I preti delle parrocchie rurali che stavano al di qua ed al di là del fiume Cecina oltre al messale si portavano dietro anche una doppietta a retrocarica, talvolta andavano a ballare e altre volte si accaparravano di quel che non si poteva per necessità; erano pratici.
non bisogna dimenticarsi di alcuni animali che hanno convissuto, con i nostri contadini. Anzi ne hanno rappresentato, del resto un po' come in tutte le realtà rurali, la fonte essenziale di sostentamento. Primo fra tutti il maiale.
Querceto e del resto, un po' come tutti i paesini della Val di Cecina, aveva le sue possibilità di confronto e discussione. Le veglie toscane di metà Novecento offrivano ancora il piacere del raccontare e dello stupirsi.
Quando il nome di un personaggio locale entra nella toponomastica, allora è indubbio che almeno per la comunità di riferimento abbia rappresentato qualcosa di eccezionale. È il caso del dottor Giacinto Vannocci, ma ben poco però conosciamo della sua persona.
I punti di ritrovo per eccellenza in Val di Cecina erano il Bar Betti di Ponteginori, l'appalto di Memmo a Querceto, e non ultimo il circolo dell'Ente Maremma di Casino di Terra, ma in trasferta i luoghi piacevoli erano anche altri.
Quando le strutture della miniera di Caporciano, abbandonate da decenni, erano ormai veri e propri ruderi; tempi ancora lontani dalla realizzazione del Parco Museale.
La Banda a spese del Nobile Conte Boutourline e vestita della caratteristica divisa del minatore usciva dalla monotonia delle uniformi che si fanno per tante bande.
Ogni anno, fino a che la miniera di Caporciano ebbe vita, nel mese di giugno si celebrava tale ricorrenza con grandi festeggiamenti; una festa molto particolare.