfavorevoli per il potere papale, cambiarono il corso della storia: il 20 settembre ci fu la liberazione di Roma, ma la piazza volterrana che, con il suo nome, voleva ricordare l'evento, al posto del monumento a Pio IX fece posto, in seguito, a quello dei Caduti della prima guerra mondiale che vediamo tutt'ora.
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Ottobre 10, 2024 22:23 local time