Necropoli

Due Ipogei in mostra

Lo sperone che si estende al di là della porta Diana costituisce una delle località più interessanti per l’archeologia volterrana. Lungo la strada che in antico conduceva verso il piano dell’Era, è stata trovata, nel corso degli anni, la più grossa necropoli della città antica.

Utilizzata in particolare nel periodo ellenistico ed anche in epoca imperiale dal popolo Etrusco, i tre quarti delle urne in visione nel Museo Archeologico di Volterra provengono da questa necropoli. Le due uniche tombe qui presenti, oggi visitabili, sono delle significative testimonianze storiche del nostro popolo etrusco.

Venendo da Volterra, l’ingresso al pianoro dove sono situate le due tombe è in prossimità dell’Agriturismo Villa Marmini, struttura ricettiva da prendere come punto di destinazione per una una eventuale ricerca online sulle coordinate GPS. A ridosso della strada, sulla sinistra, è presente una scalinata; individuata è necessario parcheggiare sulla banchina della stessa strada, ma a sinistra.

Ipogeo Quadrangolare


Ipogeo a Camera

Buche etrusche

Le tombe più belle del territorio

Il primo sito è una tomba a camera composta da un vano ipogeo di forma quadrangolare al quale si accede attraverso un corridoio in forte pendio. Sulla parete di fondo del vestibolo centrale ci sono due celle. Lungo il perimetro del vestibolo e delle celle corrono le banchine di deposizione, destinate ad accogliere le deposizioni ed il corredo.

L’altro sito è una tomba a camera composta da un vano ipogeo di forma circolare scavato nel terreno al quale si accede, anche in questo caso, attraverso un corridoio in forte pendio. La camera è munita di banchina per la deposizione di contenitori funerari (in genere urne e vasi) e del corredo. Al centro un grande pilastro sostiene la volta ricavata da un banco di panchino. L’attuale accesso costituito nell’ottocento è in posizione obliqua rispetto al corridoio originario. Ai volterrani, chiamarle tombe non piaceva, per loro erano le buche etrusche e le consideravano come cose riservate, quasi un antico segreto che gli abitanti di Volterra si portavano dietro, nei secoli.

> Leggi, Le Buche Etrusche

Vicini alla Chiesa di San Giusto

Due tombe vicino al centro storico

Per visitare le Tombe del Portone è necessario andare in periferia, al limitare dei boschi che circondano Volterra. Se non avete abbastanza tempo per spostarvi potreste accontentarvi delle Tombe di San Giusto; sempre fuori le mura, ma più vicine al centro storico. Se non altro, nelle loro vicinanze ci sono altri punti di interesse, religiosi, museali, archeologici e paesaggistici che possono giustificare la visita di questa località marginale.

All'interno della borgata è possibile vedere due ipogei del V sec. a. C. che fanno bella mostra di sè sotto l'imponenza della Chiesa di San Giusto. Il primo si mostra come una cavità spoglia, la seconda invece presenta un lungo dromos che, con una rampa di scale, scende nel terreno. Un cancello normalmente vieta l'ingresso, ma tra le sue sbarre è possibile vedere un vestibolo quadrato sul quale si aprono tre piccole camere funerarie ognuna munite di banchine per la deposizione delle urne cinerarie. I reperti provenienti da questa necropoli sono visibili al museo archeologico di Cecina.

> Leggi, Tombe di San Giusto

Altre due tombe

La necropoli di Ulimeto

Le tombe etrusche che sono state trovate nella necropoli degli Ulimeti sono meno riunite rispetto a quelle delle altre aree cimiteriali, ma di maggior grandezza. Gli ipogei più importanti sono quello della cosiddetta tomba Inghirami, perchè rinvenuto dalla famiglia possedente del terreno, e l’altro detto di Torricchi, perché rinvenuto nei pressi di quel podere.

Queste due tombe, ora vuote, sono rimaste pressoché intatte. La tomba di Torricchi si trova negli scantinati del padiglione Bianchi del complesso ospedaliero manicomiale e presenta due cellette laterali ed una terza sul fondo, unite alla grande camera rettangolare absidata che si trova al centro; tutti i vani sono muniti di letti funebri e dei consueti gradini per le urne. L’ipogeo Inghirami è di forma rotonda con un pilastro al centro, ricavato nella roccia. Sull’ampio gradino che gira intorno all’intero ipogeo erano collocate circa cinquanta urne. Tutto il materiale qui ritrovato fu ceduto al Museo Archeologico di Firenze, nel cui giardino fu ricostruita fedelmente l’intera tomba.

> Leggi, Le Tombe di Ulimeto

Necropoli

Due Ipogei in mostra

Lo sperone che si estende al di là della porta Diana costituisce una delle località più interessanti per l’archeologia volterrana. Lungo la strada che in antico conduceva verso il piano dell’Era, è stata trovata, nel corso degli anni, la più grossa necropoli della città antica.

Utilizzata in particolare nel periodo ellenistico ed anche in epoca imperiale dal popolo Etrusco, i tre quarti delle urne in visione nel Museo Archeologico di Volterra provengono da questa necropoli. Le due uniche tombe qui presenti, oggi visitabili, sono delle significative testimonianze storiche del nostro popolo etrusco.

Venendo da Volterra, l’ingresso al pianoro dove sono situate le due tombe è in prossimità dell’Agriturismo Villa Marmini, struttura ricettiva da prendere come punto di destinazione per una una eventuale ricerca online sulle coordinate GPS. A ridosso della strada, sulla sinistra, è presente una scalinata; individuata è necessario parcheggiare sulla banchina della stessa strada, ma a sinistra.

Ipogeo Quadrangolare

Ipogeo a Camera

Buche etrusche

Le tombe più belle del territorio

Il primo sito è una tomba a camera composta da un vano ipogeo di forma quadrangolare al quale si accede attraverso un corridoio in forte pendio. Sulla parete di fondo del vestibolo centrale ci sono due celle. Lungo il perimetro del vestibolo e delle celle corrono le banchine di deposizione, destinate ad accogliere le deposizioni ed il corredo.

L’altro sito è una tomba a camera composta da un vano ipogeo di forma circolare scavato nel terreno al quale si accede, anche in questo caso, attraverso un corridoio in forte pendio. La camera è munita di banchina per la deposizione di contenitori funerari (in genere urne e vasi) e del corredo. Al centro un grande pilastro sostiene la volta ricavata da un banco di panchino. L’attuale accesso costituito nell’ottocento è in posizione obliqua rispetto al corridoio originario. Ai volterrani, chiamarle tombe non piaceva, per loro erano le buche etrusche e le consideravano come cose riservate, quasi un antico segreto che gli abitanti di Volterra si portavano dietro, nei secoli.

> Leggi, Le Buche Etrusche

Vicini alla Chiesa di San Giusto

Due tombe vicino al centro storico

Per visitare le Tombe del Portone è necessario andare in periferia, al limitare dei boschi che circondano Volterra. Se non avete abbastanza tempo per spostarvi potreste accontentarvi delle Tombe di San Giusto; sempre fuori le mura, ma più vicine al centro storico. Se non altro, nelle loro vicinanze ci sono altri punti di interesse, religiosi, museali, archeologici e paesaggistici che possono giustificare la visita di questa località marginale.

All'interno della borgata è possibile vedere due ipogei del V sec. a. C. che fanno bella mostra di sè sotto l'imponenza della Chiesa di San Giusto. Il primo si mostra come una cavità spoglia, la seconda invece presenta un lungo dromos che, con una rampa di scale, scende nel terreno. Un cancello normalmente vieta l'ingresso, ma tra le sue sbarre è possibile vedere un vestibolo quadrato sul quale si aprono tre piccole camere funerarie ognuna munite di banchine per la deposizione delle urne cinerarie. I reperti provenienti da questa necropoli sono visibili al museo archeologico di Cecina.

> Leggi, Tombe di San Giusto

Altre due tombe

La necropoli di Ulimeto

Le tombe etrusche che sono state trovate nella necropoli degli Ulimeti sono meno riunite rispetto a quelle delle altre aree cimiteriali, ma di maggior grandezza. Gli ipogei più importanti sono quello della cosiddetta tomba Inghirami, perchè rinvenuto dalla famiglia possedente del terreno, e l’altro detto di Torricchi, perché rinvenuto nei pressi di quel podere.

Queste due tombe, ora vuote, sono rimaste pressoché intatte. La tomba di Torricchi si trova negli scantinati del padiglione Bianchi del complesso ospedaliero manicomiale e presenta due cellette laterali ed una terza sul fondo, unite alla grande camera rettangolare absidata che si trova al centro; tutti i vani sono muniti di letti funebri e dei consueti gradini per le urne. L’ipogeo Inghirami è di forma rotonda con un pilastro al centro, ricavato nella roccia. Sull’ampio gradino che gira intorno all’intero ipogeo erano collocate circa cinquanta urne. Tutto il materiale qui ritrovato fu ceduto al Museo Archeologico di Firenze, nel cui giardino fu ricostruita fedelmente l’intera tomba.

> Leggi, Le Tombe di Ulimeto

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  • Aprile 24, 2024 05:34 local time