Una cascata bianca, luccicante si posa sul grande pavimento di un immenso capannone. Uno spettacolo della natura da ammirare nelle sue straordinarie aperture annuali e da fotografare in tutte le sue angolazioni. La Cascata dell'Angelo è l'immagine simbolo della storica fabbrica Locatelli che qui come per altri nei secoli ha fatto dell'estrazione del sale la sua fortuna.
Una cascata di sale generata dalla spinta nel foro di magazzino da nastri scorrevoli soprastanti. Dall'alto perciò cade, creando una montagna alta anche quindici metri, adagiata sul pavimento in legno, l'unico materiale che resiste al sale. L'enorme quantità di sale si deposita con un leggero fruscio candido e ovattato, ma molti granelli di taglio finissimo volano nell'aria per depositarsi ovunque, persino sulla propria pelle e sui vestiti.
Lo scenario è avvalorato anche dalla struttura stessa del magazzino che fu progettato negli anni Sessanta, dal famoso architetto Pier Luigi Nervi in collaborazione di un suo studente. Il sale, una volta accumulato, viene sgombrato dal magazzino per poi essere distribuito nei silos di raccolta.
Il fascino della salamoia estratta nei terreni di coltivazione gestita dalla Solvay, trasformata poi in sale industriale e alimentare, resta intatto, ma quella che per anni ha rappresentato un polmone occupazionale per Volterre e per il circondario, non è più una grande azienda come quella di una volta. I tempi cambiano. L'azienda risulta viva, vegeta e in continuo ammodernamento, ma non vi lavorano più i cinquecento dipendenti degli anni Cinquanta del secolo scorso o i circa trecento degli anni Settanta: oggi ci sono appena quaranta dipendenti.
E pensare che in tempo di guerra qui arrivavano da tutte le parti; dalla Garfagnana, ma anche dall'Umbria e dall'Emilia Romagna. Era l'unico posto dove si trovava il sale e chi veniva a Saline portava altra merce, per uno scambio di generi alimentari fondamentale per le famiglie dell'epoca. È sulla base di questi principi che intorno alla fabbrica è cresciuto un paese; un paese industriale con tante famiglie di Volterra che scesero a valle per lavorare alla salina e di prendervi dimora. Un'evoluzione un po' come le città del deserto, tipiche del farwest.
In occasione della rievocazione storica della pesatura del sale e per altri eventi culturali locali di Saline e di Volterra, lo stabilimento di archeologia industriale apre al pubblico. La visita allo stabilimento è generalmente accompagnata dai proprietari stessi che, oltre a raccontare i rudimenti del processo estrattivo, incuriosiscono il visitatore con aneddoti e curiosità sulla storia della salina.
Quello che ti appresti a vedere è il sale più puro di Italia, un orgoglio dell'intera nazione. Un percorso nella storia che, non solo appaga la vista, ma diventa occasione di un viaggio nel tempo, dalla fine del Settecento, quando venne aperto lo stabilimento, fino ad oggi con i suoi alti e bassi.
Le Saline di Volterra in verità hanno una storia ancora più remota, legata addirittura agli Etruschi, ai Romani, ma da allora come ora il prodotto finale rimane sempre quello, una eccellenza ricercata. Provare per credere: al termine della visita non rimane altro che acquistare il pacco da portare a casa, sulla propria tavola.
Una cascata bianca, luccicante si posa sul grande pavimento di un immenso capannone. Uno spettacolo della natura da ammirare nelle sue straordinarie aperture annuali e da fotografare in tutte le sue angolazioni. La Cascata dell'Angelo è l'immagine simbolo della storica fabbrica Locatelli che qui come per altri nei secoli ha fatto dell'estrazione del sale la sua fortuna.
Una cascata di sale generata dalla spinta nel foro di magazzino da nastri scorrevoli soprastanti. Dall'alto perciò cade, creando una montagna alta anche quindici metri, adagiata sul pavimento in legno, l'unico materiale che resiste al sale. L'enorme quantità di sale si deposita con un leggero fruscio candido e ovattato, ma molti granelli di taglio finissimo volano nell'aria per depositarsi ovunque, persino sulla propria pelle e sui vestiti.
Lo scenario è avvalorato anche dalla struttura stessa del magazzino che fu progettato negli anni Sessanta, dal famoso architetto Pier Luigi Nervi in collaborazione di un suo studente. Il sale, una volta accumulato, viene sgombrato dal magazzino per poi essere distribuito nei silos di raccolta.
Il fascino della salamoia estratta nei terreni di coltivazione gestita dalla Solvay, trasformata poi in sale industriale e alimentare, resta intatto, ma quella che per anni ha rappresentato un polmone occupazionale per Volterre e per il circondario, non è più una grande azienda come quella di una volta. I tempi cambiano. L'azienda risulta viva, vegeta e in continuo ammodernamento, ma non vi lavorano più i cinquecento dipendenti degli anni Cinquanta del secolo scorso o i circa trecento degli anni Settanta: oggi ci sono appena quaranta dipendenti.
E pensare che in tempo di guerra qui arrivavano da tutte le parti; dalla Garfagnana, ma anche dall'Umbria e dall'Emilia Romagna. Era l'unico posto dove si trovava il sale e chi veniva a Saline portava altra merce, per uno scambio di generi alimentari fondamentale per le famiglie dell'epoca. È sulla base di questi principi che intorno alla fabbrica è cresciuto un paese; un paese industriale con tante famiglie di Volterra che scesero a valle per lavorare alla salina e di prendervi dimora. Un'evoluzione un po' come le città del deserto, tipiche del farwest.
In occasione della rievocazione storica della pesatura del sale e per altri eventi culturali locali di Saline e di Volterra, lo stabilimento di archeologia industriale apre al pubblico. La visita allo stabilimento è generalmente accompagnata dai proprietari stessi che, oltre a raccontare i rudimenti del processo estrattivo, incuriosiscono il visitatore con aneddoti e curiosità sulla storia della salina.
Quello che ti appresti a vedere è il sale più puro di Italia, un orgoglio dell'intera nazione. Un percorso nella storia che, non solo appaga la vista, ma diventa occasione di un viaggio nel tempo, dalla fine del Settecento, quando venne aperto lo stabilimento, fino ad oggi con i suoi alti e bassi.
Le Saline di Volterra in verità hanno una storia ancora più remota, legata addirittura agli Etruschi, ai Romani, ma da allora come ora il prodotto finale rimane sempre quello, una eccellenza ricercata. Provare per credere: al termine della visita non rimane altro che acquistare il pacco da portare a casa, sulla propria tavola.
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Febbraio 15, 2025 22:54 local time