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Marzo 20, 2025 10:35 local time
La bottega artigiana alabastrina, che ha accolto dagli anni Sessanta le innovazioni tecnologiche portatrici di nuovi strumenti di lavoro, è divenuta luogo della tradizione e del cambiamento al tempo stesso. La meccanizzazione del processo produttivo, oltre a contribuire ad un’accelerazione dell’iter di fabbricazione e, purtroppo, ad una frequente diminuzione della qualità dei manufatti, ha portato alla trasformazione delle dinamiche di produzione, contribuendo alla drastica riduzione del numero di maestranze ed alla sparizione di antiche usanze come l’apprendistato a bottega.
In una tendenza locale così definita, Mario Simoncini resiste e lavora come alabastraio alla vecchia maniera nell'area industriale di Borgo Santo Stefano. Collocato fuori dalle mura cittadine per evitare quell'inquinamento acustico sempre meno tollerato dentro le mura medievali, offre al curioso di passaggio la visione di un grandissimo laboratorio, difficilmente individuabile all’interno della fitta trama del centro cittadino.
Come da formula matematica vige la proprietà distributiva per cui variando l'ordine delle botteghe il disordine non cambia! Ed è proprio vero: le botteghe cambiano, si modellano a seconda delle esigenze, ma la confusione che in essa regna di solito rimane la medesima. Sono luoghi affascinanti, surreali, ricoperti da una quantità di polvere come una prima neve invernale.
Mario ha un fratello gemello. Si chiama Stefano e insieme sono alabastrai da una vita. Sono artigiani della Cooperativa Artieri, originali ed eclettici, ma anche eccellenti cuochi ed esperti dei prodotti della nostra terra. Per la comunità sono i fratelli Simoncini. Lavorano in due capannoni adiacenti per il taglio, modellatura e finitura di pietre e di tanto in tanto nei momenti di pausa si vanno a trovare.
La Cooperativa rappresenta la struttura produttiva più antica dell’intero comparto alabastrino di Volterra. La società ha come fine statuario quello di riunire gli artigiani alabastrai della città per una produzione di articoli che abbiano i requisiti artistici, tecnici e commerciali per la divulgazione.
La bottega artigiana alabastrina, che ha accolto dagli anni Sessanta le innovazioni tecnologiche portatrici di nuovi strumenti di lavoro, è divenuta luogo della tradizione e del cambiamento al tempo stesso. La meccanizzazione del processo produttivo, oltre a contribuire ad un’accelerazione dell’iter di fabbricazione e, purtroppo, ad una frequente diminuzione della qualità dei manufatti, ha portato alla trasformazione delle dinamiche di produzione, contribuendo alla drastica riduzione del numero di maestranze ed alla sparizione di antiche usanze come l’apprendistato a bottega.
In una tendenza locale così definita, Mario Simoncini resiste e lavora come alabastraio alla vecchia maniera nell'area industriale di Borgo Santo Stefano. Collocato fuori dalle mura cittadine per evitare quell'inquinamento acustico sempre meno tollerato dentro le mura medievali, offre al curioso di passaggio la visione di un grandissimo laboratorio, difficilmente individuabile all’interno della fitta trama del centro cittadino.
Come da formula matematica vige la proprietà distributiva per cui variando l'ordine delle botteghe il disordine non cambia! Ed è proprio vero: le botteghe cambiano, si modellano a seconda delle esigenze, ma la confusione che in essa regna di solito rimane la medesima. Sono luoghi affascinanti, surreali, ricoperti da una quantità di polvere come una prima neve invernale.
Mario ha un fratello gemello. Si chiama Stefano e insieme sono alabastrai da una vita. Sono artigiani della Cooperativa Artieri, originali ed eclettici, ma anche eccellenti cuochi ed esperti dei prodotti della nostra terra. Per la comunità sono i fratelli Simoncini. Lavorano in due capannoni adiacenti per il taglio, modellatura e finitura di pietre e di tanto in tanto nei momenti di pausa si vanno a trovare.
La Cooperativa rappresenta la struttura produttiva più antica dell’intero comparto alabastrino di Volterra. La società ha come fine statuario quello di riunire gli artigiani alabastrai della città per una produzione di articoli che abbiano i requisiti artistici, tecnici e commerciali per la divulgazione.