Un ritorno al passato

La rievocazione più bella della Toscana

La festa torna ogni anno con atmosfere diverse nel cuore pulsante della Volterra medievale. Il centro storico della città e il suo parco centrale si animano di un passato mai sopito e i visitatori vengono trasportati, quasi per magia, indietro nel tempo. Focosi destrieri, audaci cavalieri, nobili, dame, monaci e frati, artigiani e mercanti, popolani e contadini, sbandieratori, balestrieri e soldati, giocolieri, musici e giullari fanno rivivere come per incanto aspetti diversi del medioevo.

Volterra AD 1398, come da tradizione, si è sempre svolta durante la terza e quarta domenica di agosto, ma a voler canalizzare al massimo i flussi turistici della zona è capitato anche che si tenesse per la seconda e terza domenica di agosto. Un'occasione da non perdere, dove si rivive una città medievale di inizio Quattrocento con eventi e spettacoli di grande rilievo, unici al livello regionale e impareggiabili a livello nazionale. Quotato anche tra i must see europei di settore, è un evento veramente straordinario in una delle più belle città della Toscana.

Due domeniche di agosto

Giornate con più di settanta eventi

Ogni anno il programma delle singole domeniche conta più di settanta eventi, tanti sono i momenti di vita quotidiana e molte sono le interazioni con i figuranti. Grandi i contenuti e ricchi i particolari. Solo la qualità della scenografia vale il prezzo del biglietto: bassa la quota di elementi anacronistici visibili e alta è la quantità di monumenti ed edifici del periodo medievale rinascimentale che Volterra può offrire; tornare indietro nel tempo viene così naturale.

Momenti di tranquillità e di svago si alternano e visitare la città sotto questo scenario regala sensazioni uniche e diverse dall'ordinario. Le emozioni si amplificano se vestiti adeguati al contesto, con gli stracci o i tessuti di lino del tempo; non necessariamente si deve portare il vestito da casa, all'interno della festa postazioni mercato offrono il noleggio degli indumenti per tutta la giornata di permanenza. Una sensazione da provare, perchè è solo così ci si sente davvero parte della festa, della Volterra medievale in tutto e per tutto.

Piatti tipici e giochi d'azzardo

I cibi buoni e gli intrattenimenti per tutti

Dentro e fuori dal circuito medievale, sono tanti i ristoranti, paninoteche e bancarelle della filiera corta e di contrada ad aspettarti. I menù offrono piatti a tema tipici della nostra terra di ieri e di oggi accompagnati spesso e volentieri da vino speziato, birra artigianale, idromele e hypocras. Consigliamo piatti semplici come i taglieri di salumi e di formaggi, la zuppa volterrana, gli arrosticini e i buonissimi spuntini a base di offelle e di tigelle. A conclusione frutta fresca con cocomero, uva, more e acqua fresca da riempire senza costi aggiuntivi dalle varie fontanelle comunali.

Per bruciare le calorie assunte vengono incontro i giochi per bambini, ragazzi e adulti; questi di certo non mancano e si distribuiscono in tutto il circuito, dal Piano di Castello al Centro Storico. Molti sono gratuiti, altri, i più sofisticati e originali, a pagamento con premio sulla vincita: l'azzardo nel medioevo era di pratica comune! Dal girello al tiro alla fune, dal tiro alla balestra al tiro con l'arco, dal gioco da tavolo al gioco di ruolo, dal gioco di abilità al gioco di fortuna; questo e altro!

Moneta medievale dentro il circuito

Il Grosso e gli offizi del cambio

L'entrata al circuito è a pagamento. Ridotto per i bambini, a prezzo pieno per gli adulti. Ci sono agevolazioni per alcune fasce di categoria per cui rimandiamo ai dettagli in fondo al testo.

Il grosso agontano è la moneta valida nel territorio volterrano e accettata in gran parte dei territori toscani dove però si comprerebbe e si venderebbe con il fiorino. In ogni via della città c'è l'Offizio del Cambio; si può convertire la propria moneta con quella locale e finalmente acquistare qualcosa di buono. La moneta da 1 Grosso è di rame, mentre quella da 5 è d'oro. Le transazioni economiche all'interno del circuito medievale avvengono tramite tali denari, un moderno escamotage per incentivare una immedesimazione più profonda.

La moneta volterrana può essere nuovamente riconvertita in Euro in qualsiasi momento. Non ci si guadagna né ci si rimette, è solo una formalità. Se ci si dimentica di riconsegnare i denari non è un peccato, sono riutilizzabili per l'anno successivo e alla meno peggio si possono conservare come souvenirs della festa.

> Scopri, Il grosso volterrano

Consigli su dove posteggiare

Alla ricerca del parcheggio

Volterra AD 1398 è l'evento più importante per la città di Volterra e nelle due domeniche il traffico e la difficoltà nel trovare un parcheggio libero e persino a pagamento aumentano in termini esponenziali da mezzogiorno al primo pomeriggio. Un rischio dimezzato se si arriva sin dalla prima mattinata o in tarda serata.

Per chi arriva a Volterra in auto, la città mette a disposizione una serie di parcheggi, anche improvvisati per l'occasione. Non si tollera l'anarchia, anche perchè di posti auto, moto e camper ce ne sono davvero per tutti i gusti! Di solito nei giorni festivi e nei periodi di alta stagione gli stalli liberi vicini al centro storico sono veramente difficili da trovare, però puoi accontentarti dei parcheggi più lontani che, a volerti rincuorare, non sono distanti dalla Piazza dei Priori per più di due chilometri. Una bella camminata comunque non ha mai fatto male a nessuno, soprattutto se, come vedrai, il tragitto è allietato da curiosi punti di interesse da non perdere.

> Scopri, Dove parcheggiare durante l'evento

Piazza San Giovanni

La borgata di Villamagna

“Costata di manzo e bourbelier di cinghiale!” si sente gridare qualcuno alle nostre spalle. In Piazza San Giovanni nell'ora di punta dell'Anno Domini 1398 il mercato si anima. Un ragazzo attraversa la strada con un vassoio di legno carico di scodelle fumanti di carne appena cotta e si appresta a servire i suoi clienti. Intorno a lui tanta gente si muove, parla, gesticola anche. Molti sono giunti dai villaggi vicini perchè è giorno di festa, e così, questa città che di solito conta undicimila abitanti oggi ne ha almeno il triplo.

Uomini in tuniche marroni spingono il bestiame davanti a loro. Le loro mogli, in abito lungo, portano nastri intrecciati intorno al collo e alla testa con i colori di Contrada di Villamagna. Quelli che invece indossano tuniche corte con cappuccio in testa sono i valletti a servizio presso la casa di qualche cavaliere. I mercanti indossano lunghe vesti dai colli alti, e cappelli di stoffa. Molti contadini sono arrivati dal Piano di Castello, con carretti carichi di frutta.

Cibi e oggetti a buon prezzo

Merce fantastica e dove trovarla

Il mercato, va ricordato, è l’unica area dove tutti possono incontrarsi liberamente, e altrettanto liberamente parlare di tutto. Perciò si sente tanto chiacchiericcio intorno. I cittadini più benestanti si riconoscono per i dettagli dei loro abiti, spesso con i polsini e i colletti lavorati e i copricapo. Solo alle persone più importanti è consentito indossare certi indumenti che ne simboleggiano l'importante ceto sociale a cui appartengono.

Camminando avanti scorgiamo un insegna che recita “bon ipocras” ossia buon Hypocras. È la farmacia e qui si propongono bevande ricostituenti, composte da vino e spezie, e così chiamate dal medico greco Ippocrate, che ne filtrava i sedimenti con un colino o un manicotto. Alcune persone benestanti lo stanno bevendo all’entrata del negozio con biscotti e cialde. Qualcuno invece preferisce l'Idromele. Sullo sfondo si notano anche barattoli bianchi e rossi contenenti spezie medicinali, e su un tavolo verde, davanti allo scaffale, ci sono anche diverse scodelle per mescolare i principi attivi, seguendo sempre le prescrizioni mediche.

Lo Spedale e la Misericordia

Un aiuto dal povero al povero

Nelle vicinanze, sotto lo sguardo imponente della casa di Dio, lo Spedale di Santa Maria e la sede della Compagnia della Misericordia. La prima, in direzione opposta alla seconda, risiede sotto un grandissimo loggiato; urla, talvolta agghiaccianti, sferzano l'aria calda e sonnolenta del primo pomeriggio. Sotto le tende separatorie, molti uomini, cavalieri, anziani e lebbrosi si dimenano sotto le cure delle infermiere e della Divina Provvidenza. Addentrandoci l'odore di tortine salate e zuppe di farro lasciano il posto a quello delle cere e degli unguenti.

Quel mondo di allegre brigate, di cavalieri elegantemente vestiti, di compiacenti madonne è un'oasi cui accedono pochi fortunati; qui per molti un vestito è quasi una casa, perché ripara, sia pure in parte, il corpo dalle intemperie, un pezzo di pane è il sostentamento di un giorno, e non importa se si tratta dell'avanzo di una mensa più o meno nobile. Così la Compagnia della Misericordia, laggiù all'angolo sinistro del Duomo, si impegna a risollevare gli animi, cercando di alleviare le disuguaglianze esistenti con l'opera e con il conforto delle parole. Un aiuto dato dal povero al più povero.

Via Roma

Il mercato di Volterra

Dando le spalle al Battistero, a destra del Duomo, si annette alla Piazza San Giovanni Via Roma, e come lo si nota anche solo affacciandosi, pure questa è luogo di mercato. Ciò che si intravede sin da subito è un alto cono bianco che troneggia su una tavola; è zucchero, da sempre usato come spezia. Poi il nostro sguardo scivola sulla strada, ben lastricata e pavimentata, anche se spesso, dopo le abbondanti piogge di fine agosto, si trasforma in un pantano pieno di pozze e melma.

Oltre c’è la bottega del sarto; gli abiti fatti su misura stanno appesi, mentre il sarto e il suo assistente ne stanno creando di nuovi. Ovviamente in questa epoca non esiste niente di preconfezionato. Se vuoi un abito ti rechi in merceria, acquisti la stoffa, la porti al tuo sarto di fiducia e ordini l’abito che desideri. Un cotto di maglia risplende argentato sotto il sole e fa mostra di sè. Spade, cappelli, coroncine sono sul banco in attesa di compratori.

L'arte dell'improvvisazione

Scene di vita quotidiana

In fondo alla via attira l'attenzione una compagnia teatrale; sta mettendo in scena una rappresentazione sacra, che si svolge sopra un carretto. Appena oltre un banditore sta richiamando l’attenzione della gente con una campanella, e in molti gli stanno facendo cerchio attorno per ascoltarlo. A noi non interessa il suo appello, perciò proseguiamo oltre fino al banco del pescivendolo. Sgombri, aringhe, lamprede, merluzzi, anguille, aringhe affumicate e stoccafisso sono le varietà presenti sul suo banco. Durante la giusta stagione avremmo potuto trovare anche salmone fresco, anche se a un prezzo molto alto. Non meno di quattro o cinque grossi.

Mentre osserviamo i forestieri animarsi al cambio monetazione, un gruppo di volontari vestiti di cappe nere con cappuccio, si fanno strada tra il popolo con un tetro incedere, preceduto dal suono di un campanello che invita i passanti a non avvicinarsi per evitare il contagio. La loro meta sembra essere lo Spedale di Santa Maria, poichè le infermiere sono tutte intente nel cercare un lettino vuoto per il nuovo arrivato.

Il mondo intorno al convento

Le ore della preghiera

Sempre sulla via, più avanti c’è l’area dedicata alle granaglie: sacchi di frumento, orzo, avena e segale sono già pronti per essere venduti. C’è un piccolo spazio adibito per gli animali: capre, pecore, maiali e mucche. Un angolo è dedicato ai prodotti dell’orto, mele, pere, verdure, aglio ed erbe. Nei mercati più grandi di città è possibile trovare in vendita anche spezie e prodotti più esotici come pepe, cannella, chiodi di garofano, noce moscata, liquirizia e molti tipo di zucchero, che però solo le persone più benestanti possono acquistare. Oltre, la mia vista non mi permette di vedere altro, la gente ne ostruisce la vista.

Vicino a noi, sul fianco sinistro del Duomo, c'è l'entrata di un convento, ma essendo l'ora della nona, fase di preghiera del dopo pranzo, non è il caso di disturbare. In alternativa attraversiamo Piazza San Giovanni, fino a ritrovarci sul lato destro del Duomo. La piazza si collega con via Turazza, più stretta della sua parallela, vista precedentemente, e più rumorosa. La Contrada di Saline sventola i suoi vessilli e le sue buonissime tigelle.

Via Turazza

Le risate contagiose dei giullari

Tante sono le risate che arrivano dal centro della via, infatti, un giullare di strada sta tenendo proprio in questo momento un degno spettacolo. Questa figura, completamente opposta a quella del monaco, è un intrattenitore a trecentosessanta gradi: cantante, mimo, attore, giocoliere. La loro arte non è vista di buon occhio dalla Chiesa e dagli ordini monastici del periodo, pericolosa e con tangibile legame con le tradizioni pagane, tuttavia se in qualità di mero intrattenitore di piazza e dei circoli cortesi, in veste di mediatore tra la Chiesa e la cultura popolare, ha il lasciapassare.

Alle nostre spalle trampolieri e cavalieri si esibiscono nella contrada di Villamagna, più volte regina del Palio del Cero. Negli anni precedenti qui si scommetteva sulla corsa del criceto: venivano disposte in posizione circolare tante piccole scatole in legno con relativo ingresso numerato; l'animale, lasciato al centro del cerchio formato, aveva il compito di rifugiarsi in uno dei tanti loculi proclamando come vincitore colui che aveva scommesso sull'ingresso numerato fortunato. Ora al suo posto, vi sono mastri legnaioli, alabastrai e fabbri che amorevolmente mostrano ai passanti la propria arte.

La gogna pubblica

Piazza Maggiore delle esecuzioni

Ogni commento a tanta barbaria consumata secondo il rito di questa epoca è assolutamente superfluo. Raccapriccianti sono l'atmosfera e il significato di una pubblica esecuzione, alla quale pare partecipare anche chi consola, chi dà un ultimo sorso d'acqua al condannato, poiché si tratta di un'assistenza interna al cerimoniale di morte e pare naturalizzare come accettabile e legittimo il pubblico uccidere.

Con i loro cappucci i misericordiosi sembrano condividere l'apologia del supplizio e quasi contribuirvi. E' invece da considerare, e apprezzare, come la Misericordia conferisse un ultimo barlume di dignità al derelitto di turno, che aveva tutti contro, dal boia al pubblico vociente, assiepato per assistere all'esecuzione. Qui, vi ricordo anche il rogo della strega di Rondinini; se il Cavalier Cecina impiegava le rondini per la posta aerea, un uso ben diverso ne faceva Elena, moglie di Nanni da Travale, incantatrice, divinatrice e sortilega, che usava solitamente ucciderli per i propri intrugli. Bene girare lontani dal palco delle esecuzioni, perchè ogni tanto prendono qualche innocente e lo mettono alla gogna o dentro la gabbia.

Piazza dei Priori

Luogo di eventi maggiori

Scoppia una sequenza di applausi, una bandiera è stata appena lanciata ad una altezza incredibile. Oggi, in un giorno di festa come questa la Piazza è solo teatro di cortei nobiliari e di gare di balestra, arco e bandiera. Solo cose belle.

Vorrei concentrarmi sugli sbandieratori, ma l'ammasso di persone intorno ad essi ce lo impedisce; storicamente il gioco di bandiera rievoca i festeggiamenti che si svolsero a Volterra alla caduta di Pisa per mano di Firenze, e ogni anno puntualmente celebrano questo evento. La gioia dei volterrani, alleati di Firenze, è tale da tenerli sotto il sole cocente per ore e ore a guardare il volteggiare delle bandiere, accompagnate da rulli di tamburi e squilli di chiarine, in una scenografia veramente unica definita dalle case-torre e il palazzo del Comune che costeggiano l'intera piazza.

Oggi, anche se non è un giorno celebrativo, le bandiere si ripropongono ugualmente. Ritorneremo più tardi, nel pomeriggio, forse nel dopocena, quando i giochi di luce avvalorano ancora di più questi giochi eleganti.

La conclusione di mezzanotte

Al finale spettacoli pirotecnici

Mentre la folla è presa dallo spettacolo, in disparte sosta un gruppo di musici in un esercizio di polifonia. Abbiamo una ribeca, una ghironda e due flauti. Insieme a loro due maestri di ballo, che attendono lo svuotamento della piazza per potersi esibire in compartecipazione delle dame e cavalieri volenterosi di unirsi alla danza. Dietro di loro, altri Offizi del Cambio e un venditore di sale. Il sale è un bene prezioso e viene usato in grandi quantità per l’alimentazione umana e animale, per la conservazione degli alimenti e per particolari attività, come il trattamento del cuoio e del pellame. E’ un prodotto pesante, i suoi costi di produzione sono bassi e quelli di trasporto molto elevati.

Piazza dei Priori è il palcoscenico di numerosi eventi, da mattina a sera. Prima che la luna risplenda in cielo, compagnie teatrali si esibiscono con tecniche circensi di alto livello, giocolerie col fuoco e effetti pirotecnici per la gioia di adulti e bambini. Poco prima di mezzanotte si tiene lo spettacolo finale che si conclude con un arrivederci al prossimo anno.

Dalla città alla campagna

Le strade del Piano di Castello

Avventurarsi per una strada esterna significa mettere a rischio la propria vita; assalti di briganti, squadre di armati e anche animali feroci sono all’ordine del giorno. La morte improvvisa e violenta senza potersi liberare dai peccati con la confessione, pentimento, penitenza e opere pie e che porta quindi dritti all’inferno, è la vera e propria ossessione dell’uomo. Ecco perché così spesso si trova l’immagine di San Cristoforo, protettore dei traghettatori, dei viaggiatori e dei mercanti, sugli amuleti o cucita sui vestiti. La sola vista dell’immagine del santo protegge dai pericoli.

Il divario tra la vita di città e quella di campagna è molto accentuato e pure il paesaggio si modifica come un trasformista. La pietra è sostituita dal legno, dalla campagna, dal bosco. Le strade acciottolate sfumano in quelle in terra battuta. Qui, il vociare è più sommesso, ma gli odori si fanno più intensi e meno gentili. A dire il vero l'odore di letame è quasi nauseante, ma la vista affascinante della Fortezza Medicea e dei tetti del centro storico riequilibrano i sentimenti.

Scenari di battaglie

Sotto l'imponenza della Fortezza Medicea

Al limitare delle mura della città gli alberi sono maestosi e bellissimi sempreverde, ma la terra è bruciata e l'agricoltura in questa zona sembra abbandonata. Qua è là qualche capanna in legno e bestiame al pascolo; a ridosso del centro città una bettola dove potersi rifocillare, poi nient'altro. Solo in lontananza, al limitare del bosco, si intravedono un trabucco e accampamenti militari. Tende bianche altissime si stagliano all'orizzonte dove coesistono cavalieri, arcieri e balestrieri, in continuo allenamento. Accampare un intero esercito davanti a una città o un castello non è una questione semplice: ordine e disciplina devono regnare sovrani durante la sua installazione.

Camminando in tale direzione individuiamo anche dei falconieri. Hanno gli occhi rivolti al cielo in cui un falco pellegrino vola in movimenti circoncentrici alla ricerca di una preda. Nell'avvicinarsi agli accampamenti gli schiamazzi si fanno più concisi. I balestrieri stanno insegnando a nuove reclute di giovane età venute dalla città su come si impugna l'arma da banco; alcuni di loro stanno scagliando le verrette su bersagli posti ad una distanza di cinque metri dalle postazioni di tiro.

Gli ultimi accampamenti

Tra Balestrieri e Arcieri

Dovete sapere che nel giorno del quinto mese i notabili della Città di Volterra indicono una tenzone, in cui i balitori delle contrade cittadine portano al loro cospetto i migliori tiratori di balestra che si disputano per il titolo di Priore dei Balestrieri: l'Ut Armentur Balistari. C'è sempre un grande affanno per cercare nuove reclute e si inizia già da questo mese afoso.

Più in là, in prossimità del bosco a ridosso della fortezza medicea, gli arcieri si preparano alla caccia pomeridiana. La caccia con l'arco trova la sua naturale collocazione nella predazione degli ungulati, anche se l'arco può essere impiegato per cacciare selvaggina minore, al posto delle più ordinarie trappole costituite da tagliole, lacci e reti. Vicino ai pancali degli arcieri, un giovane maestro di caccia si avvicina a un cinghiale, premio dell'uscita mattiniera, e afferratolo lo distende sul dorso per scuoiarlo. Ad aiutarlo un uomo armato con spada ad una mano dell'accampamento adiacente.

All'ombra di un albero invece vi è un gruppo di scudieri affaticati dagli allenamenti. E' possibile interloquire con loro, raccontano aneddoti e intrattengono i curiosi.

Un ritorno al passato

La rievocazione più bella della Toscana

La festa torna ogni anno con atmosfere diverse nel cuore pulsante della Volterra medievale. Il centro storico della città e il suo parco centrale si animano di un passato mai sopito e i visitatori vengono trasportati, quasi per magia, indietro nel tempo. Focosi destrieri, audaci cavalieri, nobili, dame, monaci e frati, artigiani e mercanti, popolani e contadini, sbandieratori, balestrieri e soldati, giocolieri, musici e giullari fanno rivivere come per incanto aspetti diversi del medioevo.

Volterra AD 1398, come da tradizione, si è sempre svolta durante la terza e quarta domenica di agosto, ma a voler canalizzare al massimo i flussi turistici della zona è capitato anche che si tenesse per la seconda e terza domenica di agosto. Un'occasione da non perdere, dove si rivive una città medievale di inizio Quattrocento con eventi e spettacoli di grande rilievo, unici al livello regionale e impareggiabili a livello nazionale. Quotato anche tra i must see europei di settore, è un evento veramente straordinario in una delle più belle città della Toscana.

Due domeniche di agosto

Giornate con più di settanta eventi

Ogni anno il programma delle singole domeniche conta più di settanta eventi, tanti sono i momenti di vita quotidiana e molte sono le interazioni con i figuranti. Grandi i contenuti e ricchi i particolari. Solo la qualità della scenografia vale il prezzo del biglietto: bassa la quota di elementi anacronistici visibili e alta è la quantità di monumenti ed edifici del periodo medievale rinascimentale che Volterra può offrire; tornare indietro nel tempo viene così naturale.

Momenti di tranquillità e di svago si alternano e visitare la città sotto questo scenario regala sensazioni uniche e diverse dall'ordinario. Le emozioni si amplificano se vestiti adeguati al contesto, con gli stracci o i tessuti di lino del tempo; non necessariamente si deve portare il vestito da casa, all'interno della festa postazioni mercato offrono il noleggio degli indumenti per tutta la giornata di permanenza. Una sensazione da provare, perchè è solo così ci si sente davvero parte della festa, della Volterra medievale in tutto e per tutto.

Piatti tipici e giochi d'azzardo

I cibi buoni e gli intrattenimenti per tutti

Dentro e fuori dal circuito medievale, sono tanti i ristoranti, paninoteche e bancarelle della filiera corta e di contrada ad aspettarti. I menù offrono piatti a tema tipici della nostra terra di ieri e di oggi accompagnati spesso e volentieri da vino speziato, birra artigianale, idromele e hypocras. Consigliamo piatti semplici come i taglieri di salumi e di formaggi, la zuppa volterrana, gli arrosticini e i buonissimi spuntini a base di offelle e di tigelle. A conclusione frutta fresca con cocomero, uva, more e acqua fresca da riempire senza costi aggiuntivi dalle varie fontanelle comunali.

Per bruciare le calorie assunte vengono incontro i giochi per bambini, ragazzi e adulti; questi di certo non mancano e si distribuiscono in tutto il circuito, dal Piano di Castello al Centro Storico. Molti sono gratuiti, altri, i più sofisticati e originali, a pagamento con premio sulla vincita: l'azzardo nel medioevo era di pratica comune! Dal girello al tiro alla fune, dal tiro alla balestra al tiro con l'arco, dal gioco da tavolo al gioco di ruolo, dal gioco di abilità al gioco di fortuna; questo e altro!

Moneta medievale dentro il circuito

Il Grosso e gli offizi del cambio

L'entrata al circuito è a pagamento. Ridotto per i bambini, a prezzo pieno per gli adulti. Ci sono agevolazioni per alcune fasce di categoria per cui rimandiamo ai dettagli in fondo al testo.

Il grosso agontano è la moneta valida nel territorio volterrano e accettata in gran parte dei territori toscani dove però si comprerebbe e si venderebbe con il fiorino. In ogni via della città c'è l'Offizio del Cambio; si può convertire la propria moneta con quella locale e finalmente acquistare qualcosa di buono. La moneta da 1 Grosso è di rame, mentre quella da 5 è d'oro. Le transazioni economiche all'interno del circuito medievale avvengono tramite tali denari, un moderno escamotage per incentivare una immedesimazione più profonda.

La moneta volterrana può essere nuovamente riconvertita in Euro in qualsiasi momento. Non ci si guadagna né ci si rimette, è solo una formalità. Se ci si dimentica di riconsegnare i denari non è un peccato, sono riutilizzabili per l'anno successivo e alla meno peggio si possono conservare come souvenirs della festa.

> Scopri, Il grosso volterrano

Consigli su dove posteggiare

Alla ricerca del parcheggio

Volterra AD 1398 è l'evento più importante per la città di Volterra e nelle due domeniche il traffico e la difficoltà nel trovare un parcheggio libero e persino a pagamento aumentano in termini esponenziali da mezzogiorno al primo pomeriggio. Un rischio dimezzato se si arriva sin dalla prima mattinata o in tarda serata.

Per chi arriva a Volterra in auto, la città mette a disposizione una serie di parcheggi, anche improvvisati per l'occasione. Non si tollera l'anarchia, anche perchè di posti auto, moto e camper ce ne sono davvero per tutti i gusti! Di solito nei giorni festivi e nei periodi di alta stagione gli stalli liberi vicini al centro storico sono veramente difficili da trovare, però puoi accontentarti dei parcheggi più lontani che, a volerti rincuorare, non sono distanti dalla Piazza dei Priori per più di due chilometri. Una bella camminata comunque non ha mai fatto male a nessuno, soprattutto se, come vedrai, il tragitto è allietato da curiosi punti di interesse da non perdere.

> Scopri, Dove parcheggiare durante l'evento

Piazza San Giovanni

La borgata di Villamagna

“Costata di manzo e bourbelier di cinghiale!” si sente gridare qualcuno alle nostre spalle. In Piazza San Giovanni nell'ora di punta dell'Anno Domini 1398 il mercato si anima. Un ragazzo attraversa la strada con un vassoio di legno carico di scodelle fumanti di carne appena cotta e si appresta a servire i suoi clienti. Intorno a lui tanta gente si muove, parla, gesticola anche. Molti sono giunti dai villaggi vicini perchè è giorno di festa, e così, questa città che di solito conta undicimila abitanti oggi ne ha almeno il triplo.

Uomini in tuniche marroni spingono il bestiame davanti a loro. Le loro mogli, in abito lungo, portano nastri intrecciati intorno al collo e alla testa con i colori di Contrada di Villamagna. Quelli che invece indossano tuniche corte con cappuccio in testa sono i valletti a servizio presso la casa di qualche cavaliere. I mercanti indossano lunghe vesti dai colli alti, e cappelli di stoffa. Molti contadini sono arrivati dal Piano di Castello, con carretti carichi di frutta.

Cibi e oggetti a buon prezzo

Merce fantastica e dove trovarla

Il mercato, va ricordato, è l’unica area dove tutti possono incontrarsi liberamente, e altrettanto liberamente parlare di tutto. Perciò si sente tanto chiacchiericcio intorno. I cittadini più benestanti si riconoscono per i dettagli dei loro abiti, spesso con i polsini e i colletti lavorati e i copricapo. Solo alle persone più importanti è consentito indossare certi indumenti che ne simboleggiano l'importante ceto sociale a cui appartengono.

Camminando avanti scorgiamo un insegna che recita “bon ipocras” ossia buon Hypocras. È la farmacia e qui si propongono bevande ricostituenti, composte da vino e spezie, e così chiamate dal medico greco Ippocrate, che ne filtrava i sedimenti con un colino o un manicotto. Alcune persone benestanti lo stanno bevendo all’entrata del negozio con biscotti e cialde. Qualcuno invece preferisce l'Idromele. Sullo sfondo si notano anche barattoli bianchi e rossi contenenti spezie medicinali, e su un tavolo verde, davanti allo scaffale, ci sono anche diverse scodelle per mescolare i principi attivi, seguendo sempre le prescrizioni mediche.

Lo Spedale e la Misericordia

Un aiuto dal povero al povero

Nelle vicinanze, sotto lo sguardo imponente della casa di Dio, lo Spedale di Santa Maria e la sede della Compagnia della Misericordia. La prima, in direzione opposta alla seconda, risiede sotto un grandissimo loggiato; urla, talvolta agghiaccianti, sferzano l'aria calda e sonnolenta del primo pomeriggio. Sotto le tende separatorie, molti uomini, cavalieri, anziani e lebbrosi si dimenano sotto le cure delle infermiere e della Divina Provvidenza. Addentrandoci l'odore di tortine salate e zuppe di farro lasciano il posto a quello delle cere e degli unguenti.

Quel mondo di allegre brigate, di cavalieri elegantemente vestiti, di compiacenti madonne è un'oasi cui accedono pochi fortunati; qui per molti un vestito è quasi una casa, perché ripara, sia pure in parte, il corpo dalle intemperie, un pezzo di pane è il sostentamento di un giorno, e non importa se si tratta dell'avanzo di una mensa più o meno nobile. Così la Compagnia della Misericordia, laggiù all'angolo sinistro del Duomo, si impegna a risollevare gli animi, cercando di alleviare le disuguaglianze esistenti con l'opera e con il conforto delle parole. Un aiuto dato dal povero al più povero.

Via Roma

Il mercato di Volterra

Dando le spalle al Battistero, a destra del Duomo, si annette alla Piazza San Giovanni Via Roma, e come lo si nota anche solo affacciandosi, pure questa è luogo di mercato. Ciò che si intravede sin da subito è un alto cono bianco che troneggia su una tavola; è zucchero, da sempre usato come spezia. Poi il nostro sguardo scivola sulla strada, ben lastricata e pavimentata, anche se spesso, dopo le abbondanti piogge di fine agosto, si trasforma in un pantano pieno di pozze e melma.

Oltre c’è la bottega del sarto; gli abiti fatti su misura stanno appesi, mentre il sarto e il suo assistente ne stanno creando di nuovi. Ovviamente in questa epoca non esiste niente di preconfezionato. Se vuoi un abito ti rechi in merceria, acquisti la stoffa, la porti al tuo sarto di fiducia e ordini l’abito che desideri. Un cotto di maglia risplende argentato sotto il sole e fa mostra di sè. Spade, cappelli, coroncine sono sul banco in attesa di compratori.

L'arte dell'improvvisazione

Scene di vita quotidiana

In fondo alla via attira l'attenzione una compagnia teatrale; sta mettendo in scena una rappresentazione sacra, che si svolge sopra un carretto. Appena oltre un banditore sta richiamando l’attenzione della gente con una campanella, e in molti gli stanno facendo cerchio attorno per ascoltarlo. A noi non interessa il suo appello, perciò proseguiamo oltre fino al banco del pescivendolo. Sgombri, aringhe, lamprede, merluzzi, anguille, aringhe affumicate e stoccafisso sono le varietà presenti sul suo banco. Durante la giusta stagione avremmo potuto trovare anche salmone fresco, anche se a un prezzo molto alto. Non meno di quattro o cinque grossi.

Mentre osserviamo i forestieri animarsi al cambio monetazione, un gruppo di volontari vestiti di cappe nere con cappuccio, si fanno strada tra il popolo con un tetro incedere, preceduto dal suono di un campanello che invita i passanti a non avvicinarsi per evitare il contagio. La loro meta sembra essere lo Spedale di Santa Maria, poichè le infermiere sono tutte intente nel cercare un lettino vuoto per il nuovo arrivato.

Il mondo intorno al convento

Le ore della preghiera

Sempre sulla via, più avanti c’è l’area dedicata alle granaglie: sacchi di frumento, orzo, avena e segale sono già pronti per essere venduti. C’è un piccolo spazio adibito per gli animali: capre, pecore, maiali e mucche. Un angolo è dedicato ai prodotti dell’orto, mele, pere, verdure, aglio ed erbe. Nei mercati più grandi di città è possibile trovare in vendita anche spezie e prodotti più esotici come pepe, cannella, chiodi di garofano, noce moscata, liquirizia e molti tipo di zucchero, che però solo le persone più benestanti possono acquistare. Oltre, la mia vista non mi permette di vedere altro, la gente ne ostruisce la vista.

Vicino a noi, sul fianco sinistro del Duomo, c'è l'entrata di un convento, ma essendo l'ora della nona, fase di preghiera del dopo pranzo, non è il caso di disturbare. In alternativa attraversiamo Piazza San Giovanni, fino a ritrovarci sul lato destro del Duomo. La piazza si collega con via Turazza, più stretta della sua parallela, vista precedentemente, e più rumorosa. La Contrada di Saline sventola i suoi vessilli e le sue buonissime tigelle.

Via Turazza

Le risate contagiose dei giullari

Tante sono le risate che arrivano dal centro della via, infatti, un giullare di strada sta tenendo proprio in questo momento un degno spettacolo. Questa figura, completamente opposta a quella del monaco, è un intrattenitore a trecentosessanta gradi: cantante, mimo, attore, giocoliere. La loro arte non è vista di buon occhio dalla Chiesa e dagli ordini monastici del periodo, pericolosa e con tangibile legame con le tradizioni pagane, tuttavia se in qualità di mero intrattenitore di piazza e dei circoli cortesi, in veste di mediatore tra la Chiesa e la cultura popolare, ha il lasciapassare.

Alle nostre spalle trampolieri e cavalieri si esibiscono nella contrada di Villamagna, più volte regina del Palio del Cero. Negli anni precedenti qui si scommetteva sulla corsa del criceto: venivano disposte in posizione circolare tante piccole scatole in legno con relativo ingresso numerato; l'animale, lasciato al centro del cerchio formato, aveva il compito di rifugiarsi in uno dei tanti loculi proclamando come vincitore colui che aveva scommesso sull'ingresso numerato fortunato. Ora al suo posto, vi sono mastri legnaioli, alabastrai e fabbri che amorevolmente mostrano ai passanti la propria arte.

La gogna pubblica

Piazza Maggiore delle esecuzioni

Ogni commento a tanta barbaria consumata secondo il rito di questa epoca è assolutamente superfluo. Raccapriccianti sono l'atmosfera e il significato di una pubblica esecuzione, alla quale pare partecipare anche chi consola, chi dà un ultimo sorso d'acqua al condannato, poiché si tratta di un'assistenza interna al cerimoniale di morte e pare naturalizzare come accettabile e legittimo il pubblico uccidere.

Con i loro cappucci i misericordiosi sembrano condividere l'apologia del supplizio e quasi contribuirvi. E' invece da considerare, e apprezzare, come la Misericordia conferisse un ultimo barlume di dignità al derelitto di turno, che aveva tutti contro, dal boia al pubblico vociente, assiepato per assistere all'esecuzione. Qui, vi ricordo anche il rogo della strega di Rondinini; se il Cavalier Cecina impiegava le rondini per la posta aerea, un uso ben diverso ne faceva Elena, moglie di Nanni da Travale, incantatrice, divinatrice e sortilega, che usava solitamente ucciderli per i propri intrugli. Bene girare lontani dal palco delle esecuzioni, perchè ogni tanto prendono qualche innocente e lo mettono alla gogna o dentro la gabbia.

Piazza dei Priori

Luogo di eventi maggiori

Scoppia una sequenza di applausi, una bandiera è stata appena lanciata ad una altezza incredibile. Oggi, in un giorno di festa come questa la Piazza è solo teatro di cortei nobiliari e di gare di balestra, arco e bandiera. Solo cose belle.

Vorrei concentrarmi sugli sbandieratori, ma l'ammasso di persone intorno ad essi ce lo impedisce; storicamente il gioco di bandiera rievoca i festeggiamenti che si svolsero a Volterra alla caduta di Pisa per mano di Firenze, e ogni anno puntualmente celebrano questo evento. La gioia dei volterrani, alleati di Firenze, è tale da tenerli sotto il sole cocente per ore e ore a guardare il volteggiare delle bandiere, accompagnate da rulli di tamburi e squilli di chiarine, in una scenografia veramente unica definita dalle case-torre e il palazzo del Comune che costeggiano l'intera piazza.

Oggi, anche se non è un giorno celebrativo, le bandiere si ripropongono ugualmente. Ritorneremo più tardi, nel pomeriggio, forse nel dopocena, quando i giochi di luce avvalorano ancora di più questi giochi eleganti.

La conclusione di mezzanotte

Al finale spettacoli pirotecnici

Mentre la folla è presa dallo spettacolo, in disparte sosta un gruppo di musici in un esercizio di polifonia. Abbiamo una ribeca, una ghironda e due flauti. Insieme a loro due maestri di ballo, che attendono lo svuotamento della piazza per potersi esibire in compartecipazione delle dame e cavalieri volenterosi di unirsi alla danza. Dietro di loro, altri Offizi del Cambio e un venditore di sale. Il sale è un bene prezioso e viene usato in grandi quantità per l’alimentazione umana e animale, per la conservazione degli alimenti e per particolari attività, come il trattamento del cuoio e del pellame. E’ un prodotto pesante, i suoi costi di produzione sono bassi e quelli di trasporto molto elevati.

Piazza dei Priori è il palcoscenico di numerosi eventi, da mattina a sera. Prima che la luna risplenda in cielo, compagnie teatrali si esibiscono con tecniche circensi di alto livello, giocolerie col fuoco e effetti pirotecnici per la gioia di adulti e bambini. Poco prima di mezzanotte si tiene lo spettacolo finale che si conclude con un arrivederci al prossimo anno.

Dalla città alla campagna

Le strade del Piano di Castello

Avventurarsi per una strada esterna significa mettere a rischio la propria vita; assalti di briganti, squadre di armati e anche animali feroci sono all’ordine del giorno. La morte improvvisa e violenta senza potersi liberare dai peccati con la confessione, pentimento, penitenza e opere pie e che porta quindi dritti all’inferno, è la vera e propria ossessione dell’uomo. Ecco perché così spesso si trova l’immagine di San Cristoforo, protettore dei traghettatori, dei viaggiatori e dei mercanti, sugli amuleti o cucita sui vestiti. La sola vista dell’immagine del santo protegge dai pericoli.

Il divario tra la vita di città e quella di campagna è molto accentuato e pure il paesaggio si modifica come un trasformista. La pietra è sostituita dal legno, dalla campagna, dal bosco. Le strade acciottolate sfumano in quelle in terra battuta. Qui, il vociare è più sommesso, ma gli odori si fanno più intensi e meno gentili. A dire il vero l'odore di letame è quasi nauseante, ma la vista affascinante della Fortezza Medicea e dei tetti del centro storico riequilibrano i sentimenti.

Scenari di battaglie

Sotto l'imponenza della Fortezza Medicea

Al limitare delle mura della città gli alberi sono maestosi e bellissimi sempreverde, ma la terra è bruciata e l'agricoltura in questa zona sembra abbandonata. Qua è là qualche capanna in legno e bestiame al pascolo; a ridosso del centro città una bettola dove potersi rifocillare, poi nient'altro. Solo in lontananza, al limitare del bosco, si intravedono un trabucco e accampamenti militari. Tende bianche altissime si stagliano all'orizzonte dove coesistono cavalieri, arcieri e balestrieri, in continuo allenamento. Accampare un intero esercito davanti a una città o un castello non è una questione semplice: ordine e disciplina devono regnare sovrani durante la sua installazione.

Camminando in tale direzione individuiamo anche dei falconieri. Hanno gli occhi rivolti al cielo in cui un falco pellegrino vola in movimenti circoncentrici alla ricerca di una preda. Nell'avvicinarsi agli accampamenti gli schiamazzi si fanno più concisi. I balestrieri stanno insegnando a nuove reclute di giovane età venute dalla città su come si impugna l'arma da banco; alcuni di loro stanno scagliando le verrette su bersagli posti ad una distanza di cinque metri dalle postazioni di tiro.

Gli ultimi accampamenti

Tra Balestrieri e Arcieri

Dovete sapere che nel giorno del quinto mese i notabili della Città di Volterra indicono una tenzone, in cui i balitori delle contrade cittadine portano al loro cospetto i migliori tiratori di balestra che si disputano per il titolo di Priore dei Balestrieri: l'Ut Armentur Balistari. C'è sempre un grande affanno per cercare nuove reclute e si inizia già da questo mese afoso.

Più in là, in prossimità del bosco a ridosso della fortezza medicea, gli arcieri si preparano alla caccia pomeridiana. La caccia con l'arco trova la sua naturale collocazione nella predazione degli ungulati, anche se l'arco può essere impiegato per cacciare selvaggina minore, al posto delle più ordinarie trappole costituite da tagliole, lacci e reti. Vicino ai pancali degli arcieri, un giovane maestro di caccia si avvicina a un cinghiale, premio dell'uscita mattiniera, e afferratolo lo distende sul dorso per scuoiarlo. Ad aiutarlo un uomo armato con spada ad una mano dell'accampamento adiacente.

All'ombra di un albero invece vi è un gruppo di scudieri affaticati dagli allenamenti. E' possibile interloquire con loro, raccontano aneddoti e intrattengono i curiosi.

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    Il nostro calendario annuale è fitto di appuntamenti imperdibili. Che tu sia qui per una breve visita o desideri immergerti completamente nella vitalità toscana, troverai sempre un evento adatto ai tuoi interessi.