Il monumento, situato all'inizio del Viale dei Ponti che fa angolo con Via Giuseppe Garibaldi, dedicato dai cittadini al nizzardo, assomiglia a una “freccia” che sfida il cielo, dominata dalla stella rivoluzionaria, e nata direttamente dalla roccia. In passato, proprio quel luogo, era scelto dagli oratori, sia nazionalisti sia libertari, come sede privilegiata per tenere discorsi pubblici e comizi, ma il vero motivo per cui fu installata qui è da leggersi in alcuni passi delle memorie di Garibaldi, riportate tra l'altro sulla lapide insieme sopra alla figura del suo volto in ferro battuto.
Quando passò da Volterra per poi andare da San Dalmazio ad imbarcarsi a Scarlino, si fermò proprio all’altezza dei Monumenti Gemelli. Era una giornata molto calda e l’eroe dei due mondi, nell’attesa che il barrocciaio decidesse che strada prendere per scendere a Saline, si sedette all’ombra di un alberello e per dissetarsi mangiò alcune more. E' proprio in memoria di questo evento, tra storia e tradizione, che l'obelisco fu eretto.
Tradizioni moderne
Questo obelisco è in stretta relazione con l'Unità d'Italia, per cui sarà suffuciente aprire un libro di storia per ripercorrere le tappe più significative di un momento storico per il nostro paese, ma quel che sfugge è l'abitudine attuale che hanno alcuni cittadini nei confronti di questo personaggio, o meglio, del suo volto in ferro battuto apposto su uno dei quattro lati dell'obelisco.
Osservando il suo volto, puoi notare quanto il naso sia più lucido e più lindo del restante volto, incrostato pesantemente dallo smog e dagli agenti atmosferici: non si nota se non lo si guarda con attenzione, ma il naso è proprio consumato. Un fatto insolito si, ma non ha niente di misterioso; la spiegazione sta nella credenza che toccare il naso di quel Giuseppe Garibaldi porti fortuna. Non sappiamo come si sia sviluppata questa usanza nè tanto meno il motivo per cui porti fortuna, ma in una abitudine ormai consolidata da più generazioni, molti volterrani sono soliti nel toccargli il naso quando sono di passaggio lungo questo viale. Salgono sulla base rocciosa, allungano la mano, strofinano il naso e proseguono la camminata.
A fianco dell'obelisco puoi vedere due monumenti gemelli, frutto di un progetto dell’ingegnere Giuseppe Del Rosso. Solo uno è ancora in buone condizioni di conservazione, l'altro fu colpito da una bomba durante la seconda guerra mondiale e, pur essendo stato restaurato, non conserva più parte delle decorazioni.
Questi monumenti sono composti da una costruzione centrale affiancata da due colonnine laterali. La parte principale, fatta a forma di obelisco troncato, reca un'epigrafe sulla quale venne esternata la gratitudine di tutta la cittadinanza nei confronti del granduca per le opere di benemerenza che aveva compiuto per Volterra; è ornata alla base da un festone sorretto da due clave, al di sopra si trova una fascia con due delfini, simbolo della potenza marittima di Volterra.
Un tempo la parte superiore culminava con una testa di divinità bifronte, la stessa che troviamo sulle monete etrusche di Volterra, sovrastante lo stemma granducale. Le due colonne laterali, scolpite in uno stile imitante quello etrusco, recano sulla sommità il drago ed il grifone simbolo di Volterra.
> Scopri, Monumenti Gemelli
Il monumento, situato all'inizio del Viale dei Ponti che fa angolo con Via Giuseppe Garibaldi, dedicato dai cittadini al nizzardo, assomiglia a una “freccia” che sfida il cielo, dominata dalla stella rivoluzionaria, e nata direttamente dalla roccia. In passato, proprio quel luogo, era scelto dagli oratori, sia nazionalisti sia libertari, come sede privilegiata per tenere discorsi pubblici e comizi, ma il vero motivo per cui fu installata qui è da leggersi in alcuni passi delle memorie di Garibaldi, riportate tra l'altro sulla lapide insieme sopra alla figura del suo volto in ferro battuto.
Quando passò da Volterra per poi andare da San Dalmazio ad imbarcarsi a Scarlino, si fermò proprio all’altezza dei Monumenti Gemelli. Era una giornata molto calda e l’eroe dei due mondi, nell’attesa che il barrocciaio decidesse che strada prendere per scendere a Saline, si sedette all’ombra di un alberello e per dissetarsi mangiò alcune more. E' proprio in memoria di questo evento, tra storia e tradizione, che l'obelisco fu eretto.
Tradizioni moderne
Questo obelisco è in stretta relazione con l'Unità d'Italia, per cui sarà suffuciente aprire un libro di storia per ripercorrere le tappe più significative di un momento storico per il nostro paese, ma quel che sfugge è l'abitudine attuale che hanno alcuni cittadini nei confronti di questo personaggio, o meglio, del suo volto in ferro battuto apposto su uno dei quattro lati dell'obelisco.
Osservando il suo volto, puoi notare quanto il naso sia più lucido e più lindo del restante volto, incrostato pesantemente dallo smog e dagli agenti atmosferici: non si nota se non lo si guarda con attenzione, ma il naso è proprio consumato. Un fatto insolito si, ma non ha niente di misterioso; la spiegazione sta nella credenza che toccare il naso di quel Giuseppe Garibaldi porti fortuna. Non sappiamo come si sia sviluppata questa usanza nè tanto meno il motivo per cui porti fortuna, ma in una abitudine ormai consolidata da più generazioni, molti volterrani sono soliti nel toccargli il naso quando sono di passaggio lungo questo viale. Salgono sulla base rocciosa, allungano la mano, strofinano il naso e proseguono la camminata.
A fianco dell'obelisco puoi vedere due monumenti gemelli, frutto di un progetto dell’ingegnere Giuseppe Del Rosso. Solo uno è ancora in buone condizioni di conservazione, l'altro fu colpito da una bomba durante la seconda guerra mondiale e, pur essendo stato restaurato, non conserva più parte delle decorazioni.
Questi monumenti sono composti da una costruzione centrale affiancata da due colonnine laterali. La parte principale, fatta a forma di obelisco troncato, reca un'epigrafe sulla quale venne esternata la gratitudine di tutta la cittadinanza nei confronti del granduca per le opere di benemerenza che aveva compiuto per Volterra; è ornata alla base da un festone sorretto da due clave, al di sopra si trova una fascia con due delfini, simbolo della potenza marittima di Volterra.
Un tempo la parte superiore culminava con una testa di divinità bifronte, la stessa che troviamo sulle monete etrusche di Volterra, sovrastante lo stemma granducale. Le due colonne laterali, scolpite in uno stile imitante quello etrusco, recano sulla sommità il drago ed il grifone simbolo di Volterra.
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Ottobre 10, 2024 23:27 local time