Giunti al pianoro del Seminario di Sant'Andrea un sentiero sterrato svia lateralmente tra i boschetti sottostanti. Trattasi di uno stradello medievale che trova uscita sul Viale dei Filosofi in comunicazione quasi diretta con il Golfuccio. Se si parcheggia nei pressi del Viale dei Filosofi, questo accesso risulta essere il più immediato per raggiungere il centro storico e così viceversa per ritornare ai parcheggi. Ha la parvenza di una semplice scorciatoia, se non fosse che lungo il percorso sono state rinvenute delle affascinanti mura ciclopiche di età ellenica.
Le mura sono situate a valle del cantonale sud-est della chiesa di Sant'Andrea, la quale sembra essere costruita proprio sopra di esse. Esse proseguono da un lato verso la zona di Porta a Selci, dall'altro verso la valle di Pinzano, ma solo una parte di esse sono state restituite ad una piena visibilità e ad una maggiore comprensione da un accurato intervento di restauro condotto dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici per la Toscana.
Impostato su un declivio in forte pendenza, le mura mostrano una diffusa irregolarità dei piani di posa per l’adattamento degli stessi all’andamento naturale della roccia, evidentemente non livellata in funzione della costruzione del muro. La fondazione, rozzamente realizzata nel settore ovest, con massi e blocchi irregolarmente accostati, diventa più curata nel settore est, con blocchi lavorati disposti in filari regolari. Sebbene nel complesso si mostri in un equilibrio precario con pietre messe alla rinfusa, la stabilità dell’intera struttura non è compromessa.
Nella parte più in basso è possibile individuare una postierla, ben riconoscibile dai residui dei due montanti e dalla soglia realizzata con due lastre affiancate. La postierla costituiva un passaggio extra-intra moenia di una direttrice viaria secondaria con un andamento pressochè concentrico all'attuale Viale dei Filosofi.
L'adeguato sistema d’illuminazione del muro antico permette un passaggio anche notturno, in totale sicurezza.
Nel periodo ellenico, come le altre città dell’Etruria settentrionale, anche Volterra conosce profonde trasformazioni. Il netto incremento demografico porta la città ad ampliare le cinta di mura, che, con i suoi sette chilometri circa di sviluppo, costituisce il più esteso circuito murario etrusco.
Questa straordinaria ampiezza, le sinuosità delle valli e dei botri in cui si ingolfa, le pendenze estreme delle sponde per cui si inerpica e risale e gli ineguali poggi che gira e protegge, lasciano pensare che la cinta etrusca contenesse ben maggiore spazio che quello coperto dal vero centro urbano. Come un campo trincerato, in essa proteggevano anche grandi orti e tratti boscosi, nonchè abitanti isolati e lavatori di campagna, a fronte delle violente scorrerie nemiche. Su tutto, poi, il giro della muraglia doveva essersi spinto ad abbracciare quante più fonti poteva, così necessarie alla vita, sempre, e forza suprema di resistenza negli assedi.
> Scopri, la cinta muraria di età ellenica
Giunti al pianoro del Seminario di Sant'Andrea un sentiero sterrato svia lateralmente tra i boschetti sottostanti. Trattasi di uno stradello medievale che trova uscita sul Viale dei Filosofi in comunicazione quasi diretta con il Golfuccio. Se si parcheggia nei pressi del Viale dei Filosofi, questo accesso risulta essere il più immediato per raggiungere il centro storico e così viceversa per ritornare ai parcheggi. Ha la parvenza di una semplice scorciatoia, se non fosse che lungo il percorso sono state rinvenute delle affascinanti mura ciclopiche di età ellenica.
Le mura sono situate a valle del cantonale sud-est della chiesa di Sant'Andrea, la quale sembra essere costruita proprio sopra di esse. Esse proseguono da un lato verso la zona di Porta a Selci, dall'altro verso la valle di Pinzano, ma solo una parte di esse sono state restituite ad una piena visibilità e ad una maggiore comprensione da un accurato intervento di restauro condotto dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici per la Toscana.
Impostato su un declivio in forte pendenza, le mura mostrano una diffusa irregolarità dei piani di posa per l’adattamento degli stessi all’andamento naturale della roccia, evidentemente non livellata in funzione della costruzione del muro. La fondazione, rozzamente realizzata nel settore ovest, con massi e blocchi irregolarmente accostati, diventa più curata nel settore est, con blocchi lavorati disposti in filari regolari. Sebbene nel complesso si mostri in un equilibrio precario con pietre messe alla rinfusa, la stabilità dell’intera struttura non è compromessa.
Nella parte più in basso è possibile individuare una postierla, ben riconoscibile dai residui dei due montanti e dalla soglia realizzata con due lastre affiancate. La postierla costituiva un passaggio extra-intra moenia di una direttrice viaria secondaria con un andamento pressochè concentrico all'attuale Viale dei Filosofi.
L'adeguato sistema d’illuminazione del muro antico permette un passaggio anche notturno, in totale sicurezza.
Nel periodo ellenico, come le altre città dell’Etruria settentrionale, anche Volterra conosce profonde trasformazioni. Il netto incremento demografico porta la città ad ampliare le cinta di mura, che, con i suoi sette chilometri circa di sviluppo, costituisce il più esteso circuito murario etrusco.
Questa straordinaria ampiezza, le sinuosità delle valli e dei botri in cui si ingolfa, le pendenze estreme delle sponde per cui si inerpica e risale e gli ineguali poggi che gira e protegge, lasciano pensare che la cinta etrusca contenesse ben maggiore spazio che quello coperto dal vero centro urbano. Come un campo trincerato, in essa proteggevano anche grandi orti e tratti boscosi, nonchè abitanti isolati e lavatori di campagna, a fronte delle violente scorrerie nemiche. Su tutto, poi, il giro della muraglia doveva essersi spinto ad abbracciare quante più fonti poteva, così necessarie alla vita, sempre, e forza suprema di resistenza negli assedi.
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Dicembre 14, 2024 18:59 local time