Documentario
Vi proponiamo una esperienza turistica autonoma per comprendere al meglio la città di Volterra; ci focalizziamo dunque su uno dei Comuni della Valdicecina per allungare la vostra checklist delle attività da fare. Sono alcuni suggerimenti per gli amanti del passato, della storia e della cultura attraverso i secoli; consigli per carpire le radici di una città di oltre tremila anni di vissuto intrise di aneddoti incredibili. Un intrattenimento mentale adatto per gli appassionati di settore e per le famiglie con i bambini.
Il patrimonio dei musei privati e pubblici inseriti all’interno del Comune di Volterra è immenso. Tra le collezioni, molte le testimonianze delle civilità etrusca, romana, fino all’epoca contemporanea, di carattere artistico, archeologico, naturalistico ed etnografico.
Con il passare degli anni Volterra è riuscita a delineare un percorso che offre al visitatore una testimonianza esclusiva dell’identità culturale volterrana. Un patrimonio incredibile e tanto prezioso in quanto i musei spesso si inseriscono in edifici monumentali di grande interesse architettonico e si legano per prossimità geografica e continuità storica ai loro contesti di provenienza, ponendosi come esempio paradigmatico di museo diffuso.
Se volete conoscere a fondo il nostro territorio, se volete esplorarne i suoi tesori più nascosti, allora dovete entrare e visitare almeno tre o quattro musei dei tanti presenti. Rimarrete come folgorati alla vista delle opere preservate in questi luoghi.
Questi musei comunali e privati sono tutti con ingresso a pagamento, se vuoi capire come risparmiare ed ottenere vantaggi e agevolazioni scopri la Volterra Card e Anima di Volterra Card.
Museo nel museo. Museo due volte; un museo per rappresentare come era una volta un tipico museo di fine Settecento e un museo per esporre un prestigioso numero di manufatti villanoviani, etruschi e romani. Il Museo Etrusco Guarnacci è il secondo museo più importante d’Italia in termini di etruscologia dopo Villa Giulia di Roma ed è uno dei musei più antichi d’Europa. Immenso, disposto su tre piani con tanto di giardino, è considerato tappa obbligatoria per capire al meglio la storia incredibile e unica del territorio di Volterra. Il museo si trova in Via Don Minzoni, ormai da tanti anni considerata la via della cultura volterrana.
> Scopri, Museo Etrusco Guarnacci
Ospita modellini, diorami, fotografie e un grande plastico che ricostruisce quasi fedelmente la vecchia tratta ferroviaria a crimagliera della Saline-Volterra inaugurata nel 1912. Il plastico comprende con dovizia di particolari le stazioni di partenza e di arrivo e un binario funzionante su cui locomotori e carrozze si muovono per illustrare al meglio come funzionava questa piccola realtà locale ormai dismessa. Il museo occupa dei fondi molto ristretti di una traversina di Via Don Minzoni ed è gestito personalmente dall’ideatore del modellino, grande appassionato di ricostruzioni fai-da-te.
> Scopri, Museo della Ferrovia
Siamo di fronte ad un ambiente superlativo per questo museo, una chiesa non sconsacrata in cui poter ammirare a passo felpato la storia iconoclastica religiosa della Diocesi di Volterra. La Diocesi di Volterra ha molto da raccontare, abbraccia ventitrè comuni della Toscana e offre al pubblico la divulgazione di opere provenienti dalla cattedrale, dalle chiese della città, nonché da alcune chiese della diocesi. Senza tralasciare che la Chiesa di Sant’Agostino è un monumento architettonico senza eguali, la visita al Museo Diocesano d’Arte Sacra è utile se si vuole approfondire la storia religiosa di Volterra dedicata al culto cristiano.
> Scopri, Museo Diocesano d’Arte Sacra
L’oggetto del museo è chiaro sin dal nome, ma è bene precisare che risulterà interessante solo agli stomaci più forti. Una mostra che continua a riscuotere grandi consensi da parte del pubblico per la sua forte e chiara valenza storica e che annovera strumenti di tortura unici al mondo. Una museo che non ha bisogno di enfatizzare, attraverso rappresentazioni di sangue o scene di orrore, il suo messaggio: gli strumenti ci dicono già molto. Di tortura oggi non se ne parla quasi più, l’argomento ci lascia alquanto indifferenti tanto la consideriamo distante dal nostro mondo, dalla nostra cultura, ma se vuoi approfondire questo è il posto giusto.
Palazzo Viti è emblema vivente della storia contemporanea nonché una delle residenze più belle d’Italia; si esprime attraverso un lungo percorso di infinite stanze. Vieni qui un po’ con lo stesso concetto di come quando vai all’Ikea: valuti i soprammobili, ammiri i quadri presenti ogni dove, fotografi i libri esposti nella biblioteca, osservi la collezione dei ventagli, analizzi i manufatti in alabastro e soprattutto rifletti sullo stile di vita nobiliare di Giuseppe Viti. In queste sale aperte al pubblico tutto è rimasto come lo hanno visto, nel corso dei secoli, i Re ed i Principi che vi furono ospitati.
Se da una parte il Museo Guarnacci approfondisce la storia antica, dall’altra la Pinacoteca e il Museo Civico illustrano la storia medievale del nostro territorio. Sala per sala, si scoprono statue lignee, ceramiche, ricchi medaglieri, assortimenti nutriti di monete e tanti quadri. Il museo si distribuisce su due piani ed offre un preciso disegno di quanto sia stata originale la nostra comunità. La Pinacoteca di tanto in tanto organizza anche mostre ed esposizioni temporanee contemporanee, talvolta in collaborazione con altri enti ed istituti, con particolare riguardo al patrimonio culturale cittadino. Questo luogo affascinante si trova in Piazza Minucci.
L’Ecomuseo dell’Alabastro affiancato alla Pinacoteca, si propone nell’illustrare un tema ben preciso: l’alabastro, dalla sua estrazione alla creazione dei manufatti pronti alla vendita. Si snoda in un suggestivo percorso in cui si descrive la storia della lavorazione dell’alabastro dagli etruschi ai nostri giorni attraverso un viaggio tra gli aspetti tecnici e materiali, i caratteri stilistici, il mercato dell’alabastro e la sua diffusione, la vita dell’alabastraio e l’attività di bottega. L’alabastro è un elemento fondante della personalità volterrana, entrando qui toccherai con mano la nostra principale tradizione della lavorazione locale.
> Scopri, Ecomuseo dell’Alabastro
Questo museo, il più moderno tra gli esistenti del territorio del Comune di Volterra, si trova in Piazza San Giovanni. A piano terra il Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena si propone come centro espositivo e culturale con spettacoli e mostre temporanee, mentre nell’area al primo piano vengono esposte le Donazioni ad Arte: la collezione permanente è quasi interamente dedicata all’esposizione di parte del ricco corpus di donazioni che negli anni la Fondazione CRV ha raccolto, perseguendo i fini istituzionali della conservazione e valorizzazione di opere e di artisti significativi per la città di Volterra.
> Scopri, Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena
Palazzo dei Priori, monumento vivente della realtà comunale medievale, offre al pubblico un tour tra le stanze del potere. Il percorso di visita comprende la Sala del Consiglio e la Sala della Giunta, al primo piano, e le sale del sottotetto, all’ultimo piano, da cui si può accedere alla Torre Campanaria, che consente di godere di uno splendido panorama sulla città e sulle valli circostanti. I meravigliosi arredi sono spesso i protagonisti di questo imponente edificio, ma al suo interno si esprimono anche numerose mostre tematiche temporanee: una buona scusa per tuffarsi nel piacere della cultura, nelle maestrie dell’ingegno umano storico e contemporaneo.
Distante dal centro storico, all’ex padiglione Lombroso si sviluppa un piccolo museo della memoria nato per dare una voce e rendere dignità a coloro che, prima che la legge Basaglia chiudesse i manicomi italiani, hanno trascorso la vita nel manicomio di Volterra: uno dei più grandi d’Italia. Il museo ospita numerosi reperti recuperati proprio all’interno dei padiglioni che ospitavano l’ospedale psichiatrico e cosa più importante gli otto metri che sono stati distaccati del graffito di Nannetti Oreste Fernando. internato, che in dodici anni di permanenza ha inciso su ottanta metri di intonaco del reparto Ferri la sua opera, un vero libro inciso su un muro.