Agli inizi dell'Ottocento, cinque cittadini volterrani decisero di porre mano ad un nuovo teatro, più spazioso e bello e acquistarono dalla famiglia Incontri una porzione del loro palazzo di Via Sarti. Con intelligente e mirabile lavoro, l'architetto Luigi Campani presentò il progetto e pochi anni dopo, su autorizzazione del Granduca, venne innalzato, nel palazzo dei Marchesi Incontri, un magnifico teatro pari, se non superiore, a tanti altri teatri toscani. Appena costruito, l'architetto ebbe moltissime lodi.
La curva della platea, per la quale alla eleganza dell'ellisse univasi la sonorità della parabola, fece nascere in alcune Accademie il desiderio di averne la pianta, che richiesero con reiterale premure all'architetto autore di essa per applicarla, o nella riforma dei loro teatri, o nella costruzione di nuovi. Nel nome dell'imperatore Ferdinando III fu fatto fare lo stemma dei Lorena e fu fatto mettere sopra la porta d'ingresso del teatro, all'insaputa dei repubblicani e dei volterrani. Nacque così, tra piccole divergenze di ideali e di stemmi, il Teatro Persio Flacco.
Una società di sessanta tra i più insigni cittadini volterrani, con la sovrana approvazione di Ferdinando III, si riunì in Accademia che, si chiamò, dei Riuniti, acquistando nel l'anno successivo alla sua costruzione la proprietà del nuovo teatro, a cui aggiunse una quantità di spaziose stanze ed una vasta sala per uso di Stanze da Gioco. Nei locali del Teatro ebbe la sua sede anche l'Accademia dei Sepolti.
Il Teatro fu chiuso ed inattivo per quindici lunghi anni, dagli anni Ottanta del secolo scorso fino alla fine del Novecento, per l’adeguamento funzionale della struttura, ma alla riapertura le attività non hanno mai più smesso di essere svolte, dando vita a bellissime stagioni teatrali di importanza nazionale ed a spettacoli legati strettamente alla valorizzazione di associazioni cittadine.
L'edificio può essere visitato in occasione degli spettacoli o alle mostre temporanee che solitamente popolano il cosiddetto Ridotto del Teatro Persio Flacco, in sede laterale affiancato all'atrio prospicente la platea, nel quale spesso il pubblico si intrattiene negli intervalli degli spettacoli.
Agli inizi dell'Ottocento, cinque cittadini volterrani decisero di porre mano ad un nuovo teatro, più spazioso e bello e acquistarono dalla famiglia Incontri una porzione del loro palazzo di Via Sarti. Con intelligente e mirabile lavoro, l'architetto Luigi Campani presentò il progetto e pochi anni dopo, su autorizzazione del Granduca, venne innalzato, nel palazzo dei Marchesi Incontri, un magnifico teatro pari, se non superiore, a tanti altri teatri toscani. Appena costruito, l'architetto ebbe moltissime lodi.
La curva della platea, per la quale alla eleganza dell'ellisse univasi la sonorità della parabola, fece nascere in alcune Accademie il desiderio di averne la pianta, che richiesero con reiterale premure all'architetto autore di essa per applicarla, o nella riforma dei loro teatri, o nella costruzione di nuovi. Nel nome dell'imperatore Ferdinando III fu fatto fare lo stemma dei Lorena e fu fatto mettere sopra la porta d'ingresso del teatro, all'insaputa dei repubblicani e dei volterrani. Nacque così, tra piccole divergenze di ideali e di stemmi, il Teatro Persio Flacco.
Una società di sessanta tra i più insigni cittadini volterrani, con la sovrana approvazione di Ferdinando III, si riunì in Accademia che, si chiamò, dei Riuniti, acquistando nel l'anno successivo alla sua costruzione la proprietà del nuovo teatro, a cui aggiunse una quantità di spaziose stanze ed una vasta sala per uso di Stanze da Gioco. Nei locali del Teatro ebbe la sua sede anche l'Accademia dei Sepolti.
Il Teatro fu chiuso ed inattivo per quindici lunghi anni, dagli anni Ottanta del secolo scorso fino alla fine del Novecento, per l’adeguamento funzionale della struttura, ma alla riapertura le attività non hanno mai più smesso di essere svolte, dando vita a bellissime stagioni teatrali di importanza nazionale ed a spettacoli legati strettamente alla valorizzazione di associazioni cittadine.
L'edificio può essere visitato in occasione degli spettacoli o alle mostre temporanee che solitamente popolano il cosiddetto Ridotto del Teatro Persio Flacco, in sede laterale affiancato all'atrio prospicente la platea, nel quale spesso il pubblico si intrattiene negli intervalli degli spettacoli.
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Settembre 12, 2024 15:28 local time