Per la difesa personale

Antichi insediamenti sui terreni impervi del volterrano

L'uomo si è sempre preoccupato della sua difesa personale, ed è per questo che ritroviamo i suoi antichi insediamenti in ambienti naturali o artificiali, dove, trattandosi di terreno sopraelevato ed impervio, era garantita una maggiore protezione anche dalle avversità naturali ed era consentito l'approvvigionamento di acqua, elemento questo indispensabile, dalle numerose sorgenti che sgorgavano da tali alture. Tale preferenza è durata fino a pochi secoli fa, in quanto si sa che, nel Medioevo, le costruzioni venivano erette sui monti e sulle colline, anche perché la pianura era per lo più occupata da acquitrini, costituendo così una vasta area malsana.

Le montagne consentivano poi anche una visibilità a largo raggio, per cui su questi rilievi la sicurezza appariva maggiormente tutelata da un costante servizio di avvistamento; e in seguito incominciò a funzionare anche la trasmissione di messaggi a distanza, fra i vari insediamenti, tramite lenzuola o fumo di giorno e fuochi la notte.

Monte Voltraio

Terrazza naturale per l'avvistamento tattico

Uno di questi eremi del territorio volterrano è senz'altro quello di Monte Voltraio, dove sulla sommità risplende il balco. La funzione del balco era molto importante; oltre che per la difesa, era destinato all'avvistamento al fine di evitare di essere colti di sorpresa da attacchi nemici, con una visuale panoramica su tre lati. Non è da escludere che siano esistite anche delle torrette, per consentire riparo alle sentinelle che si avvicendavano in detto servizio.

L'origine della sua denominazione è germanica e si riferisce all'odierno balcone, cioè, per meglio intendersi, alla terrazza, dalla quale è possibile una migliore veduta che da una semplice finestra. Attualmente è costituito solo da un muro lungo una cinquantina di metri, che inizia dalla cosiddetta porta murata e si dilunga fino allo strapiombo rivolto a nord e su un terreno assai friabile tanto che, in vari punti di questa costa del colle, si verificano frane anche di bozzato e di acciottolato in genere. Oggi è meta di avventurosi trekking.

Ultimi resti

Numerose rovine di una civiltà perduta

Monte Voltraio riserva molte sorprese e tanti tesori del passato. Tra la vegetazione, sono presenti numerose rovine di una civiltà andata ad esaurirsi alla fine del medioevo. Tra queste, la più affascinante è definita dal complesso difensivo dell'arce. L'arce, detta anche rocca, secondo gli specialisti della materia, significa luogo fortificato, denotando spesso la parte più alta e quasi inaccessibile, situata su un rilievo, naturalmente aspro.

La parte più importante dell'area era denominata cassero, cioè una fortezza dentro un'ampia fortificazione, come ulteriore ed ultimo baluardo di difesa, comprendente anche vani idonei a raccogliere e conservare le scorte di derrate, nonché la cisterna, dove venivano convogliate le acque piovane, al fine di costituire consistenti riserve di questa grande e gratuita ricchezza naturale, per poi utilizzarla al meglio, sia in tempo di pace che durante eventuali assedi. I ruderi di questa antica fortificazione fiancheggiano l'estremo limite del massimo vertice della collina.

> Scopri, Arce di Monte Voltraio

Per la difesa personale

Antichi insediamenti sui terreni impervi del volterrano

L'uomo si è sempre preoccupato della sua difesa personale, ed è per questo che ritroviamo i suoi antichi insediamenti in ambienti naturali o artificiali, dove, trattandosi di terreno sopraelevato ed impervio, era garantita una maggiore protezione anche dalle avversità naturali ed era consentito l'approvvigionamento di acqua, elemento questo indispensabile, dalle numerose sorgenti che sgorgavano da tali alture. Tale preferenza è durata fino a pochi secoli fa, in quanto si sa che, nel Medioevo, le costruzioni venivano erette sui monti e sulle colline, anche perché la pianura era per lo più occupata da acquitrini, costituendo così una vasta area malsana.

Le montagne consentivano poi anche una visibilità a largo raggio, per cui su questi rilievi la sicurezza appariva maggiormente tutelata da un costante servizio di avvistamento; e in seguito incominciò a funzionare anche la trasmissione di messaggi a distanza, fra i vari insediamenti, tramite lenzuola o fumo di giorno e fuochi la notte.

Monte Voltraio

Terrazza naturale per l'avvistamento tattico

Uno di questi eremi del territorio volterrano è senz'altro quello di Monte Voltraio, dove sulla sommità risplende il balco. La funzione del balco era molto importante; oltre che per la difesa, era destinato all'avvistamento al fine di evitare di essere colti di sorpresa da attacchi nemici, con una visuale panoramica su tre lati. Non è da escludere che siano esistite anche delle torrette, per consentire riparo alle sentinelle che si avvicendavano in detto servizio.

L'origine della sua denominazione è germanica e si riferisce all'odierno balcone, cioè, per meglio intendersi, alla terrazza, dalla quale è possibile una migliore veduta che da una semplice finestra. Attualmente è costituito solo da un muro lungo una cinquantina di metri, che inizia dalla cosiddetta porta murata e si dilunga fino allo strapiombo rivolto a nord e su un terreno assai friabile tanto che, in vari punti di questa costa del colle, si verificano frane anche di bozzato e di acciottolato in genere. Oggi è meta di avventurosi trekking.

Ultimi resti

Numerose rovine di una civiltà perduta

Monte Voltraio riserva molte sorprese e tanti tesori del passato. Tra la vegetazione, sono presenti numerose rovine di una civiltà andata ad esaurirsi alla fine del medioevo. Tra queste, la più affascinante è definita dal complesso difensivo dell'arce. L'arce, detta anche rocca, secondo gli specialisti della materia, significa luogo fortificato, denotando spesso la parte più alta e quasi inaccessibile, situata su un rilievo, naturalmente aspro.

La parte più importante dell'area era denominata cassero, cioè una fortezza dentro un'ampia fortificazione, come ulteriore ed ultimo baluardo di difesa, comprendente anche vani idonei a raccogliere e conservare le scorte di derrate, nonché la cisterna, dove venivano convogliate le acque piovane, al fine di costituire consistenti riserve di questa grande e gratuita ricchezza naturale, per poi utilizzarla al meglio, sia in tempo di pace che durante eventuali assedi. I ruderi di questa antica fortificazione fiancheggiano l'estremo limite del massimo vertice della collina.

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