Fuori Porta Fiorentina si apre Piazza Caduti nei Lager Nazisti con un angolino di verde dove poter riposare un attimo, prima di riprendere il giro turistico. I giardini si estendono sulla sinistra, a ridosso degli ingressi del Teatro Romano e sulla destra al limitare del bastione fatto erigere da Cosimo I.
Sulla destra i giardini dispongono di panchine e giochi in legno per i bambini con tanto di girello, scivolo e altalene. Al loro esterno staziona una donna dai capelli fluenti avente un tagliere rettangolare a terra con sopra tre panetti: "La tavola del pane". Un monumento minimale che vuole raccontare, nella sua semplicità, l'umiltà di una donna partigiana, la quale, si dice, non avendo altro da dare per seppellire un partigiano ucciso, offrì la sua tavola del pane, oggetto a quel tempo preziosissimo. Grazie quindi a Ciampini che si è ispirato a questo avvenimento per realizzare il monumento voluto fortemente dai giovani dell'ANPI di Volterra.
Tantissime furono quelle che, pur rimanendo a casa, rischiarono la loro vita e quella dei figli a causa dei bombardamenti americani che si indirizzavano verso qualsiasi luogo dove supponevano, a torto o a ragione, che vi fossero i tedeschi. Quando suonava l'allarme, correvano nei rifugi con i bimbi e i vecchi, passando lì intere giornate o nottate, stese per terra, al lume di candela e con poco o nulla da mangiare. A Borgo Santo Stefano crollarono tre case dove rimasero sepolte tre intere famiglie con donne e bambini. Così fu pure a San Felice dove morirono tre giovani donne.
I fascisti entravano nelle case a cercare gli uomini. Ma le donne, pur minacciate, non parlarono mai, mantenendo coraggio e sangue freddo anche quando i loro cari erano appena saltati dalla finestra o scappati in cantina. Alcune sono finite in carcere per non aver voluto dire dove erano i loro uomini. Anche le donne di campagna rischiavano molto; nascondevano i partigiani e davano loro da mangiare nonostante la grande miseria.
Fuori Porta Fiorentina si apre Piazza Caduti nei Lager Nazisti con un angolino di verde dove poter riposare un attimo, prima di riprendere il giro turistico. I giardini si estendono sulla sinistra, a ridosso degli ingressi del Teatro Romano e sulla destra al limitare del bastione fatto erigere da Cosimo I.
Sulla destra i giardini dispongono di panchine e giochi in legno per i bambini con tanto di girello, scivolo e altalene. Al loro esterno staziona una donna dai capelli fluenti avente un tagliere rettangolare a terra con sopra tre panetti: "La tavola del pane". Un monumento minimale che vuole raccontare, nella sua semplicità, l'umiltà di una donna partigiana, la quale, si dice, non avendo altro da dare per seppellire un partigiano ucciso, offrì la sua tavola del pane, oggetto a quel tempo preziosissimo. Grazie quindi a Ciampini che si è ispirato a questo avvenimento per realizzare il monumento voluto fortemente dai giovani dell'ANPI di Volterra.
Tantissime furono quelle che, pur rimanendo a casa, rischiarono la loro vita e quella dei figli a causa dei bombardamenti americani che si indirizzavano verso qualsiasi luogo dove supponevano, a torto o a ragione, che vi fossero i tedeschi. Quando suonava l'allarme, correvano nei rifugi con i bimbi e i vecchi, passando lì intere giornate o nottate, stese per terra, al lume di candela e con poco o nulla da mangiare. A Borgo Santo Stefano crollarono tre case dove rimasero sepolte tre intere famiglie con donne e bambini. Così fu pure a San Felice dove morirono tre giovani donne.
I fascisti entravano nelle case a cercare gli uomini. Ma le donne, pur minacciate, non parlarono mai, mantenendo coraggio e sangue freddo anche quando i loro cari erano appena saltati dalla finestra o scappati in cantina. Alcune sono finite in carcere per non aver voluto dire dove erano i loro uomini. Anche le donne di campagna rischiavano molto; nascondevano i partigiani e davano loro da mangiare nonostante la grande miseria.
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Dicembre 14, 2024 19:10 local time