È, come da tradizione, l’accensione dell’albero di Natale illuminato con mille metri di luci a led posizionato in Piazza dei Priori a dare il via ufficiale agli eventi per le festività a Volterra. L’appuntamento è per mercoledì 8 dicembre alle ore 17 per festeggiare l’Immacolata e per l’accensione dell’albero con la musica itinerante della Topa’s Band.
Il programma di Aspettando Natale organizzato dal CCN Volterra propone come primo appuntamento: Street Band in Town. Alle ore 18 la Topa’s Band, band itinerante unica nel suo genere, intrattiene le vie del centro storico. Composta da 5 strumenti: sax, fisarmonica, chitarra, basso e batteria itinerante, ha un repertorio che si basa interamente su arrangiamenti di svariate canzoni di tutto il panorama musicale, dai pezzi ballabili e cantabili a brani più ricercati e accattivanti. Oltre alla parte musicale cercano sempre di offrire al pubblico un po’ di intrattenimento degno del nome che portano: il divertimento con loro non manca mai!
Tutti gli eventi che CCN ha preparato in attesa del Natale si inseriscono proprio nell’ottica di incrementare l’afflusso turistico e commerciale della città.
Domenica 12 il centro storico di Volterra è dedicato esclusivamente ai bambini. Il programma “Kids”, che si svolge dalle ore 16 alle ore 19, inizia con le attività del trucca bimbi. Il trucca bimbi in prossimità di Piazza Martiri della Libertà offre ai più piccoli la possibilità di truccarsi per diventare, almeno per un giorno, ciò che vogliono. In Via Gramsci invece c’è l’occasione più unica che rara per fotografarsi in collo a Babbo Natale: Foto Moreno offre così le sue doti fotografiche per documentare al meglio dei modi questo magico momento.
Da Piazza dei Priori una parata Mascotte organizzata da Cuki’s Play sposta l’intrattenimento per le vie principali del centro storico. La parata termina poi in Via Gramsci dove, in compagnia di tutti i bambini, avviene il lancio dei palloncini.
La vigilia di Natale è magica e suggestiva se si è in compagnia delle “Farfalle Luminose”. Lo spettacolo Itinerante con farfalle luminose su trampoli del 24 dicembre nasce per unire poesia e spettacolo tra le scenografie del centro storico di Volterra. Rifinite con un led ricercato e caldo creano così una atmosfera unica e fatata dove vivere un sogno ad occhi aperti.
La danza su trampoli delle farfalle luminose, accompagnata da leggere musiche nell’aria, ha due appuntamenti. Uno alle 17 e uno alle 19; si muovono per le vie del centro storico per il piacere dei presenti, dei bambini e dei genitori affannati forse nella ricerca dell’ultimo regalo.
Con questo terzo e ultimo appuntamento si concludono così le iniziative di promozione culturale e turistica del CCN, atte anche al fine di supportare le attività commerciali già provate dal negativo impatto economico della crisi dovuta all’emergenza da Covid-19.
Due partecipanti per ogni contrada, adrenalina e un pizzico di agonismo in un torneo all’italiana ad eliminazione diretta. Essendo un gioco di abilità, di velocità, di resistenza e di forza con differenze impari tra corporature maschili e femminili, la manifestazione si replica in due momenti, senza gruppo misto: nella prima si ripone attenzione ai concorrenti maschili, nella seconda alle concorrenti femminili. I due tornei sono indipendenti tra loro, ma il gioco rimane medesimo per entrambi, così come uguali sono le emozioni e la spettacolarità delle scivolose cadute, degli scontri fisici e dei sorpassi che forse, a dirla tutta, sono i momenti più ricercati del Palio.
Il cacio è uno dei prodotti tipici locali che sin dal basso medioevo costituiva uno degli alimenti favoriti della popolazione dedita all’allevamento ovino. Considerato come una valida alternativa alla carne per proprietà nutritive, dava anche spunto per creare occasioni di svago in condivisione. Il formaggio in uso in questa competizione è fornito annualmente dalla Fattoria Lischeto, la quale fa proprio del formaggio il suo successo.
Nella penultima domenica di ottobre le otto contrade di Volterra si ritrovano nuovamente in competizione in una sfida decisamente insolita. L’anno contradaiolo sta per finire, l’autunno avanza precipitosamente e Volterra si prepara ad un soffice vivacchiare, sonnolento e rilassante. La frenesia estiva lascia spazio al turismo lento, volto principalmente alla ricerca dell’equilibrio spirituale, alla scoperta delle tradizioni del passato e alla degustazione dei prodotti tipici locali.
Questi sono giorni in cui il centro storico, animato da numerose bancarelle sfiziose della mostra mercato del tartufo bianco, accoglie con animo anche l’antica tradizione della caciotte in fuga, in quanto avendo a che fare sempre con il buon cibo, si presta bene ad essere inserito all’interno del manifesto madre di Volterragusto. Seppure a tema, quasi fosse un evento collaterale della kermesse della filiera corta, il Palio dei Caci è in verità un torneo iscritto nell’albo delle rievocazioni storiche della Toscana e si propone a tutti gli effetti come protagonista assoluta della giornata.
Attingendo a piene mani dal gioco della ruzzola o dell’antichissima corsa dei caci, si tratta di un gioco veloce, divertente e davvero godibile; ce lo dimostra la quantità dei turisti che richiama, anche perchè, di fatto, guardandosi in giro non si è mai visto un evento così strano. Nella sostanza è una lineare gara di velocità, ma si svolge in discesa ripida con diversi impedimenti motori, i quali generano spesso grande ilarità tra il pubblico.
La gara si svolge lungo la scoscesa via Franceschini che, liberata delle macchine, va ad ospitare un caotico percorso rettilineo, ricco di ostacoli definiti da numerose balle rettangolari di fieno. Lo scenario e l’odore che emana la paglia regalano sensazioni campagnole, curiosamente paesane, ma se vi aggiungiamo la visione del corredo estetico dei partecipanti, dei figuranti delle contrade e dei tamburini del gruppo storico sembra essere tornati per un momento indietro nel tempo, nei fasti giocosi del medioevo.
La gara mette in competizione due singoli concorrenti, i quali si posizionano sul punto più alto della via, perpendicolare a Via Roma. Allo scampanellio di partenza i concorrenti devono avanzare fino al traguardo nel minor tempo possibile, facendo rotolare lungo il percorso delle forme di formaggio: questo è l’impedimento motorio di cui parlavamo; ognuno ha il suo e devono farlo correre in discesa, evitando le balle di fieno, aggirando le bozze sdruccevoli e talvolta sconnesse e superando l’avversario stesso, senza mai indugiare.
L’obiettivo è ovviamente arrivare per primi in fondo alla via, senza però mai toccare con le mani la forma di formaggio; pena è la squalifica. Per farlo scorrere si utilizzano due palette di legno, una più lunga dell’altra, con funzioni ben precise: la paletta più lunga è utilizzata per indirizzare la curvatura del formaggio che corre sul proprio dorso, la paletta più corta è finalizzata al rialzo qualora la forma dovesse cadere di piatto. Correre in questo modo non è per niente facile, ma è fondamentale essere costanti, evitando di fermarsi, anche per un solo secondo.
Due partecipanti per ogni contrada, adrenalina e un pizzico di agonismo in un torneo all’italiana ad eliminazione diretta. Essendo un gioco di abilità, di velocità, di resistenza e di forza con differenze impari tra corporature maschili e femminili, la manifestazione si replica in due momenti, senza gruppo misto: nella prima si ripone attenzione ai concorrenti maschili, nella seconda alle concorrenti femminili. I due tornei sono indipendenti tra loro, ma il gioco rimane medesimo per entrambi, così come uguali sono le emozioni e la spettacolarità delle scivolose cadute, degli scontri fisici e dei sorpassi che forse, a dirla tutta, sono i momenti più ricercati del Palio.
Il cacio è uno dei prodotti tipici locali che sin dal basso medioevo costituiva uno degli alimenti favoriti della popolazione dedita all’allevamento ovino. Considerato come una valida alternativa alla carne per proprietà nutritive, dava anche spunto per creare occasioni di svago in condivisione. Il formaggio in uso in questa competizione è fornito annualmente dalla Fattoria Lischeto, la quale fa proprio del formaggio il suo successo.