Dedicata alla dea Diana

Porta della cerchia etrusca

Coeva della più famosa Porta all’Arco, Porta Diana, fin dal I secolo a.C., dopo il restringimento delle mura di cinta, rimase tagliata fuori. La sua mole, ancora visibile, benché sia distrutta nella parte superiore, le permise di resistere pressoché indenne ai secoli. Nel Medioevo, quando si decise di chiudere la città a nord, e prima che fosse costruito il muro difensivo duecentesco di Sant’Agnolo, la porta fu nuovamente messa in funzione. Purtroppo il piccolo arco medievale che la sormontava è crollato negli anni Sessanta. Ristretta e caratteristica, la porta è fiancheggiata da un torrione a piramide tronca formato in gran parte da massi etruschi.

Oltre a riportare alla memoria la dea Diana, la Porta è ricordata dai volterrani anche per una superstiziosa ricorrenza. Da lì, si dice, passavano tutte le spose, rinnovando così un rito pagano in onore della dea che dedicò la sua verginità a Giove. L’usanza è però cambiata tanto che le giovani volterrane vicino al matrimonio, a priori, decidono di non passarvi per timore che Diana, equivocando il loro gesto, le condanni alla castità.

Dedicata alla dea Diana

Porta della cerchia etrusca

Coeva della più famosa Porta all’Arco, Porta Diana, fin dal I secolo a.C., dopo il restringimento delle mura di cinta, rimase tagliata fuori. La sua mole, ancora visibile, benché sia distrutta nella parte superiore, le permise di resistere pressoché indenne ai secoli. Nel Medioevo, quando si decise di chiudere la città a nord, e prima che fosse costruito il muro difensivo duecentesco di Sant’Agnolo, la porta fu nuovamente messa in funzione. Purtroppo il piccolo arco medievale che la sormontava è crollato negli anni Sessanta. Ristretta e caratteristica, la porta è fiancheggiata da un torrione a piramide tronca formato in gran parte da massi etruschi.

Oltre a riportare alla memoria la dea Diana, la Porta è ricordata dai volterrani anche per una superstiziosa ricorrenza. Da lì, si dice, passavano tutte le spose, rinnovando così un rito pagano in onore della dea che dedicò la sua verginità a Giove. L’usanza è però cambiata tanto che le giovani volterrane vicino al matrimonio, a priori, decidono di non passarvi per timore che Diana, equivocando il loro gesto, le condanni alla castità.

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