Numerose furono le “opere sociali” a favore dei dipendenti che i proprietari della Miniera di Montecatini, quasi tutti di origine nord-europea [Porte, Kleiber e Le Blanc (1827-1837), Hall e Sloane (1837-1873), Boutourline (1873-1882)], si proposero di istituire. Un apposito capitolo andrebbe aperto sulle espressioni di protopaternalismo a Montecatini: qui si videro le prime realizzazioni di tipo assistenziale, fin dagli anni immediatamente successivi al decollo industriale dell’attività estrattiva per opera della “Società dell’Industria Minerale” fondata nel 1830.

[…] Gli attuali proprietarii unendo alle vedute del proprio interesse il desiderio di dar prove di riconoscenza ad un paese, nel quale la Provvidenza elargisce loro i suoi benefizii, non perdonano né a tempo, né a fatica, né a dispendio per tirare innanzi, e recare al sommo il loro piano di rendere questo stabilimento il più solido, ed anche il più pubblicamente e perennemente utile del suo genere. Quindi è che fin dal principio pensarono a fondarvi, e mantenervi […] lodevolissime istituzioni […].1

Tra le numerose istituzioni, è da segnalare il conferimento annuo delle doti alle figlie o sorelle degli operai, che venivano assegnate per estrazione in occasione della Festa dei Ramai.

[…] Le tre doti a benefizio delle figlie, o sorelle dei lavoranti: la prima è di lire 350, e la seconda e la terza di lire 200 ciascuna; […] vengono estratte a sorte il giorno dell’annua festa, che cade sempre nella prima domenica dopo l’ottava del Corpus Domini, e vi interviene la banda musicale, per viemaggiormente solennizzare questa funzione, e dare un piacevole trattenimento al pubblico; […] vengono depositate a loro credito nella Cassa centrale di risparmio di Firenze. […] Essendo stata istituita nel decorso anno 1846 una Cassa di risparmio a Volterra, i depositi sono stati tutti trasportati in questa.2

L’istituzione di queste doti, in uso fin dalla prima metà del XIX secolo, derivò da una vicenda che viene fatta risalire al 1827:

[…] per una sciagura avvenuta negli scavi della miniera: eccone la storia. Una frana, aveva rinserrati pochi lavoranti in una galleria, i quali correvano pericolo di perirvi per fame o asfissiati. Ma fu tale l’energia degli operai restati liberi in altre sezioni, che unita all’intrepido coraggio d’alcuni di quelli rinserrati (i quali, anziché stare a piangere la triste loro situazione, animosi si posero al lavoro) che i disgraziati poterono aprirsi fra le macerie un varco, e ne uscirono salvi.3

[…] Ottenuto così il salvamento dei quattro operai la buona popolazione di Montecatini pensò di dover render grazie alla Madonna che tanto aveva contribuito alla salvezza di quelli, per cui fu stabilita una festa annua che viene riconosciuta nel paese col nome di Festa dei Ramai. È appunto in questo giorno che le predette tre doti, concesse in vantaggio delle figlie e sorelle degli operai, vengono estratte. Tutti i nomi delle dotande vengono collocati in un’urna e coll’intervento dell’autorità locale e degli impiegati della miniera si procede all’estrazione di tre di essi. La cerimonia ha luogo nella principale piazza del paese di Montecatini nel quale in questo giorno è festa grossa […]. Le tre fanciulle fortunate ricevono l’equivalente della loro dote in un libretto della Cassa di risparmio di Volterra alle condizioni seguenti: la ragazza non può ritirare la dote altro che in caso di avvenuto matrimonio da comprovarsi con l’esibizione di un certificato dello Stato Civile, non essendo riconosciuto per buono e morale il solo matrimonio ecclesiastico. Non avvenendo matrimonio prima del 35° anno di età della dotata, questa può ritirare la somma iscritta nel suo libretto ed il relativo interesse mediante la presentazione della fede di nascita. In caso di morte della titolare del libretto la dote passa alla sorella maggiore nubile ed i frutti ai parenti intestati a forma di legge. Se non esistono sorelle la dote si devolve in vantaggio dei parenti, quando la titolare non abbia disposto diversamente con suo testamento. Il capitale versato nella Cassa di risparmio, pochi giorni dopo l’estrazione delle doti, è fruttifero e l’interesse anno per anno viene accumulato al capitale stesso […].4

Ogni anno, quindi, fino a che la miniera di Caporciano ebbe vita, nel mese di giugno si celebrava tale ricorrenza ed ai solenni riti religiosi di ringraziamento, facevano seguito grandi festeggiamenti che culminavano con l’estrazione delle doti. Alcune corrispondenze da Montecatini, pubblicate sulla rivista “Volterra”, riportano puntualmente la cronaca della Festa dei Ramai a testimonianza della considerazione ad essa riservata:

Montecatini – Domenica 13, avemmo la consueta festa dei Ramai, la quale ebbe origine nel 1827, per una sciagura avvenuta negli scavi della Miniera […]. È in questo giorno, che si estraggono le doti […], talché superfluo è il dire, come qua sia quel giorno rispettato con rigore grandissimo. […] La festa sacra fu come tutte quelle che portano tal nome: la messa solenne fu celebrata con intervento della nostra piccola banda musicale […]. Dopo i Vespri, s’ebbe alla Miniera l’estrazione delle doti in numero di sei, di cui tre della vecchia Società, e tre del Conte Demetrio Boutourline, il quale, lasciando ogni più grave occupazione altrove, si vide nell’ore più calde giungere da Firenze a presenziare la festa, e contento, godere d’essere nel mezzo ai propri operai, parlare con essi, usando quella familiarità che in Lui è somma caratteristica d’animo gentile e buono […].5

E poi:

Montecatini – Il 25 Giugno fu la festa dei Ramai, e in questa circostanza il Conte Boutourline volle che s’inaugurasse solennemente il busto [opera di Fuller] del Cav. Ing. Augusto Schneider (Direttore della miniera dal 1827 al 1873, morto il 21 Giugno 1874). La cerimonia ebbe luogo alle 9 della mattina alla Miniera. Tutto il personale addetto allo stabilimento vi assisteva, nonché la rappresentanza Municipale.6

E ancora:

Montecatini – La festa detta dei Ramai, che negli anni scorsi si limitava ordinariamente alle funzioni di chiesa, e alle estrazioni delle doti per le figlie e sorelle dei Minatori, è stata quest’anno solennizzata con svariati trattenimenti, come quelli della corsa delle donne con le brocche in testa, palio dei sacchi, cuccagna, brillanti fuochi d’artifizio, illuminazione e concerto musicale della Banda dei Minatori fino a ora tarda della notte. È facile capire il perché furono in tale occasione dati tanti divertimenti, quando si sappia che vi assisteva tutta la nobile famiglia del Conte Boutourline […].7

La chiusura della miniera nell’ottobre 1907, oltre a determinare per la comunità di Montecatini il precipitare in una profonda crisi economica, stabilì la fine delle istituzioni assistenziali ed anche il progressivo venir meno delle tradizioni tipiche di quel mondo lavorativo ormai scomparso.

Pian piano, della miniera di rame più ricca d’Europa non restava che un ricordo sempre più sfumato. Rimaneva, per i montecatinesi, solamente quell’orgoglio di campanile che scaturiva dall’omonimia con la società che, nata nel 1888 per la gestione della locale miniera, raggiunse poi i massimi vertici dell’industria italiana e non solo.

Dopo quasi un secolo d’immobilismo, grazie alla solerzia dei locali amministratori, Montecatini da alcuni anni sta vivendo il rifiorire di edifici e strutture di quell’ambiente minerario che sembrava ormai inesorabilmente perduto. Ed in questo contesto di risveglio della memoria, vengono ricercate e riscoperte tradizioni, consuetudini, attività, eventi strettamente connessi alla presenza della miniera.

Il Centro di documentazione allestito nell’ex Palazzo Pretorio ed il Parco museale di Caporciano, dove sono visitabili gli uffici tecnici ed amministrativi, la discenderia e le gallerie, il Pozzo Alfredo, la diga del Muraglione, sono lì a perpetuare importanti momenti storici legati al magico e misterioso, ma anche cupo, ambiente della miniera.

Le testimonianze storiche del lavoro e delle utilizzazioni minerarie, oggi affascinano e coinvolgono nella ricostruzione di un passato importante anche grazie al dinamismo degli accorti gestori del Parco museale che, promuovendo visite guidate all’interno della miniera, escursioni, attività ludico-didattiche, laboratori sull’arte della lavorazione del rame, ed altri percorsi multidisciplinari, offrono ai sempre più numerosi visitatori un ampio repertorio di «curiosità» difficilmente riscontrabili in altri siti.

Oggi Montecatini, ormai piccolo borgo dove il tempo sembra essersi fermato, sta rivivendo, se pur di riflesso, i fasti di quell’attività mineraria che nell’Ottocento italiano ed europeo rappresentò un’importante realtà non solo lavorativa, ma anche culturale e sociale.

© Fabrizio Rosticci, FABRIZIO ROSTICCI
La «Festa dei Ramai», in “La Spalletta”, a. 11 giugno 2005
1 “Cenni storici iponomici e statistici sulla miniera di rame detta ‘la cava di Caporciano’ presso Montecatini della Valle di Cecina”, Jacopo Graberg de Hemso, Tipografia Galileiana, Firenze, 1847
2 Jacopo Graberg de Hemso, 1847
3 “Volterra”, a. III, n. 20 del 27 giugno 1875
4 “La Miniera cuprifera di Montecatini Val di Cecina”, Memoria dell’Ingegner Aroldo Schneider, Tipografia di G. Barbera, Firenze, 1890
5 “Volterra”, a. III, n. 20 del 27 giugno 1875
6 “Volterra”, a. IV, n. 28 del 9 luglio 1876
7 “Volterra”, a. VI, n. 29 del 21 luglio 1878