Nel Duecento, gli anziani e il popolo di Volterra decisero la costruzione di un nuovo palazzo che si affacciasse sulla piazza maggiore e che fosse sede degna e imponente del Comune: il Palazzo dei Priori. L’edificio, la cui mole domina l’intera piazza, divenne abitabile già pochi anni dopo, ma fu completato solamente nella metà del Duecento, con la costruzione di un secondo corpo di fabbrica lungo via Turazza, la cosiddetta casa posteriore. Al di sopra del corpo principale, costituito da un tozzo parallelepipedo, svetta un’alta torre che rende il palazzo più simile a una fortificazione che a un edificio pubblico.
Sulla facciata si apriva una loggia, di cui si vedono ancora le arcate, due delle quali trasformate in finestre, vi si accedeva tramite sette scalini e da qui si entrava nel palazzo. La facciata si presenta con muratura a faccia vista realizzata in blocchi di pietre a filaretto. I marcadavanzali in pietra sagomato segnano la divisione fra i piani, sul quale si aprono grandi bifore coperte ad arco a sesto acuto.
Il tetto a spiovente è coronato sulla facciata da una merlatura a semicerchi; si tratta di un tipo di merli molto particolare che non troviamo in nessun altro edificio della Toscana medievale. Il corpo principale è sovrastato da una torre, che è decorata sulla fronte dai tre stemmi della Città, del Comune e del Popolo: la croce rossa in campo bianco, il grifone rosso che sottomette il drago verde in campo bianco e lo scudo partito bianco e rosso. La torre è a pianta pentagonale e fu costruita dopo che l’originale fu distrutta dal terremoto del 1846. La torre medievale era a pianta quadrata terminante in quattro pilastri che sostenevano la travatura a cui era sospeso il campanone del Comune.
Il palazzo disponeva di un orologio dalla fine del Trecento, realizzato da Domenico di Pietro da Castiglione Aretino. Il meccanismo antico è stato sostituito più volte e il quadrante sulla facciata ammodernato con l’avvento della divisione giornaliera in dodici ore.
> Scopri, L’orologio astronomico
Ai lati del palazzo ci sono due leoni. Sulla facciata sono murate numerose iscrizioni e stemmi. Gli stemmi sono quelli di alcuni capitani del Popolo che si sono succeduti a Volterra dal Trecento al Quattrocento. Alcuni di essi, in terracotta, sono di produzione della bottega dei famosi ceramisti Della Robbia.
Nello spazio fra due delle aperture del pianterreno fu ricavata un’incisione che rappresenta l’unità di misura usata nel Medioevo dal Comune di Volterra. Veniva chiamata “canna volterrana” e differiva da quelle usate nelle città vicine. E’ noto che, nel medioevo, le misure lineari non erano in metri, ma in braccia o in canne, che ogni città aveva la sua unità di misura e che il più grande disordine imperava in quel periodo in questo campo. A Volterra abbiamo due campioni, dette canne, a cui riferirsi per le misure lineari: uno inciso sulla facciata principale del Palazzo dei Priori; l’altro sul lato sinistro della porta pisana, oggi San Francesco.
Entrando nel palazzo ci troviamo in un atrio, sulla cui parete di fondo inizia la ripida scalinata che conduce ai piani superiori e sulla destra una piccola porta conduce a un chiostro. L’atrio è decorato dagli stemmi di capitani del Popolo e commissari, buona parte dei quali provengono dal palazzo Pretorio da cui furono tolti negli anni Trenta del secolo scorso. Ci sono pure sei lapidi celebrative di importanti momenti civili e politici della Volterra moderna. In origine, il pian terreno era occupato da due sale. La sala a destra era detta del Capitano dei Famigli dei Priori ed era possibile accedervi anche dall’esterno tramite un ingresso laterale. C'era poi una stanza dove erano custodite la cassa del Comune e i libri e le pergamene dell’archivio.
Durante il medioevo il primo piano era occupato dalla sala per le adunanze del consiglio, da un’altra più piccola per i magistrati, da una cappella e da alcuni piccoli ambienti. Il secondo era destinato alla sala da pranzo, le camere da letto e una piccola sala riunioni. Il terzo piano ospitava la cucina e alcune stanze di servizio.
La costruzione del Palazzo dei Priori, in origine, sorgeva isolata, e tra la parte posteriore e il duomo correva un chiasso, che fu chiuso in tempi recenti. A tergo del palazzo, confinante con il chiasso che correva tra questo fabbricato e il duomo, vi era un chiostro cinquecentesco che tutt'oggi è possibile ammirare. Il chiostro seppur defilato è sempre aperto, poiché ospita l'ascensore per l'accesso ai piani alti del Palazzo dei Priori; entrando, come prima cosa, possiamo ammirare un piccolo pozzo colmo di monetine da tutto il mondo.
Nella perpendicolare all'entrata e al loggiato invece si individua una direttrice che riprende il tracciato dell'antico vicolino suddetto, ormai occluso da nuovi edifici, ma visivamente percepibile grazie alle porte dei locali con vetro trasparente. A sinistra, in linea teorica, si sbuca nel centro espositivo di Via Turazza per poi uscire sulla via medesima; a destra si ritorna in Piazza dei Priori, proprio nel punto dove un tempo si svolgeva la vendita delle biade e del grano.
Il vicolo era identificato come Chiasso delle Taverne o Chiasso della Vendita.
Nel Duecento, gli anziani e il popolo di Volterra decisero la costruzione di un nuovo palazzo che si affacciasse sulla piazza maggiore e che fosse sede degna e imponente del Comune: il Palazzo dei Priori. L’edificio, la cui mole domina l’intera piazza, divenne abitabile già pochi anni dopo, ma fu completato solamente nella metà del Duecento, con la costruzione di un secondo corpo di fabbrica lungo via Turazza, la cosiddetta casa posteriore. Al di sopra del corpo principale, costituito da un tozzo parallelepipedo, svetta un’alta torre che rende il palazzo più simile a una fortificazione che a un edificio pubblico.
Sulla facciata si apriva una loggia, di cui si vedono ancora le arcate, due delle quali trasformate in finestre, vi si accedeva tramite sette scalini e da qui si entrava nel palazzo. La facciata si presenta con muratura a faccia vista realizzata in blocchi di pietre a filaretto. I marcadavanzali in pietra sagomato segnano la divisione fra i piani, sul quale si aprono grandi bifore coperte ad arco a sesto acuto.
Il tetto a spiovente è coronato sulla facciata da una merlatura a semicerchi; si tratta di un tipo di merli molto particolare che non troviamo in nessun altro edificio della Toscana medievale. Il corpo principale è sovrastato da una torre, che è decorata sulla fronte dai tre stemmi della Città, del Comune e del Popolo: la croce rossa in campo bianco, il grifone rosso che sottomette il drago verde in campo bianco e lo scudo partito bianco e rosso. La torre è a pianta pentagonale e fu costruita dopo che l’originale fu distrutta dal terremoto del 1846. La torre medievale era a pianta quadrata terminante in quattro pilastri che sostenevano la travatura a cui era sospeso il campanone del Comune.
Il palazzo disponeva di un orologio dalla fine del Trecento, realizzato da Domenico di Pietro da Castiglione Aretino. Il meccanismo antico è stato sostituito più volte e il quadrante sulla facciata ammodernato con l’avvento della divisione giornaliera in dodici ore.
> Scopri, L’orologio astronomico
Ai lati del palazzo ci sono due leoni. Sulla facciata sono murate numerose iscrizioni e stemmi. Gli stemmi sono quelli di alcuni capitani del Popolo che si sono succeduti a Volterra dal Trecento al Quattrocento. Alcuni di essi, in terracotta, sono di produzione della bottega dei famosi ceramisti Della Robbia.
Nello spazio fra due delle aperture del pianterreno fu ricavata un’incisione che rappresenta l’unità di misura usata nel Medioevo dal Comune di Volterra. Veniva chiamata “canna volterrana” e differiva da quelle usate nelle città vicine. E’ noto che, nel medioevo, le misure lineari non erano in metri, ma in braccia o in canne, che ogni città aveva la sua unità di misura e che il più grande disordine imperava in quel periodo in questo campo. A Volterra abbiamo due campioni, dette canne, a cui riferirsi per le misure lineari: uno inciso sulla facciata principale del Palazzo dei Priori; l’altro sul lato sinistro della porta pisana, oggi San Francesco.
Entrando nel palazzo ci troviamo in un atrio, sulla cui parete di fondo inizia la ripida scalinata che conduce ai piani superiori e sulla destra una piccola porta conduce a un chiostro. L’atrio è decorato dagli stemmi di capitani del Popolo e commissari, buona parte dei quali provengono dal palazzo Pretorio da cui furono tolti negli anni Trenta del secolo scorso. Ci sono pure sei lapidi celebrative di importanti momenti civili e politici della Volterra moderna. In origine, il pian terreno era occupato da due sale. La sala a destra era detta del Capitano dei Famigli dei Priori ed era possibile accedervi anche dall’esterno tramite un ingresso laterale. C'era poi una stanza dove erano custodite la cassa del Comune e i libri e le pergamene dell’archivio.
Durante il medioevo il primo piano era occupato dalla sala per le adunanze del consiglio, da un’altra più piccola per i magistrati, da una cappella e da alcuni piccoli ambienti. Il secondo era destinato alla sala da pranzo, le camere da letto e una piccola sala riunioni. Il terzo piano ospitava la cucina e alcune stanze di servizio.
La costruzione del Palazzo dei Priori, in origine, sorgeva isolata, e tra la parte posteriore e il duomo correva un chiasso, che fu chiuso in tempi recenti. A tergo del palazzo, confinante con il chiasso che correva tra questo fabbricato e il duomo, vi era un chiostro cinquecentesco che tutt'oggi è possibile ammirare. Il chiostro seppur defilato è sempre aperto, poiché ospita l'ascensore per l'accesso ai piani alti del Palazzo dei Priori; entrando, come prima cosa, possiamo ammirare un piccolo pozzo colmo di monetine da tutto il mondo.
Nella perpendicolare all'entrata e al loggiato invece si individua una direttrice che riprende il tracciato dell'antico vicolino suddetto, ormai occluso da nuovi edifici, ma visivamente percepibile grazie alle porte dei locali con vetro trasparente. A sinistra, in linea teorica, si sbuca nel centro espositivo di Via Turazza per poi uscire sulla via medesima; a destra si ritorna in Piazza dei Priori, proprio nel punto dove un tempo si svolgeva la vendita delle biade e del grano.
Il vicolo era identificato come Chiasso delle Taverne o Chiasso della Vendita.
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Ottobre 10, 2024 22:42 local time