L’alabastro volterrano nella decorazione della orologeria viennese del secolo XIX

Tra le mode ottocentesche nell’arredamento della casa, particolare rilevanza aveva la pendola da caminetto affiancata da una coppia di candelieri. Questo aspetto ornamentale si diffuse non solo in tutta l’Europa, ma perfino nelle lontane abitazioni cinesi e giapponesi. Naturalmente l’orologio era un oggetto già presente in tutte le dimore patrizie fin dal sec. XVIII, ma non aveva mai assunto una funzione decorativa.

Meccanismi ed aspetto esteriore erano i più disparati e schiere di orologiai, dapprima della Germania meridionale ed Italiana (sec. XV e XVI) e più tardi in Inghilterra e Francia (sec. XVII e XVIII), si erano sbizzarriti nella ricerca di complicati rotismi e suonerie. In questo particolare campo della tecnica e dell’arredamento l’alabastro di Volterra ha avuto una sua moda.

Le tipiche pendole viennesi della prima metà dell’ottocento si presentano sotto la forma di portico o tempietto con o senza timpano, di legno lavorato per lo più di color nero con applicazioni di bronzo modellato e dorato.

La pendola viennese, naturale evoluzione ,dello stile Luigi XVI verso il classicismo presenta colonne, capitelli e timpani dignitosamente composti su un basamento che ha la funzione di contenere il dispositivo di soneria e carillons. Tuttavia, questi orologi da caminetto non presentano tutto l’armamentario mitologico o i pesanti decorativismi delle fonderie artistiche specializzate, bensì una linea semplicissima.

Unico felice ornamento le colonnine di alabastro volterrano. Colonnine di una linea particolare, appoggiate e portanti dei basamenti e capitelli bronzei o lignei dorati, che conferiscono o con la loro splendida e carnosa trasparenza un tono di semplicità elevata a rara eleganza e non è da escludere che la fortuna dell’alabastro volterrano sul mercato austriaco dell’Ottocento sia nata da queste raffinate colonnine.

Un esempio di questa fortuna viennese sono i due grandiosi candelabri commissionati alla Manifattura Viti di Volterra da Massimiliano d’Asburgo. Tra le più significative pendole viennesi a colonne d’alabastro ricordiamo: la pendola a portico a quattro colonne d’alabastro, basamento e travi tinte di nero, movimento marciante un giorno con ripetizione de quarti (Museo dell’orologeria di Vienna); la pendola a portico a due colonne d’alabastro, basamento e cornice del timpano rettangolare in legno tinto di nero. Movimento marciante un giorno con ripetizione dei quarti e dispositivo per l’audizione delle ore e quarti. Suoneria con carillons 1830 circa, 45 centimetri di altezza (collezione privata, Verona); la pendola da caminetto a quattro colonne d’alabastro, Biedermeier viennese, verso il 1835. Suoneria dei quarti, carillons che suona tutte le ore, immagine mobile sotto il quadrante. (Collezione Dr. Sobek, Vienna).

Infine vorrei ricordare un orologio – lampadario con una grande coppa di alabastro e montature di bronzo dorato esistente nella sopra menzionata collezione viennese del Dr. Sobeck. Questo rarissimo tipo di orologio presenta l’indicazione delle ore per rotazione di un cerchio con cifre. Un serpente nelle mani d’un putto indica l’ora.

Pro Volterra, ERMANNO WINSEMANN FALGHERA
L’alabastro volterrano nella decorazione della orologeria viennese del secolo XIX, in rivista “Volterra”