Questa strada collega l’asse viario principale di Via San Lino, con le fonti e la porta di San Felice, da cui prende il nome; non è un rettilineo, ma disegna una leggerissima S con le due quinte di case, dal tipico andamento scalettato, che scendono verso la Porta San Felice sulle mura.
Le fonti, che danno il nome alla strada ed al quartiere, erano così chiamate per l’esistenza, nelle vicinanze, di una chiesa intitolata a questo santo, da identificarsi non con l’oratorio che si trova a ridosso della porta, ma con un’altra oggi scomparsa.
Gli edifici che danno su questa strada sono tutte abitazioni; la costruzione e l’impianto urbanistico della via sono databili al Trecento, ma non rimangono molte tracce delle abitazioni di quel periodo. Le case moderne sono il risultato della ristrutturazione di edifici del Seicento.
All’inizio il lato destro della strada è occupato dalla parete laterale di Palazzo Campani, che ha la sua facciata principale in Via San Lino ed è risalente al Settecento. Il 1 luglio del 1944 una cannonata sparata dall’artiglieria americana che stava avanzando verso Volterra colpì in pieno l’abitazione posta al n.1, uccidendo tre donne e ferendo altre persone che si trovavano al suo interno.
Nel palazzo si apre Vicolo Campani.
Alla fine della strada ci troviamo di fronte a una porta superiore di San Felice.
> Scopri, Porta Superiore di San Felice
Accanto alla porta si erge la chiesetta di San Felice. Venne costruita nel Settecento.
> Scopri, Oratorio della Madonna del Gabellino
In fondo Via San Felice, di fronte alla porta, la via interseca Via della Pietraia, che volge in ripida discesa fino alle fonti di San Felice. Da qui si apre una visione sulle mura medievali e sui giardini sottostanti.
Questo brevissimo vicolo voltato, che mette in comunicazione Via San Felice con Piazza degli Avelli, prende il nome dal sovrastante palazzo di proprietà di una nota famiglia volterrana. Fino agli anni 1950 si chiamava così l’attuale Vicolo Mozzo, mentre questo vicolo non aveva nome; infatti l’addetto ai lavori che aveva posizionato le prime targhe civiche, collocò la targa qui destinata nel Vicolo Mozzo dove rimase fino al 1958, senza che nessun funzionario addetto alla toponomastica se ne accorgesse.
In fondo al vicolo si apre un giardino nascosto, Piazza degli Avelli mostra il lato B dei palazzi di Via San Felice; è accessibile anche da Via della Pietraia.
> Scopri, Giardino degli Avelli