Lungo la via pisana

Prato Marzio, la contrada spodestata da San Giusto

Questa contrada partiva dall’attuale via Rossetti e continuava fino a Porta Menseri; era situata immediatamente ad Ovest della contrada di Borgo Santo Stefano e confinava a Est con quella di Borgo San Giusto. Era interamente attraversata da una importante strada chiamata Corso. Questa strada, che doveva ripercorrere il percorso del Cardo Maximus della città antica, partiva dalla Piazza dei Priori e attraversava tutta la città, passando poi da Porta San Francesco, le contrade del terziere inferiore da Montebradoni si collegava con la strada per Pisa.

Il nome di Prato Marzio, deriva dal fatto che probabilmente in antico qui si dovevano svolgere le esercitazioni militari, questo allora doveva essere un grande prato adatto allo scopo.

Di questo prato forse qualcosa è rimasto. Si trova oltre Piazzetta XXV Aprile, passando internamente da Via Borgo San Giusto o semplicemente raggiungendo il Parcheggio San Clemente, sulla via che porta verso Pisa dalla rotatoria di Via Padre Eugenio Barsanti.

Vista incantevole

Un prato per ottimi pic nic e passeggiate rilassanti

Questa è una zona affascinante per chi ama fare passeggiate in compagnia del proprio animaletto peloso. Prato Marzio si trova a ridosso della Chiesa di San Giusto e limitato dalle antiche mura etrusche, di cui puoi vederne alcuni resti. Da qui, i panorami sono bellissimi. Sulla sinistra si scorge la vallata fino verso Pisa. A destra il profilo dei palazzi del centro storico.

Dopo che le Balze inghiottirono la prima chiesa di San Giusto e venne deciso di costruirne una seconda sul monte Alboino, questa zona cambiò nome, che passò da Prato Marzio a San Giusto e ancora oggi è ricordata con il nome di Borgo San Giusto.

A difendere questa contrada vi erano soltanto le mura etrusche, di cui sono ricordati numerosi restauri compiuti dalla contrada, e alcune torri di difesa di cui l’ultima rimasta è la Torricella, presso Docciarello. Nella cinta muraria etrusca che la proteggeva si aprivano tre porte: quella di Docciarello o di Grimaldinga; quella di san Marco presso il monastero omonimo, etrusca; e quella di Menseri, degli inizi del Trecento.

Lungo la via pisana

Prato Marzio, la contrada spodestata da San Giusto

Questa contrada partiva dall’attuale via Rossetti e continuava fino a Porta Menseri; era situata immediatamente ad Ovest della contrada di Borgo Santo Stefano e confinava a Est con quella di Borgo San Giusto. Era interamente attraversata da una importante strada chiamata Corso. Questa strada, che doveva ripercorrere il percorso del Cardo Maximus della città antica, partiva dalla Piazza dei Priori e attraversava tutta la città, passando poi da Porta San Francesco, le contrade del terziere inferiore da Montebradoni si collegava con la strada per Pisa.

Il nome di Prato Marzio, deriva dal fatto che probabilmente in antico qui si dovevano svolgere le esercitazioni militari, questo allora doveva essere un grande prato adatto allo scopo.

Di questo prato forse qualcosa è rimasto. Si trova oltre Piazzetta XXV Aprile, passando internamente da Via Borgo San Giusto o semplicemente raggiungendo il Parcheggio San Clemente, sulla via che porta verso Pisa dalla rotatoria di Via Padre Eugenio Barsanti.

Vista incantevole

Un prato per ottimi pic nic e passeggiate rilassanti

Questa è una zona affascinante per chi ama fare passeggiate in compagnia del proprio animaletto peloso. Prato Marzio si trova a ridosso della Chiesa di San Giusto e limitato dalle antiche mura etrusche, di cui puoi vederne alcuni resti. Da qui, i panorami sono bellissimi. Sulla sinistra si scorge la vallata fino verso Pisa. A destra il profilo dei palazzi del centro storico.

Dopo che le Balze inghiottirono la prima chiesa di San Giusto e venne deciso di costruirne una seconda sul monte Alboino, questa zona cambiò nome, che passò da Prato Marzio a San Giusto e ancora oggi è ricordata con il nome di Borgo San Giusto.

A difendere questa contrada vi erano soltanto le mura etrusche, di cui sono ricordati numerosi restauri compiuti dalla contrada, e alcune torri di difesa di cui l’ultima rimasta è la Torricella, presso Docciarello. Nella cinta muraria etrusca che la proteggeva si aprivano tre porte: quella di Docciarello o di Grimaldinga; quella di san Marco presso il monastero omonimo, etrusca; e quella di Menseri, degli inizi del Trecento.

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