E' un topo o un porco?

I misteri delle decorazioni medievali

In Piazza dei Priori di fronte al palazzo comunale c'è un rozzo animale che, sostenuto da una mensola, sembra uscire fuori dall'alto della torre del Podestà. Si credeva dapprima che esso raffigurasse un topo, e costituisse addirittura l'emblema della famiglia Topi, alla quale, si diceva, era appartenuto il palazzo, ma non è vero.

Che i fortilizzi medievali fossero talvolta decorati con animali non è una novità: basti pensare alla torre dei Leoni a Firenze, in Por Santa Maria. Ma l'originalità della scultura volterrana consiste nel fatto che, o sia per le ingiurie del tempo, o sia per la grossolanità dell'esecuzione, non è possibile stabilire di quell'animale una precisa identificazione. E niente potendo arguirsi dai documenti, è puramente soggettiva l'interpretazione di un topo o di un porcellino, come si evince dalla nuova ipotesi ormai consolidata dal volgo locale che deve aver deciso che fosse più iconico di un topo. Così rimarrà fino a nuova obiezione inconfutabile: è un porcellino e la Torre del Podestà, la Torre del Porcellino.

Le prigioni e le sedi militari

La torre del Podestà

Sempre a proposito di questo importante fabbricato, si vanno accreditando altre opinioni, che sono storicamente da relegare nel campo delle leggende. Affermano alcuni che quella torre sia appartenuta agli Allegretti, potente, famiglia volterrana, altri agli Affricanti. Niente di più erroneo. Tanto gli Allegretti quanto gli Affricanti possedettero sicuramente un palazzo nella piazza, ma, non nel punto nel quale sorge la torre del Podestà.

Questa, proprietà originale di una consorteria di nobili del contado, che non era né Allegretti, né Topi, né Affricanti, fu ceduta nella prima metà del Duecento al Comune, che l'assegnò a domicilio e a ufficio del Podestà, ivi comprese le prigioni. Il Comune acquistò anche, il palazzo Maltragi che sorgeva a lato della torre, ed il magnifico complesso servì di residenza non solo al podestà, ma anche al capitano del popolo. In tempi più recenti vi trovarono decorosa sede gli uffici governativi, ora quelli comunali.

La sommità della torre è accessibile solo in concomitanza di alcuni eventi cittadini. La vista da quassù è meravigliosa e si può ammirare il Palazzo dei Priori e i palazzi adiacenti da una angolazione davvero insolita.

Tristi avvenimenti

La campana maledetta

Alla sommità della torre quattro robusti pilastri sostenevano la travatura di una campana, i cui lugubri rintocchi annunciavano le esecuzioni capitali. La campana è passata alla storia come maledetta, perché all'ultima esecuzione, assolutamente ingiusta, era rimasta silente, a causa della rottura del batacchio. Infatti, l'oggetto improvvisamente si staccò colpendo alla testa un passante della sottostante piazza, uccidendolo sul colpo. Forse sarebbe bastato un timido rintocco per richiamare l’attenzione di quell’infelice e salvargli la vita, ma il destino sa essere crudele.

Le quattro colonne furono tolte nel corso dei lavori seguiti al terremoto di metà Ottocento, che causò a questo edificio non pochi danni. Un disegno che si conserva nel Museo Guarnacci, eseguito dal pittore Domenico Bresolin, dà l'idea della primitiva fisionomia della torre.

Alcuni anni fa un arbitrario quanto volgare restauro volle modificate l'ingresso del fabbricato, portando le scale in fronte all'edificio a delle scale laterali nascoste da una specie di arrengo, dal quale per una buona metà del Novecento si sono tenuti non pochi comizi cittadini.

> Scopri, la campana maledetta

E' un topo o un porco?

I misteri delle decorazioni medievali

In Piazza dei Priori di fronte al palazzo comunale c'è un rozzo animale che, sostenuto da una mensola, sembra uscire fuori dall'alto della torre del Podestà. Si credeva dapprima che esso raffigurasse un topo, e costituisse addirittura l'emblema della famiglia Topi, alla quale, si diceva, era appartenuto il palazzo, ma non è vero.

Che i fortilizzi medievali fossero talvolta decorati con animali non è una novità: basti pensare alla torre dei Leoni a Firenze, in Por Santa Maria. Ma l'originalità della scultura volterrana consiste nel fatto che, o sia per le ingiurie del tempo, o sia per la grossolanità dell'esecuzione, non è possibile stabilire di quell'animale una precisa identificazione. E niente potendo arguirsi dai documenti, è puramente soggettiva l'interpretazione di un topo o di un porcellino, come si evince dalla nuova ipotesi ormai consolidata dal volgo locale che deve aver deciso che fosse più iconico di un topo. Così rimarrà fino a nuova obiezione inconfutabile: è un porcellino e la Torre del Podestà, la Torre del Porcellino.

Le prigioni e le sedi militari

La torre del Podestà

Sempre a proposito di questo importante fabbricato, si vanno accreditando altre opinioni, che sono storicamente da relegare nel campo delle leggende. Affermano alcuni che quella torre sia appartenuta agli Allegretti, potente, famiglia volterrana, altri agli Affricanti. Niente di più erroneo. Tanto gli Allegretti quanto gli Affricanti possedettero sicuramente un palazzo nella piazza, ma, non nel punto nel quale sorge la torre del Podestà.

Questa, proprietà originale di una consorteria di nobili del contado, che non era né Allegretti, né Topi, né Affricanti, fu ceduta nella prima metà del Duecento al Comune, che l'assegnò a domicilio e a ufficio del Podestà, ivi comprese le prigioni. Il Comune acquistò anche, il palazzo Maltragi che sorgeva a lato della torre, ed il magnifico complesso servì di residenza non solo al podestà, ma anche al capitano del popolo. In tempi più recenti vi trovarono decorosa sede gli uffici governativi, ora quelli comunali.

La sommità della torre è accessibile solo in concomitanza di alcuni eventi cittadini. La vista da quassù è meravigliosa e si può ammirare il Palazzo dei Priori e i palazzi adiacenti da una angolazione davvero insolita.

Tristi avvenimenti

La campana maledetta

Alla sommità della torre quattro robusti pilastri sostenevano la travatura di una campana, i cui lugubri rintocchi annunciavano le esecuzioni capitali. La campana è passata alla storia come maledetta, perché all'ultima esecuzione, assolutamente ingiusta, era rimasta silente, a causa della rottura del batacchio. Infatti, l'oggetto improvvisamente si staccò colpendo alla testa un passante della sottostante piazza, uccidendolo sul colpo. Forse sarebbe bastato un timido rintocco per richiamare l’attenzione di quell’infelice e salvargli la vita, ma il destino sa essere crudele.

Le quattro colonne furono tolte nel corso dei lavori seguiti al terremoto di metà Ottocento, che causò a questo edificio non pochi danni. Un disegno che si conserva nel Museo Guarnacci, eseguito dal pittore Domenico Bresolin, dà l'idea della primitiva fisionomia della torre.

Alcuni anni fa un arbitrario quanto volgare restauro volle modificate l'ingresso del fabbricato, portando le scale in fronte all'edificio a delle scale laterali nascoste da una specie di arrengo, dal quale per una buona metà del Novecento si sono tenuti non pochi comizi cittadini.

> Scopri, la campana maledetta

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